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Corona di Ferro
Un film del 1941 diretto da Alessandro Blasetti, vincitore della Coppa Mussolini al miglior film italiano alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Trama
La spedizione che trasporta la Corona di Ferro, forgiata con un chiodo della croce, inviato dall’imperatore di Bisanzio al papa in segno di pace, attraversa una terra dove si è appena conclusa una lunga e gravosa guerra. Il vincitore, Lincinio, è pronto ad offrire allo sconfitto Artace una pace onorevole, ma il fratello Sedemondo lo fa uccidere alle spalle con una freccia, usurpandone il trono di Kindaor e condannato il nemico all’esilio e il suo popolo alla schiavitù. Tenta poi di impadronirsi della Corona di Ferro, facendo sterminare la scorta dall’infallibile arciere Farkas, alle gole di Natersa, ma la preziosa reliquia si sottrae alle mire del nuovo sovrano, sprofondando miracolosamente nella terra. Una misteriosa vecchia che vive nella foresta, profetizza a Sedemondo che il suo comportamento sacrilego non rimarrà impunito: al fratricida nascerà una femmina all’ucciso un maschio, che ella amerà fino a morirne. In effetti, a Kindaor, la moglie di Sedemondo ha partorito una femmina, Elsa, e la vedova di Licinio un maschio, Arminio, ma i neonati vengono opportunamente scambiati per salvare loro la vita.
I due bambini vengono cresciuti come fratello e sorella, finchè Sedemondo non scopre l’inganno e una notte fa rapire il piccolo Arminio da un servo che lo abbandona nella Valle dei Leoni. Sedemolo ritorna nel bosco per incontrare la vecchia e dirle di avere sconfitto il destino e salvato la figlia ma questa gli cancella il ricordo di quale sia stata la sorte del bambino, quindi il re è costretto a segregare Elsa nella reggia, protetta da tre cancelli. Sono passati venti anni e re Sedemondo bandisce un torneo, il cui vincitore potrà sposare Elsa. Nel frattempo, una frana apre un varco fra i monti che circondano la valle dei leoni e Arminio cresciuto tra le fiere forte e vigoroso può uscire all’esterno, inseguendo un cervo. Durante la caccia incontra Tundra, figlia di Artace, di cui si innamora subito, che gli propone di combattere nel torneo, per aiutarla a conquistare la libertà del suo popolo. Lo stesso invito gli viene rivolto anche dalla vecchia della foresta. A Kindaor, alla vigilia del torneo, Elsa esce fra la folla travestita da ancella, incontra Arminio e i due sono fatalmente attratti l’una dall’altro, come profetizzato. In un successivo incontro, nei panni di figlia del re gli chiede di non partecipare al torneo, per non arrecare dispiacere alla sua ancella. Ma quando il terribile re dei tartari Eriberto sconfigge tutti i pretendenti e rifiuta l’offerta di Sedemendo di rinunciare alla mano di Elsa in cambio di ricchezze e terre, Arminio non può evitare di intervenire in aiuto della donna prevalendo sul pericoloso avversario e scoprendo con piacere che Elsa e la sua ancella sono stessa persona e può quindi esprimerle liberamente il suo amore. Tundra vorrebbe vendicarsi del tradimento di Arminio, nei suoi confronti, ma rinuncia di fronte all’intenzione di Elsa di proporre al padre di liberare dalla schiavitù il popolo di Tundra e concedergli parte del regno. Quando però Elsa rivolge questa richiesta a Sedemondo, questi le avvelena la mente con il sospetto che Arminio in realtà ami Tundra e lei decide di rovinare qualsiasi altro rapporto esistente tra i due, facendo credere all’amato che l’altra abbia provato ad attentare alla propria vita. Mentre Tundra, scacciata da Arminio, torna al suo piano originario e lancia al suo esercito il segnale per invadere Kindaor attraverso le gole di Natersa, Arminio comincia però a recuperare i ricordi dell’infanzia , nel riconoscere sul braccio di Elisa il segno di una comune frustata subita da bambini per mano di Sedemondo, crede che le sia sua sorella. Elsa, disperata per quella scoperta che condanna il loro amore, fugge via. Arminio, affrontato direttamente Sedemondo e scoperto che lui ed Elsa sono soli cugini, si lancia all’inseguimento della donna, mentre il re impazzisce nel vedere avverarsi la temuta profezia di tanto tempo prima. Alle gole di Natersa si compie il destino dei protagonisti della vicenda. Elsa per espiare la sua colpa nei confronti di Tundra, la protegge con il proprio corpo dalla freccia fatale scoccata da Farkas, e in punto di morte rivela ad Arminio, accorso troppo tardi per salvarla, che l’ha ingannato sulle intenzioni di Tundra. I due eserciti nemici, giunti sul posto, vengono divisi all’improvvisa apertura di una voragine, che inghiotte il corpo di Elsa e riporta alla luce la corona di ferro, la cui apparizione da deporre le armi ad entrambi gli schieramenti. Mentre la reliquia riprende il viaggio verso la originaria destinazione, Arminio e Tundra si sposano e salgono la trono di Kindaor, finalmente pacificato.
Note cinematografiche
Titolo originale: La corona di Ferro
Paese di produzione: Italia
Anno: 1941
Durata: 97 min
Colore: B/N
Audio: Sonoro
Genere: Epico, Fantastico, Avventura
Regia: Alessandro Blasetti
Soggetto: Alessandro Blasetti, Renato Castellani
Sceneggiatura: Corrado Pavolini, Guglielmo Zorzi, Giuseppe Zucca, Alessandro Blasetti, Renato Castellani
Casa di produzione : Enic, Lux Film
Fotografia: Mario Craveri
Montaggio: Mario Serandrei
Musiche: Alessandro Cicognino
Scenografia: Virgilio Marchi
Costumi: Gino Carlo Sensani
Attori
Gino Cervi
Massimo Girotti
Luisa Ferida
Osvaldo Valenti
Elisa Cegani
Paolo Stoppa
Rina Morelli
Amedeo Trilli
Renato Navarrini
Ugo Sasso
Primo Carnera
Piero Pastore
Vittoria Carpi
Dina Perbellini
Pietro Germi
Mario Ersanilli
Antonio Marietti
Umberto Sacripante
Ada Colangeli
Adele Garavalgia
Adriana Micantgoni
Mario Mazza
Piero Carnabuci