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Umberto Eco

( Alessandria, 5 gennaio 1932, Milano 19 febbraio 2016 )

 

 

Figlio di un negoziante di ferramenta, conseguì la maturità al liceo classico “Giovanni Plana” di Alessandria sua città natale. Tra i suoi compagni di classe, il fisarmonicista Gianni Coscia, con il quale scrisse spettacoli di rivista. In gioventù fu impegnato nella GIAC (l’allora ramo giovanile dell’Azione Cattolica) e nei primi anni cinquanta fu chiamato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell’ AC (Associazione Cattolica, progenitore dell’attuale MSAC ).

 

Nel 1954 abbandona l’incarico in polemica con Luigi Gedda, durante i suoi studi universitari su Tommaso D’Aquino, smise di credere in Dio e lasciò definitivamente la Chiesa Cattolica Laureato in filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson con tesi sul’estetica di San Tommaso D’Aquino ( contro relatore Augusto Guzzo) iniziò) a interessarsi di filosofia e cultura medioevale, campo d’indagine mai più abbandonato, anche se successivamente si dedicò allo studio semiotico della cultura popolare contemporanea a l'indagine critica sullo sperimento letterario e artistico. Nel 1956 pubblicò il suo primo libro, un’estensione della sua tesi di laurea dal titolo Il problema estetico in San Tommaso. Nel 1954 vinse un concorso alla Rai per telecronista e nuovi funzionari. Con Eco vie entrano anche Furio Colombo Gianni Vattimo, i tre abbandonarono l’ente televisivo entro la fine degli anni cinquanta.

 

Nel concorso successivo entrarono Emanuele Milano, Fabiano Fabiani Angelo Guglielmi. I vincitori dei primi concorsi furono in seguito etichettati con  “corsari” perché seguirono un corso di formazione diretto da Pier Emilio Gennarini e avrebbero secondo le intenzioni del dirigente Filiberto Guala,svecchiare i programmi. Con altri ingressi successivi, tra i quali Gianni Serra, Emilio Garroni, e Luigi Silori, innovarono l’ambiente culturale della televisione, ancora molto legato a personalità provenienti dall’EIAR, venendo in seguito considerati come i veri promotori della centralità della Rai nel sistema culturale Italiano. Dall’esperienza lavorativa in Rai, Umberto Eco ebbe amicizie con membri del Gruppo 63¹,  Eco trasse spunto per molti scritti, tra cui il celebre articolo 1961 Fenomenologia di Mike Buongiorno ².

 

Alla fine degli anni ’50, Eco inizia a interessarsi all’influenza dei mass media nella cultura di massa, su cui pubblicò articoli in diversi giornali e riviste, poi in gran parte confluiti in Diario minimo (1963) e Apocalittici e integrati, che ebbe una nuova edizione nel 1977. 

Nel 1967 svolse a New York il seminario Per una guerriglia semiologica, in seguito pubblicato ne il Costume di Casa (1973) e frequentemente citato nelle discussioni sulla controcultura e la resistenza al potere dei mass media:

 

Significativa la sua attenzione per le correlazione tra dittatura e cultura di massa ne il fascismo eterno, capitolo del saggio Cinque scritti morali dove individuava le caratteristiche, ricorrenti nel tempo, del cosiddetto fascismo eterno, o “ Ur-fascismo ”: il culto dell’azione per l’azione, il disaccordo come tradimento, la paura delle differenze, l’appello alla classi media frustate, l’ossessione, del complotto, il machismo, il “populismo, qualitativo Tv e Internet” e altre ancora; da esse e dalle loro combinazioni, secondo Eco, è possibile anche “smascherare” le forme di fascismo che si riproducono da sempre “In ogni parte del mondo”.

 

Nel 1961 inizia la sua carriera universitaria in qualità di professore incaricato, in diverse università italiane: Torino,   Milano, Firenze, Bologna dove ottiene la cattedra di Semiotica nel 1975 diventa professore ordinario all’Università di Bologna è stato direttore dell’Istituto di Comunicazione spettacolo del DAMS. Infine e divenuto Presidente della Scuola Superiore di Scienze Umanistiche che coordina l’attività dei dottorati bolognesi del settore umanistico.

Nel corso degli anni ha insegnato in varie università:

 

Visiting Professor alla New York University, Nothwestern University, Columbia University, Yale Unversity, Harvard University, University of California - San Diego,Cambridge University, Oxoford University, Università di Sào Paulo e Rio de Janiero, La Plata, e Buenos Aires, Colleèges de France, Ecole Normale Supèriure.

 

Nel 1968 pubblicò il suo primo libro di teoria semiotica, La struttura assente, cui seguirono il fondamentale Trattato di semiotica generale, e gli articoli per l’Enciclopedia Einaudi, poi riuniti in Semiotica e filosofia del linguaggio.

 

Nel 1971 fondò Versus, Quaderni di studi semiotici, una delle maggiori riviste internazionali di semiotica, rimanendo direttore responsabile, e membro del comitato scientifico fino alla morte. E’anche stato segretario, vicepresidente, e dal 1994 presidente onorario della IASS/AIS (International Association for Semiotic e Studies). E’ stato invitato a tenere prestigiose conferenze (Università di Cambridge, 1990 ), Norton (Università di Horvad, 1993), Goggio (Università di Toronto,1998 ), Weindefeld (Università di Oxford,, 2002) e Richard Ellmann ( Università Emory ) 2008.

 

Ha collaborato al settimanale L’espresso, con la rubrica La bustina di minerva, e con varie riviste internazionali specializzate in Semiotica, inoltre è stato un attivo collaboratore della collana “ Fare l’Europa ” diretta Jacques Le Goff con lo studio La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea. Ha tradotto gli Esercizi di stile di Raymond Queneau e Sylvie di Gèrard de Neval entrambi editi da Einaudi Editore.

 

Ha collaborato con i musicisti Luciano Berio e Sylvano Bussotti. I suoi  dibattiti dal tono ironico, con Luciano Nanni, Omar Calabrese, Paolo Fabbri UgoVolli, Francesco Leonetti, Nanni Balestrini, Guido Almansi, Achille Bonito Oliva, hanno contribuito alla storia degli intellettuali italiani. Umberto Eco ha scritto prefazioni per i libri di Hugo Pratt, Charles Monroe Schulz, Jules Feiffer, nel 1980 esordì nella narrativa.

Il suo primo romanzo, Il nome della rosa, riscontrò un grande successo sia presso la critica che presso il pubblico, tanto da divenire un best-seller internazionale tradotto in 47 lingue e venduto in trenta milioni di copie. Nel 1988 pubblicò il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault, satira dell’interpretazione paranoica dei fatti veri o leggendari della storia e delle sindromi del complotto. Questa critica dell’interpretazione incontrollata viene ripresa in opere teoriche sulla ricezione. Romanzi successiva sono l’isola del giorno prima, Baudolino, La misteriosa fiamma della regina Loana , Il cimitero di Praga e Numero Zero, tutti editi in italiano da Bompiani. Nel 2012 è stata pubblicata una versione riveduta e corretta del suo primo romanzo Il nome della rosa, con una nota finale dello stesso Eco che, mantenendo stile e struttura narrativa, è intervenuto a eliminare ripetizioni ed errori, a modificare l'impianto delle citazioni latine e la descrizione della faccia del bibliotecario per togliere un riferimento neogotico.  

Molte opere furono dedicate alle teorie della narrazione e della letteratura:

 

1976/ Il superuomo di massa 

1979/ Lector in fabula 

1994/ Sei passeggiate nei boschi narrativi 

2002/ Sulla letteratura 

2003/ Dire quasi la stessa cosa 

 

 

E’ stato inoltre precursore e divulgatore dell’applicazione della tecnologia alla scrittura, in contemporanea alla nomina di “guest curator” (curatore ospite) del Louvre dove nel mese di novembre ha organizzato una serie di eventi e manifestazioni culturali è uscito da Bompiani Vertigine della lista, pubblicato in quattordici paesi del mondo. Nel 2011 Bompiani, ha pubblicato una raccolta dal titolo Costruire il nemico, il cui primo saggio riprende temi già presenti ne Il cimitero di Praga, che raccoglie saggi occasionali che spaziano nei vari interessi dell’autore, come quello per la narratologia e il feuilleton ottocentesco. Nei suoi romanzi, Eco racconta storie realmente accadute o leggende che hanno come protagonisti personaggi storici o inventati. Inserisce nelle suo opere accessi dibatti filosofici sull’esistenza del vuoto, di Dio o sulla natura dell’universo. 

 

 

Eco è attratto da temi piuttosto misteriosi e oscuri ( i Cavalieri Templari, il sacro Graal, e la storia dei cavalieri Templari, facendo numerosi cenni ai misteri dell’età antica e moderna.

 

Ne L’isola del giorno prima l’umanità intera e simboleggiata dal naufrago Roberto de la Grive, che cerca un’isola al fuori del tempo e dello spazio.

 

In Baudolino crea un personaggio medioevale, senza far trapelare la natura menzognera o no del protagonista, il quale viaggia alla ricerca di un paradiso terrestre. Ne La misteriosa fiamma della regina Loana riflette sulla forza e sull’essenza stessa del ricordo; in questo caso rivolto a episodio accaduti nel XX secolo.     

Il Cimitero di Praga è incentrato sulla natura del complotto e in particolar modo la storia del popolo ebraico.

Il suo ultimo romanzo, Numero Zero, riprendendo temi da sempre cari all’autore si sofferma sulla storia italiana recente, narrando fatti realmente accaduti, ma riletti attraverso chiave complottistica.

Nel 1971 fu tra i 757 firmatari sul caso Pinelli e successivamente dell’autodenuncia di  Solidarietà a Lotta Continua, in cui una cinquantina di firmatari esprimevano solidarietà verso alcuni militari e direttori responsabili del giornale, inquisiti per istigazione a delinquere. I firmatari si autodenunciavano alla magistratura dicendo di condividere il contenuto dell’articolo. Peraltro le severe critiche di Eco al terrorismo e ai vari progetti di lotta armata sono contenute in una serie di articoli scritti sul settimanale L’Espresso e su Repubblica, specie ai tempi del caso Moro. In effetti l’arma che ha caratterizzato l’impegno politico di Eco è diventata l’analisi critica dei discorsi politici e delle comunicazioni di massa. Questo impegno è sintetizzato nella metafora della guerriglia semiologica dove si sostiene che non è tanto importante cambiare il contenuto dei messaggi alla fonte ma cercare di animare la loro analisi là dove essi arrivano. In questo senso la guerriglia semiologica è una forma di critica sociale attraverso l’educazione alla ricezione.

 

Dal 2002 partecipa alle attività dell’associazione Libertà e Giustizia, di cui è uno dei fondatori e garanti più noti, partecipando attivamente tramite le sue iniziative al dibattito politico culturale italiano.

Il suo libro A passo di Gambero contiene critiche a quello che lui definisce populism berlusconiano, alla politica di Bush, al cosiddetto scontro tra etnie e religioni. Nel 2011, durante una conferenza stampa registrata alla fiera del libro di Gerusalemme scatena una polemica politica la sua risposta a un giornalista italiano che gli chiede se condivida il paragone fra Berlusconi e Mubarak:

 

Il paragone potrebbe essere fatto con Hitler: anche lui giunse al potere con libere elezioni.

 

Lo stesso Eco, dalle colonne de L’Espresso, smentirà tale dichiarazione chiarendo le circostanze della sua risposta.

 

Umberto Eco ha ricevuto 40 lauree honoris causa da università europee e americane, come quella del 2014, che gli è stata conferita dall’Universida de Federal do Rio Grande do Sul, di Porto Alegre, in Brasile. Nel giugno 2015 in occasione della laurea in comunicazione conferita dell’Università di Torino, Umberto Eco ha rilasciato severi giudizi sui sociale del web che a suo dire, premette qualsiasi imbecille di porsi sullo stesso piano di un vincitore del Premio Nobel, affermazioni che suscitarono molte polemiche.

 

Umberto Eco muore nella sua casa di Milano il 19 febbraio del 2016 a causa di un tumore del pancreas.

 

Opere

 

1956/ Il  problema  estetico  in  San  Tommaso,  Torino,  Edizioni  di  Filosofia

1970/ Il problema estetico di San Tommaso d’Aquino, Milano, Bompiani

Filosofi in libertà, come Dedalus, Torino, Taylor, 1958, poi in Il secondo diario minimo

Sviluppo dell’estetica medievale, in Momenti e problemi di storia dell’estetica, I Dall’Antichità classica al Barocco, Milano, Marzorati 1959 Marzorati, Arte e bellezza nell’estetica medievale, Milano, Bompiani, 1987 

Storia figurata delle invenzioni. Dalla selce scheggiata al volo spaziale, a cura di G.B. Zorzoli,Milano, Bompiani, 1961

Opera aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee, Milano, Bompiani, 1962,1967, sulla base dell’ed. francese 1965 -1971 – 1976

Dario Minino, Milano, A. Mondadori, 1963 - 1975  Fenomenologia di Mike Bongiorno 

Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani, 1964 – 1977

1965/ Il Caso Bond, a cura di e con Oreste del Buono, Milano, Bompiani

1966/ Le poetiche di Joyce. Dalla “Summa” al Finnegans Wake”, Milano, Bompiani

1967/ Appunti per una semiologia delle comunicazioni visive, Milano,Bompiani

1967/ Autoritratto dell’Italia, a cura di Giulio Carlo Argan, Guido Piovene, Luigi Chiarini, Vittorio Gregotti, Milano Bompiani

1968 – 1980 / La struttura assente, Milano, Bompiani

1968/ La definizione dell’arte, Milano, Mursia

1969/ L’arte come mestiere, a cura di Milano, Bompiani

1969/ I sistemi di segni e lo strutturalismo sovietico, a cura di Remo Faccani, Milano, Bompiani

1969/ L’arte come mestiere, Bompiani

1969/ I sistemi di segni e lo strutturalismo sovietico, a cura di Remo Faccani, Milano Bompiani

1971/ L’industria della cultura, Bompiani

1971/ Le forme del contenuto, Milano, Bompiani

1971/ I fumetti di Mao, a cura di Jean Chesneaux e Gino Nebiolo, Bari,Laterza

1971/ Cent’anni dopo. Il ritorno dell’intreccio, a cura di Cesare Sughi, Milano, Bompiani

1972/ Documenti su il nuovo Medioevo, con Francesco Alberoni, Furio Colombo, Giuseppe Sacco, Milano, Bompiani

1972/ Estetica e teoria dell’informazione, Milano, Bompiani

1972/ I Pampini Bugiardi, Indagine sui Libri al di sopra di ogni sospetto: i testi delle scuole elementari, a cura di Marisa Bonazzi, Rimini, Guaraldi

1980/ Il Segno, Milano, Isedi, 1973, Milano

1973/ Il costume di casa. Evidenze e misteri dell’ideologia Italiana, Milano, Bompiani

1973/ Beato di Lièbana Al Miniature del Beato De Fernando I Y Sancha, Milano, Franco Mario Ricci

1973/ Eugenio Carmi. Una pittura di paesaggio, Milano, Prearo

1975/ Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani

1976/ Il superuomo di massa. Studi sul romanzo popolare, Roma, Cooperativa Scrittori

1976/Stelle & stellette. La via lattea mormorò,illustrazioni di Philippe Druillet, Conegliano Treviso, Qudragono Libri

1976/ Storia di una rivoluzione mai esistita. L’esperimento Vaduz. Appunti del Servizio opinioni

1977/ Dalla periferia dell’impero, Milano,Bompiani

1977/ Come si fa una tesi di laurea, Milano, Bompiani

1979/ Carolina Invernizio, Matilde Serao, Liala con altri Firenze, La nuova Italia.

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¹

Gruppo 63 movimento letterario che si costituì a Palermo nell’Ottobre del 1963 in seguito a un convegno tenutosi a Solunto da alcuni giovani intellettuali fortemente critici nei confronti delle opere letterarie ancora legate a modelli tradizionali tipi degli anni cinquanta. Fu Luigi Nono a suggerire il modello del Gruppo 47 movimento culturale nato a Monaco di Baviera nel 1947. Facevano parte del gruppo poeti, scrittori, studiosi, amanti del desiderio di sperimentare nuove forme di espressione, rompendo con gli schemi tradizionali. Richiamandosi alle avanguardie degli inizio secolo, il Gruppo 63 si richiamava alla idee del marxismo e alla teoria dello strutturalismo. Senza darsi delle regole definite, diede origine a opere di assoluta libertà contenutistica, senza una precisa trama, talvolta improntate all’impegno sociale militante, ma che in ogni caso contestavano e respingevano i moduli tipici del romanzo neorealista e della poesia tradizionale, perseguendo una ricerca sperimentale di forme linguistiche e contenuti ignorato dal grande pubblico, il gruppo suscitò interesse negli ambienti critico-letterari anche per le polemiche che destò criticando fortemente autori all’epoca già consacrati dalla fama quali Carlo Cassola, Giorgio Bassani, Vasco Pratolini ironicamente definiti “Liale” con riferimento a Liala, autrice di romanzi rosa. Il Gruppo 63 ebbe il merito di proporre e tentare un rinnovamento nel panorama piuttosto chiuso della letteratura italiana, ma il suo aristocratico distacco dal sentire comune e la complessità dei codici di comunicazione ne fecero un movimento elitario, accusato di cerebralismo. Inoltre, alcune accuse contro i conservatori della letteratura, poi con il tempo riconsiderate, furono amplificate dai giornali e dagli stessi avversari.

 

Componenti del Gruppo 63

 

Alberto Arbasino, Luciano Anceschi, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Giorgio Celli, Furio Colombo, Corrado Costa, Fausto Curi, Oreste Del Buono, Roberto Di Marco, Umberto Eco, Enrico Filippini, Alfredo Giuliani, Alberto Gozzi, Angelo Guglielmi, Patrizia Vicinelli, Germano Lombardi, Giorgio Manganelli, Giulia Niccolai, Elio Pagliarani, Renato Pedio, Michele Perriera, Lamberto Pignotti, Antonio Porta, Edoardo Sanguineti, Giuliano Scabia, Adriano Spatola, Aldo Tagliaferri, Gian Pio Torricelli, Sebastiano Vassali, Nanni Cagnone, Gianni Celati, Alice Ceresa, Giordano Falzoni, Luigi Gozzi, Francesco Leonetti, Luigi Malerba, Marina Mizzau, Rossana Ombres, Nico Orengo, Amelia Rosselli, Gaetano Testa, Carla Vasio e Cesare Vivaldi. Il gruppo si scioglie nel 1969, diede vita alle riviste Malebolge, Quindici e Grammatica, ma influenzò le scelte anche di collane editoriali coeve, come Materiali di Feltrinelli o più tarde come in qualche modo la ricerca letteraria di Einaudi.

 

Opere

 

1963/ Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani, Gruppo 63 La nuova letteratura. Palermo 

N. Balestrini, Il romanzo sperimentale. Palermo 1965, Milano, Feltrinelli,

Torino, Testo & immagine, 2003 

Lucio Vetri, Letteratura e caos, Milano, Mursia, 1992

Renato Barilli, La neovanguardia italiana: dalla nascita del “Verri”alla fine di “Quindici”, Bologna, Il Mulino, 1995, nuova edizioni Lecce, Manni 2007

Fabio Gambaro, Invito a conoscere la neovanguardia, Milano, Mursia, 1996

Aa.V.v., Il Gruppo 63 quarant’anni dopo: atti del Convegno di Bologna, Pendragon

Romanzi sperimentali e d’avanguardia nel secondo Novecento Italiano, Bologna, Il Mulino, 2007

Quindici, una rivista e il Sessantotto, a cura di Nanni Balestrini, con un saggio Andrea Cortellessa, Milano Feltrinelli, 2008 

Eugenio Gazzola, Malebolge, L’altra rivista delle avanguardie, Reggio Emilia, Diabasis, 2011.

Massimiliano Borelli, Prose dal dissesto. Antiromanzo e avanguardia negli anni Sessanta, Modena, Mucchi editore, 2012

Francesco Muzzioli, Gruppo ’63. Istruzioni per la lettura, Roma, Odradek,

2013 Nanni Balestrini, Il romanzo sperimentale. Palermo, 1965, seguito da Con il senno di poi, Roma, L’orma editore, 2013

Federico Fastelli, Il nuovo romanzo. La narrativa d’avanguardia nella prima fase della post modernità, Firenze, FUP. 2013

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²

Fenomenologia di Mike Buongiorno è un celebre saggio scritto dal semiologo Umberto Eco nel 1961 e pubblicato all’interno dell’opera Diario minino.

 

E’ considerato, tra le altre cose, anche uno dei primi esempi, di critica televisiva Analizzando dal punto di vista semiotico le ragioni del successo del presentatore televisivo italoamericano Mike Bongiorno, già celeberrimo all’epoca della stesura del saggio viene articolata una disamina degli effetti sociologici prodotti dalla televisione nell’Italia del boom economico, anticipando di molti decenni un gran numero di considerazioni tuttora estremamente attuali circa l’appiattimento mentali prodotto, nella massa dei telespettatori da un certo tipo sottocultura televisiva attuale, di cui la fenomenologia all’epoca tracciata costituiva il presupposto. In virtù del suo indiscutibile valore semiologico, della notevolissima proprietà lessicale cui l’autore fa ricorso, e del piglio brillante della sintassi e delle argomentazioni impiegate spesso ricercanti un voluto effetto umoristico, il saggio è negli anni assurto a vera e propria istituzione intellettual – popolare divenendo un caso letterario ed entrando nell’immaginario collettivo a titolo di vero e proprio stereotipo linguistico.

 

«Ora, nel campo dei fenomeni quantitativi, la media rappresenta appunto un termine di mezzo, e per chi non vi è ancora uniformato, essa rappresenta un traguardo. Invece, nel campo dei fenomeni qualitativi, il livellamento alla media corrisponde al livellamento a zero. Un uomo che possieda tutte le virtù morali e intellettuali in grado medio in si trova immediatamente a un livello minimale di evoluzione.

 

La medietà aristotelica è equilibrio nell’esercizio delle proprie passioni, retto dalla virtù discernitrice della prudenza; mentre nutrire passioni in grado medio e aver una media prudenza significa essere un povero campione di umanità »

 

Mike Buongiorno sosteneva che Umberto Eco era stato uno degli autori delle domande dello storico quiz Lascia o Raddoppia? Umberto Eco ha sempre negato tale affermazione di Mike.