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Glossario Cinematografico

 

Edizione elettronica 

 

Arsmultimediartgallery S.R.L.

C.C.I.A.A. Palermo – 06523490826

 

 

 

Supervisore Prof. Paolo Bonaccorso

 

Edizione elettronica /ricerche Antonio Ferrante

 

 

 

 

Il presente glossario contiene termini e figure professionali  della produzione cinematografica.

 

 

 

Accelerazione

 

Tecnica di ripresa effettuata a cadenza più lenta del normale che, in fase di proiezione, fa apparire più veloce l’azione sullo schermo. Viene adoperata tanto per movimenta tare scene difficili o pericolose, quanto per ottenere effetti comici. 

 

 

Adattamento

 

L’adattamento cinematografo o televisivo, consiste nell’adattare allo schermo un libro, un’opera teatrale, un fumetto. 

L’adattamento cinematografico consiste nell’uso di un romanzo come base per la sceneggiatura del film, ma la stessa può rifarsi anche a non fiction come un’autobiografia, un fumetto, un’indagine giornalistica. Nel cinema l’adattamento è comune quanto la sceneggiatura originale, tanto che negli Oscar,a fianco al premio per la sceneggiatura originale, viene premiata anche la categoria sceneggiatura non originale, riferita appunto agli adattamenti cinematografici. 

  

 

Addetto Stampa:

 

Colui che si occupa dell’uffici stampa, l’addetto stampa fornisce informazioni ai media, quali gli eventi pubblici, interviste, e date promozionali dei film in uscita nelle sale cinematografiche, o messa in onda nelle emittenti TV. 

 

 

Agente

 

Avvocato o dipendente di un’agenzia specializzata incaricato di rappresentare (anche legalmente) un attore, curandone gli impegni e gli interessi professionali. 

 

 

Agente Regionale di Distribuzione:

 

Dipendente o responsabile di una società di Distribuzione cinematografica, che si occupa della parte commerciale di un film nelle sale cinematografiche .

 

 

Aiuto montatore:

 

Operatore incaricato di montare in sequenza i giornalieri, in base alle indicazioni impartite dal montatore, tagliare la pellicola (oggi in edizione elettronica) e provvedere alla edizione del film.

 

 

Aiuto Operatore:

 

Lavora a stretto contatto con l’operatore alla macchina e con il direttore della fotografia. Durante le riprese è compito dell’assistente operatore controllare che tutto il corredo necessario alla riprese sia perfettamente funzionante da un punto di vista tecnico, ottico, meccanico ed elettronico. 

 

 

Aiuto regista:

 

E’ il collaboratore del regista che si occupa dell’organizzazione del film, della pianificazione delle riprese e dell’organizzazione del set per conto del regista. Si occupa di individuare location, ambienti ideali per le riprese, effettuando sopralluoghi, fornendone eventualmente riprese video al regista. Contemporaneamente lavora al casting, e dopo aver eseguito una serie di provini filmati mette assieme il cast. In fase di produzione costituisce il tramite  tra il regista, la produzione, la troupe.

A conclusione di ogni giornata di lavorazione, assieme al direttore di produzione, prepara gli ordini del giorno per la giornata successiva.  

 

 

Alta Definizione - HDTV :

 

Sistema televisivo ad alta qualità d’immagine messo a punto in Giappone negli anni Ottanta e perfezionato in Giappone negli anni Ottanta e perfezionato in Europa, quindi sperimentato al cinema sostituendo alle macchine da presa telecamere ad alta definizione. 

Il risultato finale, analogo a quello ottenuto con la pellicola cinematografica, presenta tutti i vantaggi economici e pratici del nastro magnetico. 

 

 

Alta Velocità (cinematografia ad)

 

Sistema di ripresa utilizzato nell’ambito delle cinematografia scientifica per realizzare filmati che consentano e di documentare l’evolversi di movimenti e di fenomeni ultrarapidi, in cui vengono impiegate macchine con scorrimento continuo della pellicola (fino a 100.000 fotogrammi al secondo), oppure a tamburo rotante (fino a 500.000 fotogrammi ).

 

 

Anaglifi :

 

Tecnica sperimentata ai primi del Novecento per ottenere il cinema in rilievo, ovvero la visione tridimensionale o in 3D delle immagini proiettate sullo schermo bidimensionale. L’impressione del rilievo è data dall’utilizzo di un tipo di occhiali speciali, con una lente colorata di verde e l’altra di rosso. Ogni lente permette al rispettivo occhio di percepire soltanto l’immagine che gli è destinata. La prima dà un’immagine particolare verde che la lente colorata lascia passare. La seconda un’altra immagine particolare, di colore rosso. Il verde e il rosso si confondono sulla retina e, da questa fusione, risulta un’immagine normale ma in rilievo. 

 

 

Anamòrfico

 

Tecnica di distorsione delle immagini cinematografiche, attuabile in fase di ripresa o di stampa, consistente nell’applicare all’obiettivo della macchina da presa lenti addizionali cilindriche capaci di produrre diversi ingrandimenti sull’asse orizzontale e sull’asse verticale del piano di ripresa. Tra gli anni Venti e Trenta un sistema a detto Cinemascope viene sperimentato dal fisico francese Henri Chrètien. Negli anni cinquanta il Piano Americano viene sperimentato in vari sistemi di visione panoramica del film (larghi schermi, Cinemascope, Vistavision, 2P, Delrama, Panavision, Ultravision, Todd, Ao, Tecniscope), per ottenere la compressione orizzontale dell’immagine cinematografica in fase di ripresa e la sua successiva espansione in fase di proiezione. 

 

 

Anello:

 

Spezzone di pellicola chiuso a forma di anello, in maniera da poter proiettare a ripetizione una breve sequenza sullo schermo della sala di doppiaggio per consentire al doppiatore di provare a sincronizzare la voce con il movimento delle labbra dell’interprete originale. 

 

 

Angolazione:

 

Posizione data alla macchina da presa, in rapporto all’ambiente o al soggetto da riprendere. 

 

 

Anica:

 

Associazione Italiana Imprenditori attivi nel campo della produzione e della distribuzione, costituita nel 1948.

 

 

Animatronica

 

E’ la tecnologia che utilizza componenti elettronici e robotici per dare autonomia di movimenti a soggetti meccanici, pupazzi. 

 

 

Animatograph:

 

Apparecchio per la proiezione delle immagini riprese con Theatrograph costruito, intorno al 1895, dalla Paul’s Animatograph LTD, società inglese di Robert William Paul, e Birt Acres. 

 

 

Animazione:

 

Tecnica di ripresa cinematografica attraverso la quale il film è ripreso a passo uno impressionando, oppure disegnando direttamente sulla pellicola, un fotogramma alla volta. Ogni fotogramma rappresenta il momento statico di un’azione dinamica: la loro rapida successione, proietta sullo schermo alla cadenza di 24 fotogrammi al secondo, conferisce l’impressione del movimento. Questa tecnica consente di animare non soltanto disegni ( detti cartoni), ma anche fantocci, pupazzi, ritagli. 

Sperimentata da James Stuart Blacton, Segundo  de Chomòn, Emilè Cohl e adottata nei film di Georges Mèliès, dalla fine degli anni Venti è resa popolare in tutto il mondo da Walt Disney. 

 

 

Attrezzisti:

 

Maestranze del reparto scenografia,addetti alla custodia e alla sistemazione dell’arredamento e delle decorazioni di scena, ma anche coloro che trasporto e sistemano nei vari luoghi, macchina da presa, fari, attrezzi vari.

 

 

Azione:

 

Termine utilizzato dal regista dopo che è stato battuto il ciak prima di iniziare la ripresa. 

 

 

Bioscopio:

 

Apparecchio da proiezione a due obiettivi per due strisce di celluloide perforata con occhielli metallici, impressionata con 48 immagini in serie, che scorrono al passo di 8 fotogrammi al secondo. Messo a punto dei fratelli Max e di Emil Skladnowsky, pionieri del cinema tedesco, viene presentato il 1° novembre 1895 al teatro di varietà Wintergarten di Berlino con nove brevi film della durata di 10 secondi che, grazie ad una lanterna magica, sono anticipati dalla produzione dei titoli di testa. 

 

 

Blimp sonoro:

 

Sistema di insonorizzazione di cui viene dotata la macchina da presa per isolarla dai rumori parassiti provenienti in fase di riprese, dal motore elettrico della macchina stessa. 

 

 

Blue – Black :

 

Trucco per effetti speciali a colori, consistente nel riprendere un’azione di fronte ad uno schermo blu. In sede di stampa si procede, poi alla sostituzione della parte blu con uno sfondo fittizzio.

 

 

B-Movie

 

Espressione inglese di accezione comune, utilizzata per indicare un film di serie B.

 

 

Bobina:

 

Supporto metallico sul quale si arrotola la pellicola.

 

 

Bollettino di edizione:

 

Modulo prestampato sul quale la segretaria di edizione stampiglia il timbro della produzione e riportata il titolo del film,  i nominativi del regista e dell’operatore, l’esito di tutte le riprese e la data in cui sono state realizzate, il numero progressivo dello chassis utilizzato, il tipo di obiettivo adoperato, se la ripresa è muta oppure sonoro e quant’altro possa rilevarsi utile allo stabilimento di sviluppo e stampa per identificare a quale produzione appartenga il materiale e a quale film si riferisca.

 

 

Blockbuster: 

 

E’ un film o uno spettacolo  teatrale molto popolare che ha riscosso un largo successo di pubblico.

Il termine era precedentemente utilizzato nel linguaggio esclusivamente teatrale per indicare uno spettacolo che aveva avuto particolarmente successo, mentre ora è principalmente utilizzato dall’industria cinematografica. Alcuni storici dello spettacolo parlano di un uso del termine riferito al successo di una rappresentazione teatrale così forte da far saltar via (To bust, in inglese), i teatri vicini e portarli al fallimento, ma sull’OED del 1957 è presente un significato sinonimo di più grande, il termine viene usato per descrivere uno spettacolo di successo, e successivamente viene applicato anche a opere che non siano recite o film, come i romanzi o i giochi per computer di maggior diffusione. Per descrivere i film, negli anni settanta i termini usati per indicare una pellicola di successo sono vari: Spettacolare, Supergrosser, Super Blockbuster. Nel 1975 l’utilizzo del termine Blockbuster ha la sua massima diffusione con lo Squalo di Steven Spielberg, per suggerire un qualcosa di nuovo, un fenomeno culturale, uno spettacolo eccitante, e incalzante, quasi un genere. Gli spettatori, entrano in rapporto con film, e ne parlano successivamente, e tornano a rivederlo. 

Il film Billy Jack di Tom Laughlin è considerato il primo Blockbuster grazie ad uso intelligente delle strategie di marketing che lanciarono la pellicola in molte sala contemporaneamente nello stesso tempo, aumentando il numero di possibili operatori. Attualmente gli studi cinematografici lanciano i film in migliaia di cinema contemporaneamente, così da aumentare il pubblico. Dal 1975 il limite minimo per definire un blockbuster è stato fissato a 100 milioni di dollari in biglietti venduti, un limite superato per la prima volta dal film Lo squalo, Tutti insieme appassionatamente, Via con vento. Il focus nel creare dei Blockbuster crebbe cosi tanto che si arrivò a un punto di rottura, con i critici che si opponevano al prelevare della mentalità del blockbuster e che lamentavano la morte dei piccoli film personali. Molti a Hollywood erano costretti a creare blockbuster o film evento a causa dell’altro rischio finanziario che si aveva nella creazione dei film ad alto budget. Quando un film girato con un budget limitato ha un successo particolare o supera le aspettative che ha un film di questo genere, anche questo viene considerato un blockbuster. Esempi possono includere, Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, realizzato con un budget di 13.000.000 di dollari, ne ha guadagnato 80.000.000 al box office. 

 

 

Blocklot :

 

E’ un’area adiacente a uno studio cinematografico, contenente edifici permanenti o spazi adatti alla costruzione temporanea del set per le scene all’aperto nella realizzazione di prodotti cinematografici e televisivi. La struttura di un bacalo è solitamente edificate a partire da tre lati e un tetto sovrastante, con la parte posteriore e una /due laterali mancanti. Gli interni sono un spazio non definito senza stanze, da cui peraltro sono visibili sul retro fili elettrici, cavi, travi, ponteggi. Le scale, generalmente, sono integrate nella struttura, per permettere agli attori di salire sulla finestra del piano superiore o sul tetto. Non tutti gli edifici sono scheletri tanto che alcuni presentano un quarto muro, che chiude l’ambiente. Quando non in uso, tali spazi fungono da infrastrutture per il mantenimento dell’impianto di illuminazione e di altre attrezzature di produzione; quando in uso, vi si aggiungono porte e finestre, con elementi decorativi e  paesaggi sullo sfondo. Tutti i bacalo sono costruiti in modo tale che le aree che dallo schermo sembrano di grandi dimensioni in realtà occupino pochi acri. Molte strutture di questo tipo sono andate in disuso, giacchè i proprietari della location cinematografiche, tra le quali spicca per importanza Los Angeles, sono stati attirati dagli elevanti guadagni provenienti dalla vendita dei terreni. Nel loro periodo di maggiore uso, i bacalo arrivavano a coprire centinaia di acri nell’estensione e raramente i registi li lasciavano. 

 

 

Blooper: 

 

In termini cinematografici, un errore presente in un fil  sfuggito al controllo del regista e del montatore. Tra i Blooper più frequenti si contano oggetti che cambiano posizione da un’inquadratura all’altra anacronismi, come oggetti moderni in film di ambientazione storica, movimenti illogici, tecnici (o le ombre ), inquadrati per sbaglio, vestiti di scena improvvisamente diversi, ecc. Al contrario di quello che si crede, non viene considerato un blooper quando si vede un microfono rientrare nella parte altra dell’inquadratura. Infatti le inquadrature di un film sono generalmente più alte rispetto a come appariranno nella sala cinematografica, dove la parte superiore dell’immagine viene tagliata dall’operatore alla pellicola. Quindi, in generale, la visione del microfono in un’inquadratura è un errore imputabile al proiezionista e non al regista. 

 

 

Bollywood:

 

Con il termine Bollywood, fusione di Hollywood e Bombay, si indica il cinema popolare indiano in lingua hindi e occasionalmente in lingua urdu, con caratteriste specifiche che lo differenziano sia dal cinema d’autore che dalle altre cinematografie indiane, altrettanto ricche di produzione annuale di film e di talenti nei più svariati campi della cinematografia. 

 

 

Broadcast Wave Format (BWF) :

 

Un estensione formato audio WAV ed è il formato di registrazione per molti registratori audio digitali utilizzati per il cinema, la televisione, e la radio. L’obiettivo di questo formato di file è l’aggiunta di metadata per facilitare lo scambio dei dati audio tra differenti piattaforme e applicazioni di computer. Viene spesso specificato il tipo di metadata, premettendo agli elementi della pro cessazione audio di identificarsi, documentare le proprie attività e permettere la sincronizzazione tramite timecode con altre registrazioni. I metadata sono immagazzinati con chunk in un file standard audio WAV. 

I file conformi alle specifiche Broadcast Wave possono avere l’estensione finale WAV o BWF.

 

In aggiunta ai comuni WAV chunk,i seguenti ulteriori chunck possono apparire in un file Broadcast Wave:

 

Original Bext chunk 

iXML chunk

Peak Envelope chunk 

Link chunk

Axml chunk 

 

 

Compatibilità formato WAV

 

Poichè l’unica differenza tra un file BWF e un normale file WAV sono le informazioni extra aggiunte nel Header del film, un file BWF è pienamente compatibile con tutti riproduttori audio. 

 

 

Bruciatura di sigaretta

 

Con l’espressione bruciatura di sigaretta, nella terminologia cinematografica, si indicano i segni, presenti nella parte superiore destra di un fotogramma, che segnalano la fine di un rullo di pellicola. Nel linguaggio tecnico sono “Bollino di sincronizzazione”. I proiettori cosiddetti verticali utilizzano soprattutto rulli di pellicola da 10 minuti, i proiettori cosiddetti orizzontali possono contenere tutto un film in un unico rullo. L’uso di questo segnale visivo ( bollini di forma circola disposti in alto a destra del quadro per almeno 4 fotogrammi ) è dovuto al fatto che un film distribuito in pellicola cinematografica è diviso in vari rulli di vari durata, mediamente 13 – 16 minuti che possono essere montati in due o più bobine (primo tempo, secondo tempo) . I bollini avvisano quindi il proiezionista, a fianco alla macchina pronta per la proiezione, di avviarla. Ogni rullo inizia con una coda di sincronizzazione che parte dallo Start con poi conto alla rovescia fino al 3 ed inizio della scena. I primi bollini appariranno prima che finisca il rullo alla distanza che c’è proprio tra Start e l’inizio scena, mentre i secondi a circa un secondo prima, in questo modo quando il proiezionista vede i primi bollini avvia il proiettore che intanto arriva a regime di velocità passando la coda di sincronizzazione (a luce otturata) e nel momento in cui vede i secondi permette allora la proiezione in sala, il primo proiettore non proietta più immagini. Grazie all’adozione di proiettori automatizzati, le bruciature di sigaretta sono costituite da altri segnali, non invasivi per lo spettatore. 

 

 

Budgenting: 

 

E’ una delle fasi iniziali e più importanti della produzione cinematografica e consiste nel reperire i fondi necessari alla realizzazione del film. I processi per il suo avvio nascono durante lo sviluppo, generalmente durante la scrittura della sceneggiatura, quando il regista deve proporre ai produttori un bilancio di spesa sulla produzione. 

Il budget viene solitamente diviso in quattro aree: talento creativo ( cast tecnico e artistico), produzione diretta (costo per costruzione di set e materiale necessario alla lavorazione post – produzione, distribuzione e marketing). 

 

 

Betacam: 

 

Formato video professionale che usa un nastro di ½ pollice, sviluppata da Sony nel 1982. Tutti i formati Betacam usano cassette di identiche dimensioni, il che permette un’estesa compatibilità tra diverse macchine e anche una semplicità di archiviazione e uso di impianti automatizzati di gestione cassette quando si passa da un sistema all’altro. E’ un formato analogico con video a componenti, che registra il segnale luminoso su una traccia e la crominanza su un’altra, usando due coppie di testine video e comprimendo i segnali di crominanza tramite il Chroma Time Division Multiplex, o CTDM. Questa separazione dei canali permette una grande nitidezza e raggiunge la qualità broadcast con 300 linee di risoluzione orizzontale. Una grande innovazione, per l’epoca, è costituita proprio dal fatto che si tratta di un formato a componenti, e come tale slegato dalla codifica video e dalle relative limitazioni in fase di montaggio. Il formato Betacam prevede due canali audio registrati su tracce longitudinali, e come opzione il sistema di riduzione del rumore Dolby C, più una traccia per il Timecode. I videoregistratori Betacam furono concepiti soprattutto come materiale per la diffusione di servizi tipo giornalistico. Come tali hanno una serie di funzioni specificatamente dedicate all’editing. Due macchine possono essere collegate con un cavo seriale e utilizzate per il montaggio  direttamente senza bisogno di centralina. Ancora oggi per molti servizi sul capo si utilizza questo sistema, noto, come VTR To VTR Editing, il video e l’audio possono essere modificati e sovrascritti separatamente. Le cassette Betacam utilizzano nastro all’ossido, che sono esattamente le stesse del formato Betamax, un sistema di videoregistrazione domestica sviluppato dalla stessa Sony. Una cassetta Betamax può essere usata in macchina Betacam, e viceversa. La differenza principale tra i due sistemi è che il Betamax registra in video composito (come VHS, U-Matic, e i nastri da 1 pollice  tipo C, mentre il Betacam tratta il segnale a componenti e a una velocità del nastro molto maggiore, con una qualità video e audio,di gran lunga maggiore. Una tipica cassetta Betamax L-750 dura circa 3 ore nel suo formato, ma solo circa 30 minuti in una macchina Betacam. 

Il Digital Betacam è stato introdotto nel 1993. Offre una qualità migliore delle versione analogiche, pur costando parecchio meno del formato D1 ed essendo allo stesso tempo più affidabile. Le cassette S durano fino a 40 minuti, mentre quelle L possono arrivare a 124 minuti. Il Digital Betacm registra un video a componenti compresso DCT, e prevista una quinta traccia audio analogica identica a quelle dei formati Betacam e Betacam SP, nonché la traccia Timecode lineare. 

Alcune macchine Digital Betacam leggono i nastri analogici del Betacam e del Betacam SP e digitali del Betacam SX e BETACAM  IMX allo scopo di facilitare l’aggiornamento di infrastrutture già esistenti. Il Digital Betacam è considerato il formato migliore per il video digitale a definizione standard, con risultati qualitativi di gran lunga migliori dei formati più economici quali DVCAM e DVCPRO, sebbene il costo delle apparecchiature sia maggiore. Panasonic offre in alternativa il formato DVCPRO 50, che ha la caratteristiche tecniche simili. Il Digital Betacam è tra i formati digitali in componenti il meno compresso, offre lo spazio dinamico colo metrico più ampio anche rispetto ai nuovi sistemi in formato HD. Nel 2001 La Sony crea il formato MPEG MIX sistema utilizzato dalla RAI. Il formato usa il sistema di compressione MPEG come il Betacam SX ma un Bitrate più elevato, registrando un segnale video conforme alle specifice CCIR 601, con 8 canali di audio digitale e timecode. Esistono vari formati MPEG . Il formato MPEG IMX non si limita solo ai videoregistratori, ma è utilizzato anche in altre apparecchiature e nei server vide. 

Il formato XDCAM, permette l’uso di questo formato nella registrazione dei dischi rimovibili. In Italia MPEG  IMX è utilizzato da Mediaset per tutte le sue produzioni. 

La versione ad alta definizione del Digital Betacam è chiamata HDCAM ed  è stata introdotta sul mercato nel 1997. Le macchine SR possono leggere il formato HDCAM e anche i nastri del Digital Betacam, scalandone la risoluzione. Il Betacam viene anche utilizzato per alcune produzioni  cinematografici indipendenti. 

 

 

Cabina di montaggio: 

 

Stanza attrezzato per il lavoro di montaggio, dove la pellicola può essere tagliata e incollata, avvolta su bobina e proietta a varie velocità sul piccolo schermo della moviola. 

 

 

Camera Car:

 

Ripresa in movimento effettuata piazzando la macchina da presa a bordo di un automezzo, di solito un’automobile o un furgone, generalmente la camera – car è fissata direttamente alla carrozzeria del veicolo tramite uno speciale sistema di morsetti, ventose e magneti. Altre tipologie sono il traino tramite una macchina specifica e attrezzata per queste inquadrature detta propriamente Camera Car è caratterizzata da un pianale aperto sulla cui struttura si trovano appositi ancoraggi per la mdp e i proiettori accesi da un piccolo gruppo elettrogeno montato in uno spazio opportuno, il traino può essere effettuato direttamente sull’auto di scena o su un pianale porta auto, la scelta di queste tipologia di CameraCar cambia a seconda delle esigenze di copione. 

 

 

Camera Oscura:

 

Apparecchio ottico da proiezioni, adoperato dai pittori del Rinascimento, paesaggisti e vedutisti del Rinascimento, paesaggisti e vedutisti in particolare, per risolvere problemi prospettici sul piano figurativo. Leonardo da Vinci ne descrive le caratteristiche spiegando come, attraverso un piccolo foro rotondo, possa proiettare un’immagine su una parete o una superficie bianca in una camera forte oscura . 

 

 

Campo:

 

Spazio inquadrato dalla macchina da presa, quindi impressionato su fotogramma, la cui ampiezza e profondità dipendono dalla distanza interposta tra la macchina e la quantità di ambiente inquadrato, oltre che dal tipo di obiettivo adottato.  

Per le inquadrature in cui risulti preponderante la presenza della figura umana, si adopera il termine.

 

CLL – Campo lunghissimo, adoperato per evidenziare la geografia di un ambiente e i suoi dettagli. 

 

CL – Campo Lungo, adoperato per riprendere un elemento dell’ambiente che risulti molto lontano dalla macchina da presa e inserito in un contesto generale.

 

CM – Campo Medio, inquadratura di ampiezza media adoperata, in fase di montaggio, come elemento di raccordo tra campi e piani.

 

CT – Campo Totale, L’ambiente è rappresentato nella sua totalità (ad esempio una intera stanza); nel contempo le figure umane assumono grande rilevanza.

 

CM – Campo Medio, Le figure umane sono perfettamente distinguibili, ma lo spazio circostante è ancora preponderante, seppur di poco.   

 

 

Capo Comparsa o Capigruppi:  

 

Agenzie o persone che si occupano di fornire comparse.

 

 

Capo Elettricista:

 

Componente del reparto luci. Coordina il lavoro degli elettrici in base alle disposizioni del direttore della fotografia, alla creazione e al funzionamento dell’illuminazione sul set. 

 

 

Capo macchinista: 

 

Componente del reparto luci. Coordina il lavoro dei macchinisti in base alle riprese da effettuare. 

 

 

Caporeparto parrucchiere:

 

Componente del reparto trucco e costumi. Coordina il lavoro dei parrucchieri secondo le direttive impartire del parrucchiere capo. 

 

 

Caporeparto trucco:

 

Componente del reparto trucco  e costumi. Coordina il lavoro dei truccatori secondo le direttive impartite dal truccatore capo.

 

 

Caposarta: 

 

Componente del reparto trucco e costumi. Coordina il lavoro delle sarte secondo le direttive impartite dal costumista. 

 

 

Carrellata :

 

Ripresa effettuata con la macchina da presa in movimento, montata sul carrello o su un qualsiasi veicolo (automobile, ascensore, gru e cosi via), caratterizzata da uno spostamento parallelo o perpendicolare al piano al campo del soggetto o dell’ambiente inquadrati. Permette di descrivere un ambiente o di seguire un personaggio, o di far entrambe le cose contemporaneamente, passando senza soluzione di continuità da un’inquadratura in campo lungo ad una in primo piano. 

La sua invezione viene attribuita al regista Giovanni Pastrone, che l’avrebbe adoperata per la prima volta nel film Cabiria. 

 

 

Carrello:

 

Piattaforma con ruote gommate o montata su binari, manovrata a spinta o a motore, che funge da supporto della macchina da presa per effettuare Carrellate. 

 

 

Cassiere Produzione: 

 

Componente del reparto produzione. Si occupa dei libri sociali e dei documenti della produzione all’ufficio di collocamento,all’assicurazione, ai contributi previdenziali della troupe ed attori, compreso fornitori. 

 

 

Cast: 

 

L’insieme degli attori che ricoprono i ruoli dei personaggi principali di un film .

 

Casting Director: è la figura che si occupa di coordinare ovvero il lavoro di ricerca e selezione degli attori adeguati ad interpretare i personaggi presenti nella sceneggiatura. Questa professione porta un nome di origine inglese e non ha (ad oggi) un corrispettivo italiano. Il Casting director, assunto dalla produzione, dopo la lettura e l’analisi della sceneggiatura e uno scambio di opzioni con il regista e il produttore consulta le agenzie di rappresentanza artistiche, attiva eventuali canali non convenzionali di ricerca, e se richiesto, fa provini su parte alla presenza, o meno, del regista, al fine di fornire a quest’ultimo e alla produzione una serie di nomi per ciascun ruolo. In alcuni casi e se in tal senso concordato contrattualmente il Casting director si occupa anche della negoziazione e della stesura dei pre - contratti per conto della produzione. Il Casting director deve conoscere la formazione artistica e il curriculum vitae di ogni singolo attore, deve mantenere contatti con scuole e accademie di recitazione, teatrali, e agenzie di attori. Il 6 novembre 2013, nasce l’Unione Italiana Casting Director (U.I.C.D.) che riunisce oltre 50 casting director di cinema, televisione, teatro, pubblicità e new media, per favorire lo sviluppo, la qualificazione, e la difesa  dei principi professionali della categoria. Uno dei primi obiettivi raggiunti è stata la creazione di un premio come miglio Casting Director sulla scia degli Emmy Awards delgli Artios Awards, dei Canadian Screen Awards e della recente istituzione del branch Casting  Director da parte della Academy of Motion Picture Arts and Sciences, quale segno di riconoscimento che il Casting Director svolge un ruolo essenziale nel processo di realizzazione di un film.  

 

 

Celluloide: 

 

Materia plastica scoperta per caso durante le ricerche di un’alternativa all’avorio per la costruzione della palle da biliardo, messa a punto, da John W. Hyatt nel 1869. Nel 1887 Hannibal Williston Goodwin mette a punto una pellicola fotografica flessibile e trasparente in nitrato di celluloide. Nel 1889 George W. Eastman commercializza negli Stati Uniti la Eastman Kodak: una pellicola fotografica in nitrocellulosa, trasparente e sensibile, avvolgibile in rollo, adatta alla ripresa rapidissima di istantanee, detta film. Nel 1891 Thomas Alva Edison, e William Kennedy Laurie Dickson, che lavorano alla messa a punto del cinetografo e del cinetoscopio, ne ordinano alcuni nastri larghi 35 millimetri e li perforano ai bordi. 

 

 

Censura:

 

Forma di controllo preventivo sulle opere cinematografiche, esercitato da organi dello Stato o da associazione del settore. La censura risale al 1913 la prima legge che introduceva un vero e proprio intervento censorio sulle proiezioni, allo scopo di impedire la rappresentazione di spettacoli osceni o impressionanti o contrari alla decenza, al decoro, all’ordine pubblico, al prestigio, delle istituzioni e delle autorità.  Negli anni successivi, il regime fascista confermò le disposizioni precedenti, intuendo fino dall’inizio le potenzialità del cinema come mezzo di comunicazione e utilizzando spesso a fini di propaganda politica. La legge 161/162 in vigore, pur apportando modifiche mantenne l’impianto delle Commissioni di censura, definite dalla legge “Commissioni per la revisione cinematografica”. Nel 1998, dopo la soppressione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sempre nel 1998 veniva

abrogato l’art. 11, rimuovendo quindi la censura dalle opere teatrali.

 

 

C.S.C. Centro Sperimentale Cinematografia: 

 

Organismo statale italiano per la selezione e la formazione di artisti e tecnici qualificati, affiancato nel 1938 agli stabilimenti romani di Cinecittà. Presso il C.S.C. funzionano anche la Cineteca Nazionale. Nel 1977, con un decreto governativo, viene trasformato da ente pubblico in fondazione di diritto privato e prende il nome di Scuola nazionale e di Cinema . 

 

 

Cèsar:

 

Premio istituito in Francia nel 1975. La selezione dei premiati avviene sulla base dei film presentati dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno precedente. Prende il nome dello scultore che ne ha creato la statuetta rappresentativa.

Ciacchista : 

 

Operatore  che si occupa di battere il ciak indicando le scene che si girano. 

 

 

Ciak:

 

Termine utilizzato per indicare una tavoletta di legno, munita nella parte inferiore di un’asticella mobile detta forbisce, filmata in testa ad ogni singola riprese. Se la ripresa è muta, la tavoletta va semplicemente presentata alla macchina da presa. Se la ripresa è sonora la forbice viene battuta contro la tavoletta, producendo il rumore caratteristico da cui il ciak  prende il nome. Il rumore registrato sul sonoro e la corrispondente chiusura della forbice sul visivo servono a mettere in sincrono, in fase di edizione, il suono e le immagini. Sul Ciak sono scritti il titolo del film, il nome della produzione del regista, del direttore della fotografia, i più tre numeri che contraddistinguono la scena, l’inquadratura e la ripresa. I numeri della scena e dell’inquadratura sono quelli indicati in sceneggiatura. Il numero della ripresa contraddistingue i vari ciak, e indica quante volte e stata ripetuta l’inquadratura di quella determinata scena. 

 

 

Cinemascope: 

 

Un sistema di ripresa cinematografica, basato su lenti anamorfiche, utilizzato dal 1953 al 1967. Sebbene tale sistema abbia data inizio ai moderni formati cinematografici il Cinemascope è stato rapidamente reso obsoleto dalle evoluzioni tecniche, in particolar modo da formati derivati da quelli della Panavision. Il Cinemascope consiste nel deformare, in ripresa, le immagini e poi disanamorfizzarle in proiezione al fine di ottenere fotogrammi a largo campo visivo. Tale sistema fu brevettato negli anni cinquanta dalla 20th Century Fox ed utilizzato per la prima volta nel film La tunica.  Il motivo del successo di tale procedimento è che non andava ad intaccare né le macchina da presa né i proiettori esistenti nelle sale, se ne non per il cambio delle lenti e di qualche piccola modica : in tal modo ci fu l’approvazione dei circuiti di distribuzione che non vedevano di buon occhio spese esagerate per la modernizzazione delle sale. Alcuni film all’inizio furono girati in anamorfico 2.55: 1 poi ridotto ad più gestibile 2. 35:1. In seguito nacquero alcuni sistemi analoghi al Cinema Scope, ma differenti per grado di anamorfizzazione; alcuni di questi erano; il Video scope, Il Techniscope; il Dialyscope, il Gaumonscope, il Cinema Panoramic, l’Ultrascope, Il Total scope, Il Super Scope conosciuto anche come RKO – Scope e molti altri, che ebbero tuttavia poca fortuna. I film girati con i vari sistemi anamorfici, erano tutti in 35 mm, poi venne ideato il Super Cinema Scope, o Cinemascope 55, che utilizzava una pellicola cinematografica da 55 mm, ma questo metodo non è più usato. Oggi il Cinema Scope ha un rapporto di proiezione di 2.35:1 anamorfizzato.

 

 

Cinerama: 

 

Sistema di ripresa e proiezione atto ad offre un’immagine di dimensioni  28 x 10 m su uno schermo curvo di 146 gradi di ampiezza e 55 grafi di altezza. Tale immagine è perciò molto simile alla percezione dell’occhio umano. La scena è ripresa da 3 cineprese diverse, disposta semicerchio, poi la proiezione avviene tramite 3 proiettori tutti diretti sullo stesso schermo ed in sincronia tra loro mentre come sonoro si utilizzava una colonna sonora a sette canali registrata su un nastro magnetico sperato. 

L’evoluzione di questa sistema diede origine al 70 mm Supercinema, tra i film sperimentati con questo sistema va ricordato 2001: Odissea nello spazio, ma l’effetto non fu certo lo stesso del Cinerama, dato che le immagini vennero girate con una solo cinepresa per ridurre i costi di produzione,  e per consentire la distribuzione in molte più delle poche sale attrezzate alla proiezione dei film in Cinerama. Negli anni venti durante le riprese di Napoleone, Abel Gance ideò un sistema simile costituito da tre cineprese che proiettavano su tre schemi tradizionali. Il film fu girato solo in parte con il sistema che Gance chiamò Polyvision e che utilizzò sia per ampliare il campo visivo di certe scene che risultavano quindi tre volte più grandi di quelle ordinarie, sia per presentare contemporaneamente sui tre schermi tre distinte sequenze a mò di trittico. L’esperimento di Gance ebbe però vita breve anche per il fatto che poche sale cinematografiche potevano essere adattate allo scopo con modeste modifiche. 

Fred Waller aveva reso disponibile per l’aviazione americana una versione “a cinque cineprese” del Cinerama chiamata “Gunney Trainer”, il suo utilizzo nella seconda guerra  mondiale innalzò considerevolmente le ciance di sopravvivenza degli avieri statunitensi. In pratica il gunney trainer aiutava i cannonieri allenandoli alla visione periferica in modo che essi potessero scegliere in maniera più accurata i propri bersagli. In seguito il formato Cinerama fu inventato e brevettato nel 1946 da Fred Waller, ma reso commerciale dal regista di King Kong del 1953. 

Nel 1952 il Cinerama venne presentato in pompa magna nei cinema e Lowell Thomas, a cui veniva affidata l’introduzione video del primo film, annunciava “This is Cinerama”, che era proprio il titolo di quella pellicola. Questo è il Cinerama veniva proiettato il 9 aprile 1955 anche in Italia al Cinema Manzoni di Milano e al Teatro Sistina a Roma, terza quarta città al mondo dopo New York e Londra.

Le immagini venivano proiettate sulle tre parti dello schermo, disposte in modo da coprire un angolo di 146°,in maniera “incrociata” da due proiettori laterali, cioè il proiettore di sinistra proiettava la pellicola sullo schermo di destra e viceversa. Ovviamente il proiettore centrale proiettava la pellicola sulla parte centrale dello schermo. Trattandosi di diverse pellicole era evidente che un minimo salto di fotogramma in una delle tre pellicole doveva comportare il taglio del corrispondente fotogramma sulle altre due al fine di mantenere il sincronismo video. Non erano, quindi, rari i casi di interruzione della proiezione per poter riparare i rulli, ed era lo stesso Lowell Thomas che aveva il compito di intrattenere il pubblico con dei messaggi video precedentemente appositamente preconfezionati. Il rapporto tra la base e l’altezza dello schermo era fissato in 3:1 (Il Cinemascope, ad esempio arrivava al massimo ad un rapporto di 2, 55: 1 mentre oggi la maggior parte di film di widescreen hanno 2,35 come aspect radio). La colonna sonora a sette canali audio veniva registrata separatamente su una pellicola 35 mm, sistema ideato dall’ingegnere del suono Hazard Reeves. Lo schermo era realizzato con strisce verticali orientabili e parzialmente sovrapposte (come tendine veneziane) non più larghe di 10/12 cm per consentire ad ogni porzione dello schermo di essere orientato esattamente sul proiettore corrispondente .

 

 

Croma Key:

 

Tecnica utilizzato per realizzare effetti speciali video utilizzati soprattutto al cinema e nelle produzioni televisive. Il chroma key di unire due sorgenti video, sfruttando un particolare colore per segnalare al mixer video. Supponendo di avere un video di sfondo e il video di un presentatore che si muove su uno sfondo uniforme di colore chiave, la console video trasmetterà in uscita il video del presentatore soltanto nei punti con un colore diverso della chiave; nei punti del video in cui c’è il chroma key, invece, la console userà il video di fondo. Affinchè l’effetto riesca è necessario che il presentatore o l’attore non porti abiti dello stesso colore di fondo, che verrebbero bucati dal chroma key dando agli spettatori una sensazione di irrealtà; il comico Teo Teocoli sfruttava esattamente questo effetto nelle sue gag dell’esperto di calcio Felice Caccamo; si presentava infatti collegato da uno studio in chiave cromatica con un panorama di Napoli sullo sfondo e indossava una cravatta in chroma key, che veniva inesorabilmente bucata dalla telecamera. Sei i contorni fra sfondo chroma key e soggetto sono sfumati o non propri netti, si ha una specie di effetto neve ai bordi fra le due immagini sovrapposte, che è caratteristico di questo sistema. Il chroma key si usa per ambientare soggetti e oggetti su sfondi virtuali, aggiunti separatamente e successivamente con due metodi principali. Nel cinema la tecnica del colore è stata usata in passato soprattutto per film a basso costo, per via dei grossi limiti qualitativi di questa tecnica. Esempi di film dove si usa il Green screen: Harry Potter, Alice Wonderland, Sin City, La desolazione di Smaug, Sky Captain ande the world of Tommorow.

 

 

Colonna sonora: 

 

La colonna sonora è il suono di un’opera composta da immagini e da suono (ad esempio un film, telefilm), considerato come contenuti, cioè l’insieme della voce, della musica e dei rumori (il suono di un’opera composta da immagini e da suono considerato invece negli aspetti tecnici è il sonoro). In un’accezione più ristretta la colonna sonora è soltanto la musica di un’opera composta da immagini e da suono in questo senso è generalmente indicata con sigla inglese OST ( Original Soundtrack), dove originale indica che è stata composta espressamente per una determinata opera.

La colonna sonora, intesa come musica di sottofondo di un film o di qualsiasi altra opera di spettacolo, è il risultato finale delle sessioni di registrazione delle composizioni, quasi sempre orchestrali, di un artista incaricato di realizzare la stessa il compositore. In ambito tecnico, infine la colonna sonora è l’area delle pellicola cinematografica in cui è registrato il suono. Per musica di sottofondo, nota anche come BGM s’intende invece la partitura solo strumentale della colonna sonora musicale, quest’ultima comprende eventuali canzoni. I film prima dell’arrivo del sonoro erano accompagnati da musica eseguito dal vivo.

 

 

Controfigura: 

 

La controfigura viene utilizzata nelle scene pericolose, nel qual caso viene impiegato uno stuntman, di nudo, o nel caso in cui vengano richieste particolari abilità di cui l’attore è sprovvisto, come ad esempio nel caso il personaggio sappia destreggiare abilmente  le carte da gioco. In altri casi, può essere un sostituto dell’attore utilizzato per motivi tecnici, come determinare l’illuminazione di una data scena prima di girare.  

 

Diaframma:

 

Meccanismo usato per regolare la quantità della luce che attraversa l’obiettivo, in maniera analoga all’iride dell’occhio umano. 

Il diaframma è posizionato preferibilmente nel centro del sistema ottico, ad una distanza intermedia  proporzionale tra la pupilla d’ingresso e pupilla d’uscita dell’obiettivo e naturalmente con orientamento ortogonale all’asse ottico. 

Questo evita le distorsioni a barile e a cuscino provocate da una diversa posizione, facilitando il compito di moderare la qualità di luce, migliorandone anche la qualità; la forma delle lamelle, il colore, la posizione e la precisione, in relazione con lo scherma ottico, determinano in qualche misura anche la qualità della luce che lo attraversa. Nei primi anni della fotografia, i diaframmi (spesso dei tappi forati al centro) erano posizionati estremamente alle lenti, ma questo introduceva delle deformazioni all’immagine ripresa dette a barilotto. Viceversa, quando il diaframma veniva posizionato interamente, la deformazione all’immagine era detta a cuscinetto. 

Più avanti, con la complessità degli obiettivi, vennero usate anche delle lamine forate da inserire tra i gruppi di lenti con una slitta, oppure in cerchi rotanti con fori di vario diametro, coppie di lamine contrapposte e tranciate a coda di rondine, che producono fori romboidali, ecc…. fino ad arrivare alle forme usate tuttora. La tipologia di diaframma più utilizzata oggi è quella detta a iride, il quale à formato da un numero variabile di lamelle sagomate in maniera opportuna. Le lamelle sono imperniate in una ghiera rotante azionabile dall’esterno o da una attuatore elettrico interno all’obiettivo, utile per far variare la dimensione del foro. La sagoma dell’apertura è dovuta alla forma e alla quantità delle lamelle del diaframma ed un obiettivo con 10,15 o più lamelle possibilmente curve, riesce a fornire una forma del foro piuttosto circolare, a quasi tutte le aperture. 

 

 

Direttore artistico :

 

Coordina, cura, organizza ed indirizza progetti di spettacoli, concerti, programmi televisivi, cinematografici. Il direttore artistico ha il compito di redigere progetti di spettacoli ed eventi, definendoli in ogni dettaglio, in base a criteri legati a genere, target, obiettivi, qualità, attualità, interesse, contestualizzazione, indicazioni del committente (associazione, fondazione, ente pubblico, gestore, organizzatore, comitato, emittente radio – televisiva, ecc). 

Nella fase di progettazioni dell’evento il direttore artistico deve valutare, oltre agli aspetti artistici, anche parametri economici e tecnici, procedendo da un’autentica analisi di fattibilità. In Italia il direttore artistico è il responsabile del risultato di un evento o spettacolo, dal punto di vista giudiziario e legale,e deve valutare, controllare e vigilare ogni decisione presa con tecnici, allestitori, operatore

 

 

Distribuzione cinematografica: 

 

E’ una fase del processo di diffusione e presentazione al pubblico di un film. 

Della distribuzione cinematografica si occupa una compagnia indipendente, una società controllata o occasionalmente una individuale, che lavora come l’agente finale tra una casa di produzione o alcuni agenti intermediari, ed un esercente, con il fine di assicurare la proiezione del film del produttore sullo schermo della sala cinematografica. Nel campo del cinema, il termine distribuzione si riferisce al mercato e alla circolazione di film nei cinema. Il primo passo per il distributore è di convincere l’esercente a noleggiare, o prenotare, ciascun film. Con questo fine il distributore può organizzare uno spettacolo privato per l’esercente, o usare altre tecniche di marketing che convinceranno l’esercente di poter ottenere profitti finanziari proiettando il film. Una volta d’accordo, il distributore assicura un contratto scritto o verbale imponendo un minimo garantito, ovvero un prezzo che l’esercente, sarà obbligato a corrispondere alla distribuzione appena verrà staccato anche un solo biglietto e un percentuale sugli incassi variabile. Il distributore deve anche assicurarsi che ci siano abbastanza copie del film per servire tutti gli esercenti con i quali si è stipulato un contratto, assicurarsi la loro consegna fisica ai cinema per il giorno prefissato, e assicurasi il ritorno delle copie all’ufficio della compagnia distributrice o altri luoghi di immagazzinamento, il tutto sempre vincolato dal contratto. In pratica, ciò include la produzione fisica delle copie e il loro trasposto per il mondo (un processo che potrà presto essere rimpiazzato dalla distribuzione digitale) come anche dalla creazione di poster, di pubblicità sui quotidiani e sui periodici, spot pubblicitari in TV, e altri tipi di pubblicità. Nei giorni del cinema hollywoodiano classico, gli studi cinematografici usavano il sistema studio, producendo e distribuendo i loro stessi film ai cinema che possedevano una pratica conosciuta come integrazione verticale. Il controllo degli studios sulla distribuzione era fortemente indebolito negli Stati Uniti d’America quando nel 1948, il caso Stati Uniti d’America vs Panaramount Pictures obbligò i major studio a vendere tutti i loro cinema. Oggi i major studio e le compagnie di produzioni indipendenti allo stesso modo competono per le proiezioni nei cinema. Con il diffondersi, in special modo dagli anni novanta della produzione televisiva non soltanto di telefilm ma anche di film per i quali non era subito prevista una distribuzione cinematografica o per l’home video (nei casi in cui la distruzione avviene direttamente per questo mercato si parla di direct to video ), hanno preso vita anche le case di distribuzione televisive, le quali solitamente acquistano una produzione televisiva e la distribuiscono in televisione. Il fenomeno riguarda le reti televisive via cavo americane o le reti satellitari europee. 

 

 

Digitalizzazione: 

 

E’ il processo di conversione che applicato alla misurazione di un fenomeno fisico ne determina il passaggio dal campo dei valori continui a quello dei valori discreti. Tale processo viene oggi comunemente sintetizzato nei termini di passaggio dall’analogico al digitale. La misurazione della temperatura tramite un termometro o la rappresentazione di un suono tramite il tracciamento di onde sono esempi di grandezze di tipo analogico, in quanto i valori che possono essere assunti sono infiniti. In effetti l’operazione comporta una perdita di informazioni, che però in alcuni casi è accettabile in quanto si guadagna in semplicità di rappresentazione o altri casi non è comunque percepita. Nel campo dell’informatica e dell’elettronica, con digitalizzazione si intende il processo di trasformazione di un’immagine, di un suono, di un documento in un formato digitale, interpretabile da un computer, dove per formato digitale si intende un codice binario in cui tutto è rappresentato da combinazioni di zero o uno, quindi da stati di tipo acceso / spento. Un disco in vinile su cui è registrata una canzone rappresenta un esempio di riproduzione analogica di un suono; la stessa canzone riprodotta tramite un computer ne rappresenta il formato digitale.  Il termine Digitalizzazione; indica la trasformazione o la realizzazione di uno strumento di misura di elaborazione dei dati, oppure di un sistema di comunicazione in modo tale che la grandezza di uscita sia espressa in forma numerica e non forma analogica. Il termine è anche riferito alla grandezza fisica stessa. 

Un’immagine digitale è un insieme ordinato di numeri interi, ottenuti dalla scansione di un’immagine analogica (sorgente), utilizzando un’apparecchiatura speciale detta scanner (digitalizzazione di un’immagine analogica), o tramite l’utilizzo di fotocamere digitali che producono direttamente l’immagine digitale dalla scena ripresa. Ogni numero dell’insieme ordinato rappresenta l’intensità luminosa media (Livelli di grigio), di un’areola corrispondente nell’immagine sorgente, detta pixel. 

La capacità di ogni sistema di digitalizzazione è di eseguire misurazioni dette risoluzione. Questa si divide in radiometrica e geometrica: Risoluzione radiometrica è la minima differenza di luminosità rilevabile e viene anche detta profondità del colore in bit e ogni sistema d’acquisizione utilizza una diversa risoluzione tra: 

 

- Bianco e nero (1 Bit: 2 valori 0, 1)

- Livelli grigi ( 8 Bit: valore standard 256 livelli di grigio possibili ) 

- A colori (24 Bit, 30 Bit,36 Bit, 48 Bit ) 

 

Vettoriali ( Immagini definite da moduli grafici, punti, segmenti, poligoni, poliedri) 

Miste Bitmp + vettoriale 

 

Il più usato e diffuso metodo di compressione, anche se non è il più efficiente è il  JPEG ( Joint Photographic Expert Group) che comprime separatamente i dati di luminanza e quelli di cromaticità separatamente i dati di luminanza e quelli di cromaticità con rapporto di compressione controllabile dall’utente tramite la percentuale di perdita di informazioni. Ad ogni formato di file e a ogni metodo di compressione usato per le immagini, corrisponde un’estensione diversa del nome del file come BMP, GIF, JPEG;MAC;PCD, PNG, PSD, TIFF. RAW. Un video o un filmato è costituito da una serie di immagini, chiamate fotogrammi, che si susseguono in rapida sequenza. 

 

I – Frames (Fotogrammi di tipo I, chiamati anche Intra Frames o Key Frames): vengono codificati utilizzando le informazioni contenuti nel fotogramma stesso, le informazioni contenute nel fotogramma stesso contengono codificati utilizzando le informazioni contenute nel fotogramma stesso, non contengono nessun riferimento o informazione sui fotogrammi adiacenti e sono compresi identicamente ad un’immagine singola ( per Es. JPEG); essi vengono inseriti in genere quando c’è un repentino cambiamento tra due immagini, ma sono comunque spesso vincolati da un intervallo massimo tra loro ( Maximun I – Frame Interval ) che corrisponde solitamente a 10/12 secondi .

 

P – Frames (Fotogrammi di Tipo P, Predicted Frames chiamati anche Delta – Frames o Inter – Frames) : vengono codificati utilizzando informazioni acquisite in base al fotogramma precedente, sia questo tipo I o P e, quindi utilizzando le somiglianze tra fotografi grammi successivi, risultano più piccoli degli I Frames: partendo dalla considerazione che per ogni secondo di video si susseguono 25 fotogrammi risulta molto più efficiente memorizzare non i singoli fotogrammi in modo indipendente, ma esclusivamente le minime differenze tra loro, operazione resa semplice utilizzando questo tipo di fotogrammi, con il risultato di memorizzare un numero significante più basso di bit. Tali fotogrammi quindi contengono le informazioni della posizione nel fotogramma corrente in ci si è spostato un blocco che aveva coordinate in quello precedente. 

 

Per effettuare la compressione video vengono utilizzati elementi detti Codec Video (Coder / Decoder), programmi composti da un encoder, il cui scopo è comprimere una sequenza di immagini video per archiviarla in un file e  un Decoder, necessario per decomprimere la sequenza e poterla nuovamente visualizzare. 

 

Lossy ( Tecniche di decompressione non reversibile nelle quali video compresso e decompresso non sono più identici in quanto al momento della compressione sono state volutamente eliminate alcune informazioni con lo scopo di occupare spazi ridotti, tali tecniche sono le più diffuse e conosciute, come le codifiche MPEG, DVX, XVID, ecc… 

 

 

Direttore del doppiaggio: 

 

Ha il compito di coordinare e dirigere il doppiaggio di una produzione straniera oppure nazionale: documentario, sceneggiato, film. Le sue prerogative vanno dalla scelta delle voci, all’impostazione dell’interpretazione dei doppiatori fino al missaggio finale. Il suo ruolo si può assimilare a quello di un regista per la parte vocale. Spesso è attore e doppiatore egli stesso, ma non necessariamente. In molti casi è anche autore dei dialoghi italiani. 

 

 

Il direttore della fotografia: 

 

E’ il responsabile della fotografia cinematografica durante la realizzazione di un film. 

In senso lato, a volte viene definito tale anche chi decide le luci di uno spettacolo teatrale, di uno spettacolo televisivo in studio, di un concerto, di una sfilata di modo o di una mostra,mestiere che più propriamente si chiama datore luci o direttore delle luci, e ultimamente, light designer. Il direttore della fotografia al cinema è una delle figure più importanti, poiché e il responsabile dell’impatto visivo delle immagini sullo spettatore. Può lavorare con una certa autonomia decisionale, oppure a stretto contatto con il regista, l’operatore alla macchina da presa, lo scenografo. Molti capolavori cinematografici sono dovuti alla fotografia di scena. Oltre alle conoscenze tecniche, il direttore della fotografia deve avere anche doti artistiche, essendo la fotografia un processo creativo ed interpretativo assai complesso. Non mancano direttori in grado di interpretare la luce e di dare coerenza visiva alla riprese connotandole con un’impronta autoriale del tutto personale. Le mansioni del direttore del fotografia sono la composizione dell’inquadratura, la disposizione delle luci, il controllo dei movimenti della macchina da presa, le scelte stilistiche sull’angolo di ripresa e la scelta dell’obiettivo, così come il piano di messa a fuoco, l’apertura del diaframma per l’esposizione voluta, la distanza e la profondità di campo, ecc. Molto più complesso diventa il lavoro del direttore della fotografia quando vengono effettuate scene con uso di effetti speciali, modellini. Alla fine delle riprese, dopo il montaggio il direttore della fotografia in genere interviene ulteriormente a correggere il diaframma e la composizione dei colori prima della stampa definitiva dal negativo o in caso di riprese digitali, prima della produzione della copia campione. Tra o grandi direttori di fotografia italiani vanno ricordati: Gianni Di Venanzo, Tonino Delli Colli, Giuseppe Rotunno, Pasqualino De Santis, Otello Martelli, Aldo Tonti, Carlo Di Palma, Dario Di Palma, Dante Spinotti, Aldo Graziati, Franco Di Giacomo, Vittorio Storaro, Luciano Tovoli, Marcello Gatti, Alfio Contini, Ennio Guarnieri, Blasco Giurato, Giuseppe Pinori, Giuseppe Lanci, Tonino Nardi, Armando Nannuzzi, Renato Tafuri, Mauro Fiore, Arnaldo Cascio, Italo Petriccione, Luca Bigazzi, Alessandro Pesci, Roberto Forza, Marco Pontecorvo, Paolo Carnera, Marco Onorato. 

 

 

Direttore di produzione:

 

E’ la figura professionale che si occupa di tutta la lavorazione del film, dalla preparazione delle scalette di lavorazione alla composizione della troupe, ai contratti con le varie figure professionali, fino alla postproduzione e alla copia finale risponde al produttore. 

 

 

Direttore di edizione: 

 

Figura importante del cinema che interviene nella fase di post produzione di un film. E’ colui che coordina e organizza le proiezioni di prova, gestisce i rapporti con le varie aziende specializzate, si occupa di alcune questioni legali ed  è il responsabile della prova campione (Copia del film definitiva) pronta e per essere spedita ai distributori. 

 

 

Doppio super 8 : 

 

Formato cinematografico evoluto rispetto al super 8 millimetri, nato per ovviare ai limiti costruttivi del caricatore super 8 mm, ed immesso sul mercato alcuni anni dopo questo formato. Può essere considerato come la sintesi tra il vecchio doppio 8 mm e il super 8 mm. Del primo adotta il caricamento manuale e la necessità del ribaltamento della bobina dopo aver impressionato la prima metà della pellicola; del secondo, le dimensioni del fotogramma e delle perforazioni. Al pari del doppio 8 mm, inoltre, il processo della pellicola è parte integrante della cinepresa. La resa di questo formato è elevatissima, quasi uguale a quella del 16 mm. Attualmente, il doppio super 8 è disponibile con un emulsione invertibile in bianco e nero ( La Fomapan ) ed una invertibile a colori (Velvia 50D), tagliata in questo formato da un laboratorio tedesco. 

 

 

Documentario:

 

Un documentario è un film di carattere divulgativo finalizzato alla diffusione della conoscenza di diversi aspetti dello scibile umano. Inizialmente i primi filmati documentari erano distribuiti nelle sale cinematografiche, oppure diffuse via radio, come voce narrante di un testo avente caratteristiche informativo didattiche. In seguito ai filmati sono stati associati i testi parlati, integrando le due forme comunicative in modo da poter fornire una informazione completa e referenziata. 

I documentari non hanno dei format o degli argomenti predefiniti trattano soprattutto di argomenti a carattere scientifico o naturalistico, cercando di divulgare la conoscenza accademica in modalità di facile accesso per le masse indistinte. 

 

 

Dogma 95: 

 

Movimento cinematografico che nasce in Danimarca dal regista Lars Von Trier sulla base di un decalogo fondato su precise regole. L’obiettivo dichiarato è quello di purgare il cinema da investimenti miliardi e da costosi effetti speciali eliminando anche luci, scenografie, costumi, colonna sonora. 

 

 

Dolby Digital: 

 

Tecnica di riproduzione audio digitale a 5.1 canali caratterizzata dalla produzione di effetti sonori e voce, anteriori, posteriori, centrali, più un canale dedicato ai bassi ottenendo un maggio risalto della presenza sonora. Viene utilizzata in molti sistemi per l’home cinema. 

 

 

Dolby Labs: 

 

Produttore di varie tecnologie sonore come i filtri per la riproduzione dei fruscii, è stato fra i primi a brevettare tecnologie multicanale per il miglioramento dell’audio e degli effetti sonori. 

 

 

Dolby Digital EX: 

 

Sistema di riproduzione audio digitale a 6.1 canali, E’ l’attuale evoluzione del Dolby Digital per il cinema. Produce effetti sonori anteriori, laterali, posteriori più un canale esclusivo dedicato ai bassi. 

 

 

DTS: 

 

Digital Theater System, sistema di riproduzione audio digitale a 7.1 canali.

Produce effetti sonori anteriori, laterali, posteriori, centrali, più un canale dedicato ai bassi è attualmente il sistema più sofisticato di riproduzione audio. 

 

 

Dolly:

 

E’ un carrello con un braccio mobile che regge la macchina da presa, eventualmente dotato di una piattaforma su cui stanno l’operatore egli assistenti. Il dolly permette di effettuare carrellate e movimenti di macchina di ogni genere, anche a svariati metri d’altezza. Può essere libero o montato su binari. Nei modelli più robusti, il braccio mobile può sorreggere anche l’operatore seduto su un seggiolino accanto alla macchina da presa. Alcuni modelli prendono il nome di crane o louma in base al tipo di braccio e alla sua lunghezza. 

 

 

Doppiaggio:

 

Procedimento tecnico con quale i prodotti audiovisivi ( film, serie tv, cartoni animati) si sostituisce la voce originale di un attore, o di un personaggio, con quella di un doppiatore.  

 

 

Editing:

 

Si verifica quando ad un’immagine di un personaggio all’interno della stessa sequenza o fotogramma filmico viene sostituito il contesto. L’immagine di un bambino che mangia il gelato in un parco giochi ha un significato completamente diverso dalla stessa identica immagine inserita.

 

 

Effetto notte:

 

Detto anche “notte americana” o in inglese “day for night”. Consiste nel girare in pieno giorno delle scene che allo spettatore sembreranno girate in notturna. Si ottiene ponendo dei filtri sull’obiettivo e sottoesponendo. Consente di risparmiare agli attore e alla troupe la fatica di girare di notte, e di poter utilizzare le stesse pellicole usate normalmente ( poiché le pellicole da utilizzare di note avrebbero una grana più evidente, essendo più sensibili).

 

 

Esposimetro:

 

Strumento per misurare l’intensità luminosa, i rapporti fra le tre luci basse, il contrasto e grazie ad un apposito calcolatore, il tempo di esposizione alla luce di una pellicola fotografia o cinematografica per la migliore resa focale.  

 

 

F.A.C. :

 

Comitato Nazionale per la Diffusione del Film d’Arte e di Cultura

 

 

Fantasy:

 

Genere cinematografico indica un film dai risvolti fantastici o favolisitici. 

 

 

F.I.A. :

 

Federazione Internazionale degli attori 

 

 

F.I.A.I.S. :

 

Federazione Internazionale degli Archivi delle immagini e dei Suoni. 

 

 

Film Commission:

 

Organizzazione a livello nazionale o locale che ha l’obiettivo di favorire la produzione di film all’interno del proprio territorio (agevolando i permessi,trovando sponsor, etc..)   

 

 

Film d’essai: 

 

Per cinema d’essai ( dal francese, letteralmente cinema di prova, o sperimentale ), si intende un particolare genere cinematografico, generalmente non rivolto ad esigenze di consumo di massa. Il primo sostenitore fu Louis Delluc, il quale, oltre a pubblicare una rivista, lavorò parecchio a sostegno delle pellicole del cinema impressionista francese. Movimenti cinematografici come l’impressionismo francese, l’espressionismo tedesco e la scuola sovietica del montaggio, riuscirono a beneficiare dell’impatto che queste iniziative avevano sul pubblico intellettuale. All’inizio del XX secolo, la prima “salle specialiste” venne inaugurata a Parigi nel 1924 da Jean Tedesco, critico vicino alla rivista di Delluc. I cinema d’essai iniziarono a sorgere sul territorio USA già nel 1925. A New York in quell’anno venne inaugurata la Film Art Guide, società che proponeva gli spettacoli di domenica mattina a un pubblico di esperti. A partire dal 1930 l’impegno di intellettuali statunitensi ed emigranti europei favorì la crescita di questi circuiti sul suolo statunitense, patria di Hollywood e del cosiddetto cinema commerciale. La vera esplosione si ebbe durante gli anni sessanta quando quasi tutte le grandi città statunitensi, oltre che le cittadine universitarie, ospitavano più di una sala di questo tipo. I film proiettati erano soprattutto di importazione. A essere diffusi furono soprattutto pellicole inglesi. Fu questo contesto che il pubblico americano conobbe film come Roma città aperta di Roberto Rossellini, Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, Amanti perduti, di Marcel Carnè. In Italia, le sale dedicate al genere dal 1980 si sono riunite in una federazione, a sua volta facente parte della Confederation Internationale des Cinemas d’Art et d’Essai, nata nel 1955, alla quale partecipa anche l’Associazione Italiana Amici Cinema D’Essai (AIACE), nata nel 1962 e diretta da Jacopo Chessa. Il cinema d’Essai indica in generale quella cinematografia rivolta a che delle opere cinematografiche privilegia aspetti che vanno oltre il mero intrattenimento, come, ad esempio il valore artistico, formale di sperimentazione sul linguaggio cinematografico, oppure di impegno sociale. Per estensioni, il termine individua anche una sala cinematografica che proietti pellicole del genere. Questi film venivano proiettati con i sottotitoli e molti di essi proponevano contenuti audaci cui gli spettatori americani non erano abituati. E’ Dio creò la donna lanciò Brigitte Bardot negli USA non tanto per la complessità del soggetto, quanto per la leggerezza con cui temi proibiti dalla censura  americana venivano tratti. In sostanza, si dichiara d’essai un film che contribuisca alla diffusione della cultura cinematografica ed alla conoscenza di correnti e tecniche sperimentali.  

 

 

Filmografia:

 

La filmografia di una persona è l’elenco dei film a cui ha collaborato. Può essere specificato o meno l’anno e il ruolo (attore, regista, sceneggiatore). 

 

 

Final Cut:

 

Programma di montaggio per i professionisti del video e del cinema, prodotto da Apple, il programma permette di montare, mixare filmati con risoluzioni diverse, utilizzando un interfaccia grafia molto semplice e potente e consente di remotare direttamente le videocamere amatoriali e professionali grazie al collegamento Firewire, nonché i principali deck professionali via collegamento seriale RS422. 

Tramite schede di terze parti può acquisire materiale nei diversi formati ad alta risoluzione, ed alta definizione. Il programma consente di applicare un’ampia serie di effetti grafici e di transizioni, che possono essere visualizzati anche in tempo reale se le specifiche hardware lo consentono. Apple ha sviluppato anche una versione economica di Final Cut Pro chiamato Final Cut Express. Final Cut Pro è dimostrato anche dagli Academy Awards 2010: il software Apple è stato usato per realizzare i cinque documentari nominati per la categoria Documentary – Short e quattro documentari su cinque dei nominati per la categoria Documentary – Feature. 

 

 

Flashback:

 

Analessi, ovvero figura retorica che riavvolge la sequenza cronologica degli eventi su sé stessa, raccontando avvenimenti che precedono il punto raggiunto dalla storia. 

 

 

Flash Forward:

 

Prolessi narrativa, ovvero modifica dell’ordine logico e cronologico del racconto inserendo un’anticipazione del futuro, ad esempio mostrando all’inizio del film una sequenza che mostra il finale della vicenda raccontata.

 

 

Flycam:

 

Macchina da presa montata su un mini aereo, aliante o minidirigibile utilizzata in luoghi molto ampi, per effettuare riprese aeree. 

 

 

Formato anamorfico: 

 

E’ un termine che può essere utilizzato sia per la tecnica cinematografica di cattura di una immagine in formato widescreen su una pellicola da 35 millimetri, o altri supporti di registrazione visiva, con un aspect ratio nativo non widescreen, sia a un formato di proiezione cinematografica in cui l’immagine originale richiede una lente anamorfica per ricercare le proporzioni originali. Formato da non confondere con il formato Widescreen anamorfico, che è un sistema elettronico di codifica video che utilizza dei principi simili al formato anamorfico ma utilizzando differenti metodi. La parola anamorfismo deriva dal greco e significa forma ricostruita. Lo sviluppo del widescreen anamorfico è stato spinto dal desiderio di avere un più aspect ratio. Il moderno formato widescreen anamorfico ha un aspect ratio di 2.40,ovvero la larghezza dell’immagine è 2.,40 volte la sua altezza. La pellicola 35 mm di formato Academy ha un aspect ratio di 1.37:1 che non è così ampio.  In un’immagine widescreen non – anamorfica sferica (piatta), l’immagine viene registrata sulla pellicola in modo che la sua intera larghezza venga inserita all’interno del fotogramma, e quindi una gran parte del fotogramma viene sprecato su porzioni che saranno nere al momento della proiezione . Per utilizzare la pellicola, deve essere utilizzato un obiettivo anamorfico, la lente anamorfica fa si che l’immagine venga registrata sulla pellicola come se fosse stata allungata verticalmente. Questa distorsione geometrica intenzionale viene quindi invertita durante la proiezione, con il risultato di aver una aspect ratio più grande di quello impresso sulla pellicola. Il Cinerama fu un primo tentativo di risolvere il problema di immagini di alta qualità in formato widescreen, ma il widescreen anamorfico alla fine si è dimostrato essere più praticabile. Il Cinerama precedette i film anamorfici, ma consistendo di tre immagini proiettate una di fianco all’altra sullo stesso schermo le immagini non erano mai unite perfettamente ai bordi, inoltre necessitava di tre proiettori e una frequenza dei fotogrammi più alta, il che richiedeva una quantità di pellicola quattro volte superiore, e tre cineprese. Alcuni film sono stati distribuiti in formato Cinerama e proiettati in sale speciali. Il widescreen anamorfico era molto attraente per gli studi cinematografici, in quanto aveva lo stesso elevato aspect ratio, senza gli svantaggi della complessità e dei costi aggiuntivi del Cinerama. 

 

 

Fuori campo:

 

Nel cinema si intende per fuori campo tutto ciò che accade fuori del campo visivo del quadro ma è presente nell’immaginario spazio adiacente. Il fuori campo viene spesso descritto, tramite le tecniche cinematografiche, in maniera che possa essere immaginato e ricreato dalla fantasia dello spettatore. Per ciò che riguarda il sonoro, il fuoricampo, riguarda quei suoni acusmatici che vengono originati nel piano di realtà della narrazione, ovvero quei suoni che sono udibili anche dai personaggi. Il sonoro udibile dai personaggio, che siano voci, rumori o musica si dice diegetico. 

La musica “extra – scenica “ che si sovrappone talvolta alle immagini,quando non ne viene visualizzata la fonte e non viene avvertita dai personaggi, non riguarda il fuori campo bensì una zona ancora più esterna. Tale sonoro può definirsi acusmatico ma non diegetico.  

 

 

Giraffa:

 

E’ un dispositivo utilizzato nelle riprese cinematografiche e televisive per la raccolta delle voci. Il microfono, spesso direzionale, è montato al capo di un braccio telescopico controbilanciato, sorretto da un carrello, che permette movimenti ampi e precisi ad opera del microfonista, diretto dal fonico di presa diretta. La giraffa Fisher entrò in uso negli Stati Uniti d’America negli anni quaranta e venne importata in Italia dopo la fine della secondo guerra mondiale con l’arrivo degli americani.

In precedenza i tecnici del suono si arrangiavano con ciò che avevano a disposizione, improvvisando strumenti di sostegno per il microfono. Il movimento basculante che sosteneva il braccio era montato su una torretta a sua volta montata su un carrello con ruote gommate. Il portamicrofono, montato all’estremità del braccio, permetteva il movimento nelle quattro direzioni e la rotazione a 360 gradi. 

Le sospensioni elastiche tramite le quali vi veniva agganciato il microfono permettevano di evitare l’effetto stetoscopio dovuto a vibrazione meccaniche. Si noti che il peso dei microfoni del tempo era considerevolmente più alto dell’attuale. Con il passare degli anni e il miglioramento della tecnologia, sia nella qualità che nel peso dei materiali, a partire dagli anni sessanta il dispositivo andò  ad alleggerirsi. Il microfono, ormai di peso ridottissimo, può oggi venire manovrato semplicemente con un’asta microfonica in fibra di carbonio. L’insieme di microfono direzionale ed asta microfonica in inglese è boom microphone. Essenziale è evitare che il microfono superi i limiti dell’inquadratura, detti traguardi, ed entri nel campo di ripresa, pena lo stop da parte dell’operatore di macchina. A volte l’entrata del microfono visibile in un’inquadratura non è però dovuta ad errori, ma ad un formato di proiezione diverso dall’originale o all’adattamento al formato televisivo. 

 

 

Girato Giornaliero:

 

L’insieme di tutto il materiale di ripresa prodotto durante la lavorazione di un film. 

Di solito viene conservato dalla casa di produzione. Oggi può essere utilizzato durante la produzione dei DVD per poter inserire negli extra le scene eliminate, gli errori degli attori durante le riprese, le scene integrali (non ancora tagliate alla fase di montaggio e in cui è visibile anche il ciak ), le riprese effettuate da più mdp contemporaneamente dette multi angolo, ecc. Il tutto accompagnato dal Bollettino di Edizione che ne fa parte integrante e che riporta tutto quello che è stato girato dando indicazioni allo Stabilimento di Sviluppo e Stampa relativamente alle scene ( buono, riserva, o scarto), nonché le indicazioni che, insieme ai Fogli di Montaggio, costituiranno la guida per il Montatore. 

 

 

Gobbo:

 

Sistema utilizzato per suggerire agli attori le battute

 

 

IMAX:

 

Sistema di proiezione a schermo gigante. Le riprese effettuate con una speciale MDP impressionano una pellicola da 70 mm a quindici perforazioni ben 10 volte più grande della normale pellicola che, una volta sviluppata, viene proiettata su di uno schermo 4 volte più grande del normale ed in grado di coprire quasi tutto il campo visivo dello spettatore con un dettaglio irraggiungibile dalle normali pellicole 35 mm. 

 

 

Inquadratura: 

 

L’azione compresa fra tra l’inizio (ciak) e la conclusione (stop) di una stessa ripresa, senza alcuna interruzione. L’inquadratura può essere in relazione della macchina da presa:

 

- Fissa: quando la macchina da presa è ferma

- Mobile: quando la macchina da presa è in movimento

- Frontale: quando la macchina da presa è perpendicolare al soggetto filmato.

 

In relazione invece al punto di vista può essere: 

 

- Oggettiva, quando il soggetto è rappresentato in modo diretto senza alcuna mediazione di sguardo

- Soggettiva: quando la macchina da presa riprende un’azione o un soggetto attraverso di occhi di un personaggio.

 

 

Inquadratura oggettiva:

 

Il punto di vista della MDP si identifica con quello del personaggio. 

 

 

Inquadratura soggettiva :

 

Il punto di vista della MDP si identifica con la visione di un ipotetico osservatore esterno alla scena. 

 

 

Ispettore di produzione:

 

Collabora con il direttore di produzione e verifica il budget per le scene. 

 

 

Macchina da presa:

 

La presa con cui si effettuano le riprese. 

 

 

Metalfilmico:

 

Tutto ciò che allude esplicitamente al cinema stesso e/o ne sottolinea la finzione, come le battute dell’attore rivolte al pubblico, le citazioni di altri film, ecc..

 

 

Montaggio: 

 

Unione delle vari inquadrature e immagini e suoni, il montaggio è un’operazione tecnica, inoltre può intervenire nell’organizzazione dello spazio e del tempo, rappresentando per esempio due situazioni di per sé indipendenti oppure contemporaneità di più situazioni. 

 

 

Montaggio non lineare:

 

Si tratta delle manipolazione dei filmati video all’interno di un PC. Invece di usare le moviole questo nuovo procedimento di montaggio caratteristico della tecnologia digitale accorcia i tempi è infatti possibile intervenire direttamente su un punto qualsiasi del film senza dover riavvolgere il nastro ogni volta. 

 

 

Morphing:

 

Procedimento tipico degli effetti speciali, che permette di trasformare progressivamente un’immagine digitale in un’altra. Inserendo nel computer l’immagine di partenza e quella di arrivo e stabilendo la velocità della metamorfosi. 

L’elaboratore calcola autonomamente i passaggi intermedi. 

 

 

Motion Capture:

 

Tecnica che permette di catturare i movimenti di un attore in azione su blue screen rivestito di appositi sensori rilevati da un computer, che elabora la sequenza digitale da usare come base per il personaggio digitale. 

 

 

Maestro d’armi:

 

Insegnante specializzato nell’uso di diverse armi antiche o moderne aiuta gli attori nella preparazioni delle scene più cruente cercando di ricreare realismo e dinamicità negli scontri. 

 

 

Make Up:

 

Effetti di trucco (maschere, ferite, abrasioni, parti del viso, invecchiamento e ringiovanimento, ecc…) applicate da specialisti degli effetti speciali sul volto degli attori. 

 

 

Majos: 

 

Sono dette cosi le grandi case di produzione americane. 

 

 

Making of:

 

Reportage sulla lavorazione del film, detto in italiano “il dietro le quinte” 

 

 

MDP:

 

Macchina da presa 

 

 

Massive:

 

Software per la realizzazione in digitale dell’aumento di folle di personaggi virtuali sulla scena, a partire da riprese di poche comparse,usato principalmente in scene di battaglie, ideato dalla Weta Digital appositamente per la trilogia cinematografica Il Signore degli Anelli . Fornisce agli agenti creati un’autonomia intelligente, ottenendo risultati simili a quelli ottenibili con attori in carne e ossa. 

 

 

MIBAC:

 

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali

 

 

Microfonista:

 

Tecnico che si occupa della sistemazione e cura dei microfoni per gli attori. 

 

 

MIFED:

 

Mercato  Internazionale del film e del Documentario 

 

 

MIPTV: 

 

Mercato Internazionale dei Programmi Televisivi 

 

 

Moviola:

 

Apparecchiatura in grado di far visionare la pellicola per singolo fotogramma per realizzare il montaggio. Questo termine è ormai familiare agli sportivi perché con questo nome viene chiamata televisivamente la riproduzione rallentata delle immagini negli eventi sportivi. 

 

 

Neorealismo:

 

Movimento culturale fa la propria comparsa in Italia intorno alla seconda guerra mondiale: sua principale caratteristica è quella di rappresentare la vita quotidiana nel suo immediato, adottando una chiave di lettura tra il reale ed il documentaristico spesso servendosi di personaggi dalla strada al posto di attori professionisti.

 

 

NETPAC:

 

Network for the Promotion of Asia Cinema 

 

 

Nouvelle vauge:

 

Movimento cinematografo nato in Francia  alla fine degli anni 50

 

 

NTSC:

 

National Television System Committee Sviluppato negli USA, è stato il primo standard di tv a colori ad essere inventato. 

 

 

NUCT:

 

Nuova Università del Cinema e della Televisione

 

 

O.S.A. 

 

Operatori Spettacolo Associati 

 

 

Operatore alla macchina da presa:

 

E’ l’addetto che manovra la macchina da presa. Può avere degli assistenti  o ricevere ordini dal direttore della fotografia . MDP 

 

 

Panoramica:

 

Movimento della macchina da presa quando ruota intorno al proprio asse o in senso orizzontale, oppure obliquamente. 

 

 

Piano di ripresa: 

 

La quantità di spazio che l’obiettivo riprende in relazione al soggetto, esso varia a secondo la distanza del soggetto rispetto alla macchina da presa :

 

 

Figura intera :

 

Piano americano (dal ginocchio in su)

 

Piano medio (dalla vita in su)

 

Primo piano ( dalle spalle in su)

 

Primissimo piano (solo il volto)

 

Dettaglio ( particolare che occupa tutta l’inquadratura) 

 

 

Piano sequenza: 

 

La ripresa di una inquadratura senza nessuna interruzione, quindi senza stacchi, dissolvenze, o qualsiasi altro elemento di discontinuità. E’ l’accorgimento tecnico che più si avvicina alla percezione spazio – temporale che si avvicina nella visione dell’occhio umano. 

 

 

Presa diretta: 

 

Tecnica di registrazione audio di dialoghi, rumori, e suoni registrati al momento stesso in cui si girano le scene. 

 

 

Produttore:

 

Colui che finanzia il film 

 

 

Profondità di campo:

 

Tecnica che permette la ripresa con messa a fuoco di più oggetti in profondità all’interno dell’inquadratura.

 

 

Piano Americano:

 

Quando in una inquadratura un attore viene ripreso dal ginocchio alla testa.

 

 

Piano Medio:

 

Si ha quando si inquadra l’attore a partire dalla vita

 

 

Piano Sequenza:

 

Si tratta di un’inquadratura lunga, caratterizzata da continuità  temporale risulterà quindi priva di stacchi di montaggio, che deve svolgere da sola il ruolo di un’intera scena. In pratica si tratta di una ripresa completamente priva di stacchi. 

 

 

Primo Piano:

 

Detto PP inquadratura di dettaglio, nel caso di un attore questo viene ripreso dalla testa fino alle spalle

 

 

Primissimo Piano: 

 

PPP inquadratura di massimo dettaglio, nel caso di un attore viene inquadrato solo il viso. 

 

 

Profondità di campo:

 

E’ la quantità di spazio chiaramente messa a fuoco in modo da poter presentare più situazioni diverse  per profondità all’interno dell’immagine. 

 

 

Regista:

 

Il vero cuore di un film di cui è fondamentalmente il responsabile artistico, ma anche tecnico a lui spetta la responsabilità di avere un piano preciso per dare un senso finito alla storia proposta dal copione attraverso le riprese, la gestione degli attori ed il montaggio. 

 

 

Remake:

 

Riproporre un film già realizzato in una nuova versione. Attualmente grazie allo sviluppo degli effetti speciale tale procedura è fin troppo seguita nelle produzioni americane. 

 

 

Sarta di scena:

 

Responsabile del guardaroba degli attori. 

 

 

Sceneggiatura: 

 

E’ la trama completa scena per scena dove vengono elaborati i dialoghi degli attori descritti con varie indicazioni tutti i luoghi e gli oggetti presenti nelle varie inquadrature. 

 

 

Sceneggiatore:

 

E’ l’autore del soggetto chiamato a redigere la sceneggiatura. 

 

 

Scenografo:

 

E’ il responsabile della progettazione grafica e della realizzazione materiale delle scene. 

 

 

S.A.C.T. :

 

Scrittori Associati di Cinema e Televisione Italiani

 

 

S.A.I. :

 

Sindacato Attori Italiani 

 

 

S.A.N.A.S. :

 

Sindacato Autonomo Nazionale Arte e Spettacolo

 

 

Sedici Millimetri:

 

Sistema di ripresa dotato di una pellicola formato ridotto per il cui uso viene utilizzata una cinepresa.

 

 

Settima Arte:

 

Cosi viene definito il cinema come forma d’arte moderna nata nel XIX secolo, che pur raccogliendo in se varie forme di espressione artistiche come la letteratura, il teatro ed anche la pittura e musica assurge ad un ruolo proprio.  

 

 

SFX:

 

Abbreviazione per gli effetti speciali

 

 

Short:

 

Nel linguaggio cinematografico indica un cortometraggio

 

 

Segretaria di Edizione:

 

Ha il compito di prendere nota di quanto avviene sul set e curare la stesura del diario di lavorazione, il suo lavoro sarà poi utile sia al direttore di produzione per il controllo del budget che al regista in fase di montaggio. 

 

 

Sky – cam: 

 

Tipo di ripresa in cui MDP comandata a distanza viene fatta scorrere su cavi aerei appositamente predisposti in modo da ottenere una ripresa dall’alto. 

 

 

S.N.C. :

 

Scuola Nazionale di Cinema

 

 

S.N.C.C.I. 

 

Sindacato Nazionale  Critici Cinematografici Italiani 

 

 

Set: 

 

Luogo dove vengono effettuate le riprese, che può essere realizzato in studio, o all’aperto dove avviene la scena ripresa dalla MDP. 

 

 

SIAE:

 

Società Italiani Autori Editori.

 

 

SIAD :

 

Società Italiana Autori Drammatici 

 

 

Silent Movie:

 

Film muto

 

 

Sitcom:

 

Commedia caratterizzata principalmente dall’uso di un solo ambiente o da un numero comunque ristretto di ambienti, oggi molto rappresentata in televisione.

 

 

SNAD:

 

Sindacato nazionale autori drammatici 

 

 

Soggettiva: 

 

Ripresa in cui la macchina da presa si sostituisce agli occhi di un personaggio presente nell’azione. 

 

 

Soggetto:

 

Precede la sceneggiatura e viene normalmente presentato ai produttori per verificarne la fattibilità in 10 – 20 cartelle dattiloscritte narra la trama del film, fornendo un’idea dei tempi di realizzazione, dei costi, dei luoghi dove girare, degli attori necessari alla realizzazione. 

 

 

Sottotitoli:

 

Scritte inserite alla base dello schermo cinematografico che riprendono le frasi pronunciate dagli attori in lingue diverse da quella degli spettatori. In molti paesi sostituiscono il doppiaggio e sono presenti nei film editi in versione originale poco apprezzati in Italia dove è presente una scuola di doppiaggio fra le migliori del mondo. 

 

 

Steadicam :

 

Steady – Cam apparato tecnico che permette ad un cinepresa o una telecamera portata a spalla una linearità di ripresa senza vibrazioni il sistema è stato realizzato verso la fine degli anni Settanta dall’operatore Garret Brown . 

 

 

Story board:

 

Tecnica di visualizzazione attraverso disegni delle varie inquadrature di un film 

 

 

Stunt- man: 

 

Atleta professionista che sostituisce l’attore durante le scene più drammatiche e pericolose, detto anche cascatore. 

 

 

Teatro di posa:

 

Locale di solito un capannone industriale attrezzato per favorire il posizionamento MDP e delle luci per le riprese. 

 

 

Teleobiettivo:

 

Consente di avvicinare un soggetto ripreso anche da grande distanza, a differenza del grandangolo, il suo campo di ripresa è molto ristretto, la prospettiva quindi risultua schiacciata ed appiattita. 

 

 

Trailer:

 

Filmato pubblicitario normalmente realizzato con alcuni spezzoni delle scene più avvincenti di un film ha scopo di promuovere lo spettacolo cinematografico.

 

 

Trovarobe:

 

Figura professionale utilizzata per trovare oggetti di scena difficili da reperire

 

 

Truka:

 

Stampatrice ottica di grande precisione utilizzata per gli effetti speciali. 

 

 

U.I.C.  : 

 

Unione Italiana Casting

 

 

U.N.A.C. : 

 

Unione Nazionale Autori e Cinetecnici 

 

 

U.N.E.F.A. 

 

Unione Esportatori Film e Audiovisivi

 

 

U.N.I.T.E.C. :

 

Unione Nazionale Industrie Tecniche Cinematografiche Audiovisive  

 

 

U.N.S.A. :

 

Unione Nazionale Scrittori e Artisti 

 

 

U.N.A.S.P. :

 

Unione Nazionale Arti e Spettacolo 

 

 

VFX :

 

Acronimo per effetti visivi 

 

 

Vistavision: 

 

Uno dei primi formati panoramici introdotto dalla Paramount nel 1954 ed abbandonato nel 1963 a causa degli alti costi. Attualmente questo formato è utilizzato solo nel campo degli effetti visivi. La sua riscoperta di deve a George Luca che utilizzo questo sistema per realizzare gli effetti speciali di Guerre Stellari. 

 

 

Western:

 

Genere cinematografico che indica dei film ambientato ai tempi della frontiera americana 

 

 

Western spaghetti: 

 

Film western prodotti in Italia 

 

 

Widescreen:

 

E il formato per gli schermi  televisivi detti panoramici che hanno rapporto tra base e altezza di 16:9

 

 

Wigwag:

 

E’ la famosa lampadina rossa messa sulle porte d’ingresso dei teatri di posa, quando è accesa durante le riprese segnale il divieto assoluto d’ingresso e l’obbligo di mantenere il silenzio. 

 

 

Zoom:  

 

Variazione della lunghezza focale dell’obiettivo serve ad ottenere effetti di avvilimento od allontanamento del soggetto inquadrato. 

 

 

Zoomata: 

 

Inquadratura che progressivamente si stringe e si allarga per effetto dello zoom ottico