Luigi Fergola
(Napoli 11 febbraio 1768 – Napoli 14 aprile 1861)
Luigi Fergola, capostipite di una famiglia di artisti attivi nel XIX, ebbe due mogli Teresa Conti, romana, e Francesca Aquilano, e nove figli. Illustrò una decina di tavole del Requiel des vues les plus agréables de Naples et ses environs, incise tra il 1804 e il 1805, da Vincenzo Aloja, opera distribuita da Nicola Gervasi. Entra a far parte del Gabinetto topografico di Napoli, e dalla venuta di Giuseppe Bonaparte fu inquadrato nel rango di disegnatori topografi. La sua abilità nel ritrarre il paesaggio e nel rendere in maniera evidente la morfologia del terreno, facilitarono il suo inserimento nell’allestimento dei disegni cartografici. Come risulta da un documento d’archivio del 1810, nel Burò topografico erano impiegati quattro disegnatori: Pietro Venditto, addetto alla topografia militare, disegno di carte e piani militari, Gaetano Montefuscoli, calligrafo ed incaricato dell’allestimento di frontespizi, e Fergola, l’unico, insieme a D’Anna, maestro e guida per l’artista, che potesse svolgere i compiti di vero disegnatore topografico. Viene nominato disegnatore vedutista nel deposito della guerra, ma con l’istituzione dell’Officio topografico, il direttore Ferdinando Visconti, non volendo rinunciare all’abilità del Pergola, lo nomina disegnatore di prima classe aggregato all’Officio finché non si fosse liberato un posto di disegnatore. La sua attività principale era la Litografia militare, che diventerà una vera e propria scuola di disegno per i giovani vedutisti e pittori partenopei. Prepara dodici vedute di Napoli, pubblicate dalla Litografia militare: il Sepolcro di Virgilio, 1823, le Vedute di Napoli da Capodichino, 1823, dal Carmine, 1823, dalla nuova strada di Posillipo, 1823, e dalla nuova strada di Capodimonte, 1824.
Queste opere hanno un valore artistico superiore a quelle precedenti, dovuto oltre che da una maturazione artistica, al modo di utilizzo dei toni chiaroscurali della litografia di Gennaro Aloja. Degli ultimi anni di vita del Fergola si hanno poche notizie, oltre agli incarichi di vedutista e di maestro nell’Officio topografico. Nel febbraio del 1850, ottenne la nomina di incisore di prima classe. Lascia il lavoro all’Officio nei primi mesi del 1860, per malattia. Muore il 14 aprile del 1861.
Bibliografia
Raccolta di XXV Vedute della Città e regno di Napoli dipinte da Filippo Hackert, Carlo Grasso, Luigi Fergola etc. incise da Vincenzo Aloja, Stamperia di Nicola Gervasi, Napoli, 1817
Ricerche su l’origine, sui progressi, e sul decadimento delle arti dipendenti dal disegno, di Grossi, Napoli, 1821
Notes on modem painting at Naples, di F. Napier, Londra, 1855
Pensées et souvenirs sur la littérature contemporaine du Royaume des deux Siciles, Calà Ulloa, Ginevra, 1859
Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal ‘600 all’800, Napoli, 1970
Disegni della società napoletana di storia patria, di M. Causa Picone, Napoli, 1974
L’Italia nei manoscritti dell’Officina topografica conservati nella Biblioteca nazionale di Napoli, di V. Valerio, Napoli, 1985
L’incisione napoletana del Settecento e dell’Ottocento, catalogo, di P. Ricci, Napoli 1985
Napoli nell’Ottocento, di G. Alisio, Napoli, 1992
La pittura napoletana dell’ottocento, Napoli 1993
Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d’Italia, di V. Valerio, Firenze, 1993
La Scuola di Posillipo, Franco di Mauro, Napoli, 2002