Toth Banca Dati - Cinema
Lo squadrone bianco
Trama
Il tenente di cavalleria Ludovici, in seguito a una delusione amorosa con la fidanzata Cristiana, si arruola nel corpo militare dei Meharisti e si fa assegnare in Tripolitania italiana. Giunge al forte in sostituzione del Ten. Bettini, caduto valorosamente in battaglia. Qui deve vedersela con il capitano Santelia, ufficiale dai modi duri, ma di grande esperienza del deserto. Quando giunge notizia della presenza di una banda di ribelli, il comando decide di inviare uno squadrone al loro inseguimento. La colonna, guidata dai due ufficiali, affronta una spedizione di molti giorni nel deserto profondo. Dopo il primo giorno di marcia il tenente Ludovici, smarrito dalle ostiche condizioni ambientali e dai suoi malinconici pensieri, subisce una severa reprimenda dal capitano, convinto che Ludovici sia solo un giovane viziato senza una vera vocazione militare. Nei giorni successivi la colonna, affrontando la penuria d'acqua e le tempeste di sabbia, prosegue l'inseguimento, e Ludovici, benché stremato e sofferente, resiste allo sforzo. Individuati e raggiunti i ribelli dopo una dura marcia a tappe forzate, viene ingaggiata un'aspra battaglia nella quale il capitano Santelia ed il “mehari” El Fennek, attendente di Ludovici, restano uccisi. Sarà quindi Ludovici a guidare la colonna nella marcia di rientro alla base. Qui egli ritrova inaspettatamente Cristiana, giunta al forte con un gruppo di turisti, che si dichiara pentita di averlo lasciato e gli chiede di tornare con lei. Ma Ludovici rifiuta, rispondendo che ormai il suo posto è lì, al comando delle truppe nel deserto. Segue il ricordo del capitano Santelia, le cui ultime volontà furono di essere sepolto nel deserto, da lui tanto amato.
Lo squadrone bianco è tratto da un racconto pubblicato nel 1931 da Joseph Peyré, primo di una serie dedicata dallo scrittore francese alle avventure nel deserto L'Éscadron blanc, premiato in Francia con il Prix Renaissance, seguirono diversi altri romanzi, sino a Sahara nel 1955, del quale fu modificato il finale, dato che nel racconto il tenente protagonista muore durante la missione. Si tratta del primo film importante che Augusto Genina diresse al suo rientro in Italia dopo oltre dieci anni di lavoro cinematografico trascorsi in Germania e Francia.
Film essenzialmente maschile, nel quale si contrappongono la decadenza del bel mondo femminile, urbano e borghese e la rigenerazione del deserto, fatta di dovere sacrifici e cameratismo, Lo squadrone bianco richiese diverso tempo per la scelta degli interpreti. Dopo una selezione che aveva riguardato, tra gli altri, Mino Doro, Marcello Spada e Camillo Pilotto, la scelta cadde su Antonio Centa, presentato in questa occasione come avanguardista bresciano nel 1921 ed autore della Marcia su Roma, il quale già aveva interpretato alcuni ruoli, ma senza mai arrivare alla notorietà che gli avrebbe procurato il film di Genina. L'altro interprete, Fosco Giachetti, era stato sino ad allora un attore prevalentemente teatrale e fu selezionato dal regista che lo vide recitare al Teatro Argentina.
Lo squadrone bianco fa parte di quel novero di film che, data la loro natura essenzialmente propagandista, anche se collegata a valori di forte spettacolarità, ha conosciuto un contrasto netto tra le valutazioni ricevute all'epoca e quelle retrospettive. «Anche i critici più autorevoli è stato osservato - e ritenuti più indipendenti parteciparono, nel 1936, ad un coro di elogi, usando immagini, aggettivi, retorica, faciloneria ed approssimazione del fascismo». La prima espressione di queste valutazioni entusiaste si ebbe in occasione della presentazione del film a Venezia. Tagliato durante l'esame preventivo in sede ministeriale in quanto considerato eccessivamente lungo, il film fu presentato alla Mostra in una “prima” che avvenne la sera del 20 agosto 1936 alla presenza di un pubblico enorme, circa tremila persone, nel quale v'erano anche numerose rappresentanze straniere ed alcuni membri della famiglia reale. Lo squadrone bianco ricevette, come narrano le cronache, applausi con ovazione finale e grandi elogi dalla critica. «Un film degno veramente di chiamarsi italiano - così scrisse La Stampa - , un'opera salda e virile (...) l'ambiente dei nostri meharisti, la vita di quello squadrone diventano i veri protagonisti là dove il deserto confonde i suoi barbagli con quelli del cielo; le pagine bellissime sono parecchie e sovente ci offrono del vero cinema nobilmente inteso».
Note Cinematografiche
Titolo: Lo squadrone bianco
Paese di produzione: Italia
Anno: 1936
Durata: 99 min
Colore: B/N
Audio: Sonoro
Genere: Drammatico
Regia: Augusto Genina
Sceneggiatura: Augusto Genina, Gino Valori, Gino Rocca
Produttore esecutivo: Eugenio Fontana
Casa di produzione: Roma Film
Fotografia: Anchise Brizzi, Massimo Terzano
Montaggio: Fernando Tropea
Musiche: Antonio Veretti
Scenografia: Guido Fiorini
Costumi: Vittorio Accornero de Testa
Attori
Fosco Giachetti
Antonio Centa
Guido Celano
Olinto Cristina
Cesare Polacco
Nino Marchetti
Loris Gizzi