LUCIANO FABRO

20 novembre 1936 – 22 giugno 2007, Milano 

 

Scultore e scrittore italiano, autodidatta, dopo un periodo vissuto a Udine, frequenta vari circoli artistici, si trasferisce a Milano nel 1959 e qui viene a contatto con autori come Dadamaino, Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Insieme a questi artisti, tutti estimatori di Lucio Fontana, elaborò un'idea dell'artista visto come figura che trasmette esperienze senza categorie pre-concette. 

Nel 1965 la sua mostra personale alla Galleria Vismara; vi espone lavori realizzati con vetri, specchi e tubi di metallo tesi ad istituire relazioni aperte con i visitatori. Alla fine degli anni sessanta entra nel gruppo dell'Arte Povera di Germano Celant. Dal 1968 elabora le serie dei Piedi (1968-1972) e di Italia in cui gioca sugli accostamenti tra materiali e iconografie feticistiche o simboliche. In particolare, nella serie Italia espone silhouettes della penisola in posizioni inusuali. Dal 1978 si adopera in iniziative volte a ridare vita alla Casa degli artisti a Milano.

In seguito, negli anni ottanta si dedica a opere riguardanti lo spazio (opere, nell'insieme, denominate Habitat), mentre il decennio successivo lo vede destinatario di commissioni riguardanti opere pubbliche. Dal 1983 insegnò all'Accademia di Brera Muore a Milano il 22 giugno del 2007, mentre preparava una mostra al Museo d'arte contemporanea Donnaregina (MADRE) di Napoli, il cui allestimento è poi stato terminato dalla figlia Silvia.

La mostra, intitolata Didactica magna minima moralia, è stata inaugurata il 20 ottobre 2007. Nel 2008, ad un anno dalla sua morte, la XV Quadriennale di Roma commemora Luciano Fabro e gli rende omaggio: la scultura Autunno, viene esposta per la prima volta in Italia aprendo la mostra nella Sala della Rotonda di Palazzo delle Esposizioni. Anche il catalogo della mostra si apre con un testo dell'artista. Nel 2011 la rivista alfabeta2 dedica a Luciano Fabro il numero di giugno con fotografie dell'artista e delle opere, una intervista sul Prometeo e la lezione "Arte è ciò che trasforma".

 

Sculture

 

La ricerca di Fabro si sviluppa nell'apertura a nuove suggestioni sensitive o mentali, per l'artista e per il pubblico, attraverso i rapporti poetici tra le qualità plastiche dei materiali e gli elementi figurativi psicologicamente coinvolgenti, nella varietà delle configurazioni e degli accostamenti. Le sue prime opere, alcune delle quali esibite alla prima mostra del 1965 a Milano, sono Il buco, Linee spaziali, Tubo da mettere tra i fiori e Raccordo Anulare.

 

Le sue opere più conosciute :

 

Le Italie, una serie di lavori che ritraggono lo "stivale" in diverse posizioni e vari materiali; in particolare, la sua Italia capovolta;

 

Le Tautologie, che avevano come obiettivo quello di stimolare i sensi dell'osservatore o a limitare l'esperienza visiva a semplice constatazione dell'immagine;

 

I Piedi, ritratti utilizzando marmo, tessuti e bronzo lavorati in maniera artigianale;

 

Gli Habitat, legati all'elaborazione dell'idea di spazio;

 

Gli Attaccapanni, costituiti da oggetti sospesi a corone di foglie in bronzo

 

Gli Arcobaleni Autunno, esposta per la prima volta in Italia alla XV Quadriennale d'Arte di Roma.

 

Nel 2013 la sua opera Impronta, datata tra il 1962 e il 1964, esposta in uno spazio espositivo di Lugano, viene accidentalmente fatta cadere a terra da un giornalista radiofonico, Salvatore Maria Fares. L'opera, in vetro, è irrimediabilmente distrutta.