Toth Banca Dati - Cinema
Roma Città Aperta
Anno: 1945
Durata: 100 min
Colore: B/N
Genere: Drammatico
Regia: Roberto Rossellini
Produttore: Excelsa Film
Fotografia: Ubaldo Arata
Montaggio: Eraldo da Roma
Musiche: Renzo Rossellini
Scenografia: Rosario Megna
Interpreti e personaggi:
Anna Magnani: Pina
Aldo Fabrizi: Don Pietro Pellegrini
Marcello Pagliero: Luigi Ferraris, alias ingegnere Giorgio Manfredi
Maria Michi: Marina Mari
Francesco Grandjacquet: Francesco
Giovanna Galletti: Ingrid
Harry Feist: maggiore Fritz Bergman
Nando Bruno: Agostino, Alias Purgatorio, il Sagrestano
Turi Pandolfini: Il nonno
Eduardo Passarelli: brigadiere metropolitano
Amalia Pellegrini: Nannina
Alberto Tavazzi: prete confessore
Akos Tolnay: disertore austriaco
Joop van Hulzen: capitano Hartmann
Doppiatori :
Lauro Gazzolo : Luigi Ferraris, ingegnere Giorgio Manfredi
Rosetta Calavetta: Lauretta
Gualtiero De Angelis: Francesco
Roswita Schmidt: Ingrid
Giulio Panicali : maggiore Fritz Bergamnn
Ferruccio Amendola: Marcello
Trama:
La vicenda inizia dopo l’armistizio di Cassibile: gli Alleati sono sbarcati in Italia e avanzano verso nord ma ancora non sono giunti nella capitale, dove la resistenza è già attiva. Giorgio Manfredi, militante comunista e uomo di spicco della resistenza, sfugge a una retata della polizia e si rifugia presso Francesco, un tipografo antifascista il quale, il giorno seguente, dovrebbe sposare Pina, una vedova madre d’un bambino. La Sorella di Pina, Lauretta fa l’artista in un locale insieme a un’altra giovane, Marina legata sentimentalmente in passato a Manfredi; Don Pietro, il parroco locale, non nega mai aiuto ai perseguitati politici e far da portavoce dei partigiani. Egli è benvoluto e rispettato da tutti, compreso Manfredi e la sua banda di piccoli sabotatori, e riesce a passare facilmente attraverso i controlli dei soldati tedeschi e delle SS senza destare sospetti. Manfredi sfugge a in una retata tedesca mentre Francesco viene arrestato e, nel momento in cui viene caricato sul camion che lo porterà via, Pina grida tutta la sua protesta cercando di raggiungerlo ma cade sotto il fuoco dei mitra davanti a Don Pietro e al figlioletto. Più tardi Francesco riesce a scappare e si nasconde, con Manfredi nell’abitazione di Marina. Scoppiano i dissapori e cresce il risentimento della ragazza per Manfredi, tanto che Marina, per ottenere della droga, tradisce l’uomo denunciandolo a Ingrid, agente della Gestapo al servizio del comandante Bergmann. Manfredi viene così arrestato durante un incontro con Don Pietro ed entrambi sono fatti prigionieri. Manfredi subisce terribili torture e muore mentre Don Pietro viene fucilato. Marina e Lauretta cadono sempre più nell’abiezione morale ma Francesco, Marcello e i suoi ragazzi continueranno la lotta.
Note :
Il film, che doveva intitolarsi Storie d’ieri, nasceva come documentario su Morosini, sacerdote realmente esistito a Roma e ucciso dai nazisti nel 1944. Ben presto anche grazie agli apporti di Federico Fellini, aggiuntosi agli altri autori in fase di sceneggiatura, il film si arricchì di storie e di personaggi e cosi diventò un lungometraggio, la fucilazione del prete che doveva costituire il tema principale del documentario, divenne la conclusione drammatica di un racconto corale sulla vita quotidiana in una città dominata dalla paura, dalla miseria, della delazione e dal degrado. Il film fu realizzato grazie al contributo di Aldo Venturini un commerciante di lana che finanziò il film, fu Roberto Rossellini a convincere Venturini a completare il film come produttore, poiché quando iniziarono a girare la troupe si fermò per mancanza di liquidità. Le riprese iniziarono nel gennaio del 1945, il film fu girato in condizioni precari, sia per il periodo, sia per la scarsa disponibilità del materiale tecnico. Non essendo disponibili gli studi di Cinecittà poiché era diventata rifugio per gli sfollati, Roberto Rossellini improvvisò di alcuni interni nel vecchio teatro Capitani. La scena centrale del film, con la corsa e l’uccisione di Pina (Anna Magnani) dietro camion che porta via il marito catturato dai tedeschi, fu girata in Via Montecuccoli, al quartiere Prenestino – Labicano.
Il personaggio di Don Pietro è ispirato a Don Giuseppe Morosini e Don Pietro Pappagallo.
Quello di Pina invece è ispirato a Teresa Gullace una donna uccisa dai soldati nazisti mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi, episodio che ispirò la scena finale del film.
Lo storico Aurelio Lepre ha critico la rappresentazione della Resistenza Romana offerta dal film di Rossellini, ritenendo che abbia trasformato la lotta di ristretta resistenza di resistenti in un’inverosimile lotta dell’intera cittadinanza, cosi da consegnare alla memoria collettiva non la Roma spaventata e tutta chiusa nei problemi della sopravivenza che fu nella realtà, ma una Roma tragica ed eroica.
Secondo Lepre Roma città aperta contribuì alla rimozione delle responsabilità del popolo italiano per aver sostenuto il regime fascista e aver combattuto al fianco dei tedeschi fino al 1943.