Plinio Nomellini

(Livorno 6 agosto 1866 – Firenze 8 agosto 1943)

 

Plinio Nomellini è stato un pittore della corrente divisionista. Frequenta tra il 1883 e 1984, la scuola comunale di Arti e Mestieri a Livorno e i corsi di disegno di Natale Betti, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove insegnava Giovanni Fattori,  frequenta Silvestro Lega e Telemaco Signorini. Dal 1890 al 1902, vive a Genova, partecipa alla Promotrice Genovese. Attorno al lui si formò il Gruppo di Alvaro, composto da Giuseppe Sacheri, Eugenio Olivari, Angelo Balbi, Edoardo De Albertis, Angelo Vernazza, che condivise un‟impostazione artistica innovatrice, alternando un divisionismo di matrice sociale ad un altro di stampo paesaggistico. In questi anni fu arrestato e processato per partecipazione a riunioni anarchiche, nel processo pallone, perché era una montatura ideata dal questore Sironi. Nomellini, fu processato perché amico dell‟anarchico Luca Galleani, e difeso da Telemaco Signorini.

Nel 1898, partecipa all' Esposizione di Torino e dal 1899 regolarmente alla Biennale di Venezia. Nei primi del 900, si trasferisce a Torre del Lago, dove frequenta Giacomo Puccini, Eleonora Duse, Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio e Galileo Chini. Nel 1907, con Chini, Gaetano Previati e De Albertis, allestì la sala L’arte del sogno, alla Biennale di Venezia. Nel 1919, si trasferisce definitivamente a Firenze, fu presidente del Gruppo Labronico. Aderisce al Fascismo, come dimostra il dipinto Incipit nova aetas, che rappresenta la venuta a Firenze delle camicie nere. Le sue opere si trovano nei più importanti musei italiani, alla Camera di Commercio di Genova, all’Accademia di Ravenna, nelle collezioni di varie fondazioni. Il quadro che rappresenta ufficialmente il distacco è il “fienaiolo” del 1888, presentato alla promotrice di Firenze, che ottiene la stima incondizionata di Telemaco Signorini e lo scetticismo, se non addirittura il rancore, del caposcuola Giovanni Fattori, che lo informa del rischio di diventare“Servo umilissimo di Pissarro e Manet”. Questo ammonimento contiene del resto una verità: Nomellini, complice l'amico pittore Alfredo Muller, sta imboccando una strada diversa, sul crinale di una nuova arte che in Francia chiamano Impressionismo. Il mecenate Diego Martelli battezzerà così Plinio Nomellini, Ferruccio. Pagni, Francesco, Fanelli Giorgio come impressionisti livornesi. In realtà Nomellini in questo momento è soltanto un post macchiaiolo che sta portando avanti un proprio percorso di compromessi. Le ragioni per cambiare ci sono tutte: la Francia propone nuovi modelli che possono essere adattati all'ambiente artistico italiano. Nomellini diviene con Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo uno dei maggiori esponenti del divisionismo di stampo sociale.

 

La sua militanza anarchica, gli procurerà non pochi problemi, ma finì per fungere da viva ispirazione per la sua arte. Alla svolta degli anni '90, condotta anche attraverso i moduli di un chiaro divisionismo di stampo paesaggistico con ambientazione ligure, segue quella del nuovo secolo, il XX, quando le istanze simboliste si fanno largo nella sua pittura. Rivaleggia in eleganza con Galileo Chini, prima che le sirene di una nuova epoca, densa di retorica, lo rapisse con il suo abbraccio. Dipingere il fascismo e i temi a questo cari non depone a suo favore, specialmente tra i posteri. Dopo la guerra l'ostracismo della critica si farà sentire per almeno vent'anni, prima che Carlo Ludovico Ragghianti in una celebre mostra del 1966 a Palazzo Strozzi lo sdoganasse, riportandolo nell'ambito più a lui congeniale e meritato: la storia dell'arte. Già nel 1948 Giovannino Guareschi lo aveva ricordato in un capitolo del Don Camillo per rappresentare allegoricamente un momento di un certo affiatamento pacifico tra Don Camillo e Peppone sul tema della prima e della seconda guerra mondiale.

 

 

Opere principali

 

 

L'uliveta (Le fascinaie), 1886

 

Il fienaiolo, Museo civico Giovanni Fattori, Livorno, 1888

 

Lo sciopero, Tortona, Il Divisionismo, Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 1889

 

I mattonai, 1889

 

Marina ligure (o Il golfo di Genova), Tortona, Il Divisionismo, Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 1891

 

Mare di Genova 1891

 

Piazza Caricamento, Tortona, Il Divisionismo, Pinacoteca Fondazione, 1891 Cassa di Risparmio di Tortona

 

Sotto il pergolato, 1891-93

 

La diana del lavoro, 1893

 

La sinfonia della luna, Galleria internazionale d'arte moderna di Venezia, 1899

 

La colonna di fumo (Il fuoco), Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza, 1900

 

Nel divino del pian silenzio verde, 1900

 

Ultimo raggio di sole, 1900

 

I tesori del mare, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, 1901

 

San Rossore, 1900

 

Ditirambo, Galleria d'arte moderna Giannoni Novara, 1905

 

Prime letture, Galleria d'arte moderna di Milano, 1906

 

Garibaldi, Museo civico Giovanni Fattori, Livorno, 1907

 

Baci di sole, 1908

 

Bambina, 1910

 

La sorella minore, Galleria d'arte moderna, Roma, 1911

 

Pioggia imminente (Pioggia  di primavera), 1912

 

Mezzogiorno, 1912

 

Grazia Deledda, 1912 -1914,

 

Bambine al mare, 1912-1913

 

Festa di Pietrasanta, 1912 

 

Festa di Camaiore, 1913

 

I cipressi di Volterra, 1914

 

Gioia Tirrena (Isadora Duncan), 1914

 

I pavoni, 1916

 

Tra sole e luna, 1919

 

Alle porte d'Italia, 1919

 

La villa di Tiberio a Capri, 1922

 

Incipit nova aetas, Museo civico Giovanni Fattori, Livorno, 1924

 

Primula, Civico museo Revoltella, Trieste, 1925