Antonino Leto
(Monreale 14 giugno 1844 – Capri 31 maggio 1913)
Il pittore Antonio (Antonino) Leto nasce a Monreale, provincia di Palermo, il 14 giugno del 1944, figlio di Pietro e Caterina Puleo, lascia gli studi classici, per dedicarsi totalmente alla pittura, grazie allo zio, Don A. Leto, e di un sussidio del Comune di Monreale, andò a Palermo per studiare presso il pittore di storia L. Barba, e dopo in quello del paesaggista Luigi Lojacono, dove poi conosce il figlio Francesco, apprendendo il naturalismo napoletano, e dipingendo paesaggi e vedute dal vero, uno dei quali, il pittore donò al comune di Monreale, Paesaggio. Continua gli studi a Napoli, affascinato da De Nittis, e dalla scuola di Resina, corrente artistica sviluppatasi sul tema del verismo. Nel 1865, costretto a rientrare a Palermo, ricevette dal senatore I. Florio l’incarico di una veduta del suo stabilimento enologico di Marsala; da qui i primi riconoscimenti, nel 1870, vinse la medaglia d’argento alla Mostra artistica di Palermo con Il ritorno dal pascolo, nel ’71, con La bufera, la medaglia d’oro all’Esposizione Regionale di Siracusa e l’acquisto dal Comune di Monreale, del dipinto L’Anapo. Supportato dai Florio, si reca a Roma, dove conobbe F. P. Michetti, e realizza Alla Villa Borghese e Un contadino romano, esposti nel 1874, alla X Promotrice napoletana. Rientrato a Palermo, partecipa al concorso per il pensionato artistico romano, istituzione nazionale dopo l’Unità d’Italia, e vince nel 1875, con l’opera La raccolta delle olive. Vive tra Napoli e Roma, e in questo periodo realizza due opere inviate all’Esposizione di Brera, e poi acquistate dall’Accademia, Villa Borghese e Bosco di Portici, lavori in cui si nota maggiormente l’allontanamento dal naturalismo, e la sperimentazione della tecnica compendiaria a macchia della Scuola di Resina. Per problemi di salute rientra a Palermo, e nel 1876 ottiene il passaggio del pensionato artistico da Roma a Firenze, dove poté approfondire la lezione dei macchiaioli, acquisendo una tecnica pittorica più rapida ed essenziale. Nel 1879, si trasferisce a Parigi, invitato dal mercante A. Goupil, e il suo studio diventa punto d’incontro di artisti e intellettuali, De Nittis, A. Mancini, E. Manet, D. Morelli e altri. Nel 1880,rientra in Italia, rompendo l’accordo con Goupil, e Florio gli commissiona la decorazione dell’ambiente che conduceva dal salone da ballo alla sala da pranzo, al piano superiore del villino all’Olivuzza, e pitture murali per la loro villa ai Colli, quattro pannelli con vedute e scene di feste e di gioco, Festa a villa Florio ai Colli, Il gioco, Paesaggio con gatto e gallinacci e Paesaggio con vaso, incorniciate da un finto gazebo di legno e dipinte a tempera con colori chiari. Visita le loro proprietà di Trapani e Favignana, che riprodusse in Saline di Trapani e La pesca del tonno in Sicilia, ispirato da lavoro della tonnara di Favignana. L’ultimo ventennio del secolo è ricco di esposizioni, partecipa alle Promotrici di Genova, Torino, Firenze e Napoli, con opere ispirate ai paesaggi e marine mediterranei, Centodieci anni a Ischi, Nel bosco di Portici, Un marinaio e la sua pipa a Lacco, Nel golfo di Napoli, Ve ne darò. Nel 1883, dominò all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Roma, con un’opera di cronaca sociale, I funerali di Torre del Greco, acquistata dal ministero della Pubblica Istruzione, per la Galleria nazionale d’arte moderna, ora Roma, Camera dei deputati. Alla Promotrice di Napoli del 1890, presentò La pesca del tonno in Sicilia, o La Mattanza, opera su cui lavorò per quasi dieci anni, e di cui ne esiste una prima versione, in piccole dimensioni, e numerosi studi di dettaglio. Trascorre gli ultimi anni della sua vita a Capri, e la sua casa divenne punto di appoggio per gli artisti e gli intellettuali che passavano per l’isola. Assente all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891/92, inviò una sua opera all’Esposizione di Monaco di Baviera del 1894, Le palme dell’hotel Pagano a Capri, e due opere alla IX Biennale di Venezia del 1910, Marina di Catello a Capri e Scogli della piccola marina a Capri, acquistate rispettivamente da Vittorio Emanuele III e dal principe ereditario di Grecia Costantino. Nell’ultimo periodo della sua vita, fu assistito dagli amici E. Raimondi e M. Federico, si spegne il 31 maggio del 1913.
Bibliografia
L’illustrazione italiana, 1913
Mostra individuale di Antonino Leto (1844-1913), in XIV Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia, catalogo, di N. Sofia, Venezia, 1924
Ottocento siciliani Pittura, di M. Accascina, Roma, 1939 Antonino Leto, in Monrealesi illustri, N. Giordano, Palermo, 1964
Pinacoteca provinciale di Bari. Le collezioni dell’800 e del primo ‘900…, di C. Farese Sperken, Fasano, 1977
Appunti su Antonino Leto, in Quaderni dell’Istituto d’arte medievale e moderna.
Facoltà di lettere e filosofia. Università di Messina, di M. T. Bonaccorso, 1979
Antonino Leto dall’analisi realistica alla libera effusione del colore,in Kalòs: arte in Sicilia, di I. Mattarella – F. Grasso, 1990
La pittura in Italia. L’Ottocento, di G. Barbera, Milano, 1991
Antonino Leto nelle collezioni della Galleria d’arte moderna di Palermo, di M. A. Malleo, Palermo, 1996
Villa Florio Pignatelli. Le pitture di Antonino Leto, in Kalòs: arte in Sicilia, U. Giambona, 2000
Dizionario dei siciliani illustri, Palermo 1939
Dizionario illustrato dei pittori…italiani moderni e contemporanei, A. M. Comanducci, Milano, 1972