MARIO MERZ
1 gennaio, 1925 Milano – 9 novembre, Torino 2003
Nasce a Milano il 1 gennaio del 1925, passa l'infanzia a Torino, frequenta la facoltà di medicina all'Università degli Studi di Torino. Durante la seconda guerra mondiale entrò nel gruppo antifascista “Giustizia e Libertà” e nel 1945 fu arrestato e imprigionato, durante un volantinaggio.
Dopo la liberazione, incoraggiato anche dal critico Luciano Pistoi, si dedicò a tempo pieno alla pittura, iniziando dall' olio su tela, iniziò con uno stile astratto – espressionista per poi passare a un trattamento informale del dipinto. Nel 1954 viene allestita, presso la Galleria La Bussola di Torino, la sua personale. A metà degli anni sessanta iniziò ad abbandonare la pittura per sperimentare diversi materiali come i tubi al neon, con cui perforava la superficie delle tele per simboleggiare un'infusione di energia, oppure il ferro, la cera e la pietra, con ci sperimentava i primi assemblaggi tridimensionali, le pitture volumetriche. Fu presente fin alla prime mostre dell'arte povera, insieme con gli artisti che avevano partecipato alla collettiva organizzata da Germano Celant alla Galleria La Bertesca di Genova.
Nel 1968 in un periodo di rinnovamento politico e sociale Merz riproduceva con il neon gli slogan di protesta del movimento studentesco. Dal 1968 iniziò a realizzare strutture archetipiche come gli Igloo realizzati con materiali più disparati, che divennero caratteristiche della sua produzione e che rappresentavano il definitivo superamento, da parte dell'artista, del quadro e della superficie bidimensionale. Dal 1970 introdusse nelle sue opere la successione di Fibonacci come emblema dell'energia insita nella materia e della crescita organica, collocando le cifre realizzate al neon sua sulle proprie opere sia negli ambienti espositivi.
Nel 2005 nasce a Torino la Fondazione Merz, presieduta da Willy Merz, la fondazione ha sede presso l'ex centrale termica delle Officine Lancia, un edificio industriale di proprietà del comune di Torino. Muore il 9 novembre del 2003.