Pietro Consagra
4 ottobre 1920, Mazzara del Vallo – 16 luglio 2005,Milano
Tra i principali esponenti dell’astrattismo italiano, ma anche scrittore, Pietro Consagra nasce a Mazara del Vallo il 6 ottobre del 1920, e muore a Milano il 16 luglio del 2005.
Nel 1944, dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Palermo, si trasferisce a Roma, dove partecipa al “Gruppo Forma 1”, che rivendicava la libertà di essere ad un tempo marxisti e formalisti, ossia astrattisti e frequenta l’Osteria Fratelli Menghi, ritrovo di artisti, poeti e scrittori tra gli anni ’40 e ’70. Lavorando negli studi di Guttuso e Mazzacurati, conosce Piero Dorazio, Ugo Attardi, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Turcato, Mino Guerrini e Achille Perilli, con cui prepara nel 1947 il manifesto del gruppo astrattista “Gruppo Forma 1”, dove appunto sintetizzava la sua personale poetica. Partecipa nel 1948 alla Rassegna nazionale delle arti figurative; mentre nel 1962 partecipa insieme ad altri scultori internazionali, alla mostra Sculture nella città nell’ambito del V Festival dei Due Mondi a Spoleto, dove presenta due sculture in acciaio, Colloquio col vento e Colloquio spoletino o Colloquio con il demonio, questa poi donata alla città di Spoleto. La sua scultura, come l’artista stesso dice, deve “esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza”. Negli anni successivi realizza rilievi scultorei quasi bidimensionali, Piccolo colloquio romano, dove annulla lo spessore quasi ad arrivare alle lamine sottili della “Città Frontale, proposta urbanistica a cui ha dedicato l’omonimo “pamphlet” e che lo ha portato ad inserire nello spazio reale le costruzioni monumentali del Meeting a Gibellina e dell'arco sull'autostrada. A Milano nel ’69, conosce la critica d’arte Carla Lonzi, con la quale va a convivere. Nel 1978 è tra i promotori di un importante documento sulla salvaguardia dei centri storici che prese il nome di “Carta di Matera”, da qui la creazione degli undici ferri bifrontali di Matera, posizionati poi nei rioni dei Sassi, e ricevette la cittadinanza onoraria. In occasione della ricostruzione di Gibellina nel Belice, nel 1981 realizza una grande stella “La Porta del Belice”, in acciaio inox alta 24 metri, mentre l’anno successivo realizza l’opera “la materia poteva on esserci, per il parco di sculture d’arte contemporanea a cielo aperto di Fiumara d’arte.
Nel ’98, tra le sue ultime opere, realizza una scultura in marmo dedicata Giano, posta al Largo Santa Susanna a Roma.
Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli conferisce la medaglia d’oro come Benemerito della Cultura e dell’Arte.
Muore a Milano ma viene seppellito, come per sua volontà, nel cimitero di Gibellina.
Onorificenze
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte, Roma, 2001