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Quarto Stato

 

 

Il Quarto Stato rappresenta la grande forza di volontà di un percorso dell’autore attraverso numerosi dipinti tutti riguardanti il medesimo tema, ovvero lo sciopero dei lavoratori. Il primo dipinto è gli Ambasciatori della fame, il secondo quadro è Fiumara e infine il cammino dei lavoratori del 1898 è il bozzetto preparatorio al lavoro de ll quarto stato. Pellizza pensava di vendere subito il quadro, ma nella società del suo tempo questo dipinto non ebbe fortuna. Fu acquistato, infatti dal comune di Milano solamente nel 1920 per 50.000 lire, grazie a contribuiti di banche, associazioni e privati. Inizialmente fu esposto al Castello Sforzesco, diventando presto simbolo del socialismo; proprio per questo motivo con l’avvento del fascismo fu depositato in un magazzino. Tornò in  esposizione solo nel 1954, quando il sindaco Virgilio Ferrari lo collocò nella sala consigliare di Palazzo Marino. Qui subì dei danneggiamenti dovuti al fumo, che ne resero necessario un restauro. Successivamente fu mostrato in varie città del mondo fra cui Washington e Roma. Infine,negli anni ottanta, trovò collocazione a Milano, presso la Galleria D’arte Moderna e infine nel Museo del Novecento. Quest’opera è un simbolo della società del XX secolo, poiché rappresenta lo sciopero dei lavoratori e simboleggia non solo la protesta sociale, ma anche l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, che diventa consapevole dei propri diritti nei confronti della società industriale. L’opera inoltre dimostra l’impegno del pittore in ambito sociale: infatti egli pensava che l’artista avesse il compito di educare la popolazione attraverso le proprie opere. La tecnica utilizzata in questo dipinto è quella divisionista. Nel quadro viene raffigurato un gruppo di braccianti che marciano in segno di protesta su una piazza, presumibilmente la piazza di Vopedo, città natale dell’artista. In primo piano, davanti alla folla in protesta, sono definiti tre soggetti, due uomini, ed una donna con un bambino in braccio; essa molto probabilmente rappresenta la moglie del pittore,specialmente nei tratti del volto. Le figure sono poste una a fianco all’altra: questo schieramento simboleggia l’uguaglianza e la solidarietà tra di esse, esaltata maggiormente dalla presenza di una figura femminile. Inoltre ciò, insieme alla compattezza delle figure, dà un forte senso di realismo all’immagine, che sembra davvero presa da un episodio di protesta sociale.

 

La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata da luci,rendendo perfettamente l’idea di una massa in movimento. Inoltre la luce frontale ai personaggi da quasi un senso di alba, e i colori del dipinto sono caldi.

Così lo descrive il suo autore:

 

 

« Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d’una giornata d’estate, due contadini s’avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall’ordinata massa di contadini che van dietro per perorare il Signore la causa comune… »

 

( Giuseppe Pellizza, Volpedo,1892)

 

 

«L’arte deve essere un rappresentazione idealista della natura e di noi stessi, in vista del perfezionamento fisico e morale della nostra specie. »

 

( Giuseppe Pellizza, Volpedo,1892)