PIO SEMEGHINI
Quistello, 31 gennaio 1878 – Verona, 11 marzo 1964
Dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Modena e di Firenze (senza però averne conseguito diploma), si reca a Parigi, dove frequenta la numerosa comunità di artisti italiani, tra cui Filippo De Pisis, Ardengo Soffici, Gino Severini e Amedeo Modigliani. Ne 1902 ritorna in Italia, frequentando Burano, dove forma con Gino Rossi, Umberto Moggioli e Arturo Martini ed altri, la celebre scuola di Burano, nel 1911 espone per la prima volta a Modena acqueforti, disegni e sculture, nell'estate 1919 espone per la prima volta suoi dipinti a Venezia, alla XI Esposizione d'Arte di Palazzo Pesaro, con un buon successo di critica. Forma e firma nel 1920 il Manifesto del Gruppo dei Dissidenti dall'esposizione della Biennale. L'anno successivo è invitato alla Prima Biennale d'arte Romana ed espone alla Galleria Geri-Boralevi la prima mostra personale (con settantacinque dipinti). Nel 1926 partecipa per la prima volta alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia.
Dal 1928 al 1930 tiene i corsi di pittura all'Istituto d'Arte di Lucca e successivamente alla Scuola d'Arte di Villa Reale a Monza, fino al 1939. Nel 1931 sposa Gianna Zavatta. Nel 1949-1950, Semeghini aderì al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Piccola merlettaia". La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì, tra la fine della guerra e gli anni cinquanta partecipò alle maggiori manifestazioni ed esposizioni artistiche in Italia e all'estero. La stesura pittorica di Semeghini diviene, dopo il 1940, sempre più rarefatta, esprimendo nelle figure, nelle nature morte e nei paesaggi, un'inarrivabile liricità figurativa che, pur non abbandonando il disegno, precorre la pittura informale. La sua influenza è infatti riscontrabile in molte opere dei Maestri del dopoguerra, si cita in particolare: Ennio Morlotti, Emilio Vedova, Afro Basaldella, Giuseppe Santomaso, Antonio Zoran Music, Virgilio Guidi. Dal 1940 in poi un fastidioso Herpes gli impedisce di lavorare agevolmente ed è costretto a periodi prolungati di riposo, nel 1960 una lussazione all'omero destro gli impedisce di dipingere, la sera dell'11 marzo del 1964 muore d'infarto, dopo circa un mese gli viene dedicata una mostra d'onore alla XXXII Biennale di Venezia, l'anno successivo, una retrospettiva nell'ambito della IX Quadriennale di Roma.
Bibliografia
Pio Semeghini, La Signora del melograno, in “ La Fiera Letteraria”, Roma, 27/05/1928
Valeri D. Semeghini, in “ Tre Venezie” n. 9,Venezia, settembre 1929
Podesta A. Collezione Giovanni Finazzi, Istituo Italiano D'Arti Grafiche, Bergamo, 1942