Toth Banca Dati - Cinema 




 Cinema di propaganda fascista 

 

 

Durante i primi anni del Fascismo, il Duce inizia a dare importanza al cinema come mezzo di comunicazione di massa dichiarando pubblicamente di ritenerlo l'arma più forte dello stato. Il primo film ad essere considerato di propaganda fascista, è Il grido dell'aquila (1923) di Mario Volpe, uno dei primi film dedicati alla Marcia su Roma. Nel film la figura del Duce veniva esaltata associandola alla figura di Garibaldi. Così come la figura di Mussolini si legava a quella dell'eroe dei due mondi, nel film veniva anche associata la figura del serpente (con evidenti riferimenti biblici) a quella del comunista. Si riscontra perciò un altissimo livello di simbolizzazione, meccanismo che divenne molto comune nei film di Propaganda Fascista. Nel 1924, l'anno della breve crisi subita dal Regime Fascista dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti, venne costituita L'Unione Cinematografica Educativa, conosciuta col nome di Istituto Luce, di cui i vari Ministeri si servivano per la realizzazione di cinegiornali e documentari con finalità educative e propagandistiche. Nel 1934 venne istituito il Sottosegretariato di Stato per la Stampa e la Propaganda, trasformato poi in Ministero per la Stampa e la Propaganda, nel 1935. Infine venne rinominato Ministero della Cultura Popolare nel 1937. La funzione principale del Ministero consisteva nel controllo delle pubblicazioni e la censura dei documenti considerati pericolosi per il regime, ma operava anche nel settore cinematografico, promuovendo la produzione di film propagandistici. Altri eventi per lo sviluppo del Cinema Fascista furono l'inaugurazione, nel 1932, della Mostra del Cinema di Venezia e la nascita, nel 1934, della Direzione Generale della Cinematografia, di cui Luigi Freddi, venne nominato direttore generale. I compiti della Direzione variavano dalla revisione e modifica delle sceneggiature dei film, alla consegna di riconoscimenti per i registi che sostenevano la causa fascista, fino ad arrivare al monitoraggio dell'importazione di film stranieri. Difatti un buon numero di film americani vennero censurati perché avrebbero potuto influenzare il popolo italiano in modo negativo per il regime. L'obiettivo principale di questa attività censoria, non era quello di vietare i film italiani che non appoggiassero l'ideologia fascista, ma piuttosto di modificarli, in modo che non la contraddicessero, o che non incitassero il popolo italiano a rivoltarsi contro il governo. A questo proposito, l'introduzione del sonoro nei primi anni '30, ampliò le possibilità della censura che poteva inserirsi nella fase di doppiaggio di un film, apportando modifiche ai dialoghi. Quando invece un film veniva considerato totalmente inopportuno, ne veniva direttamente bloccato l'acquisto ai distributori. Un importante esempio è quello de Lo sfregiato (Scarface, 1932) di Howard Hawks, del quale venne proibita la distribuzione poiché: «tutti i criminali che sostenevano l'impalcatura del terrificante soggetto, anche se vivevano in ambiente americano, erano scrupolosamente e deliberatamente italiani». Nel 1935 nacque l'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (E.N.I.C.), una casa di produzione e distribuzione cinematografica,rilevando l'attività della Società Anonima Stefano Pittalunga. Nel 1938 l'ENIC si espanse per regolare il numero di film stranieri che venivano importati in Italia. L'ENIC divenne l'unico canale attraverso il quale era possibile far entrare film stranieri nel paese e limitò fortemente la selezione di film americani che potevano essere venduti alle case di distribuzione. Nel 1937 vennero fondati a Roma gli Studi di Cinecittà e l'annesso Centro Sperimentale di Cinematografia, la più famosa scuola professionale di cinema in Italia ad oggi ancora in funzione. Il giorno dell'inaugurazione di Cinecittà, il 21 aprile, fu scelto come data simbolica poiché si ritiene essere il giorno della fondazione di Roma, instaurando così un legame con la grandezza del cinema italiano. Nello stesso anno la sede dell'Istituto Luce venne spostata nel quartiere Quadraro e per la cerimonia di posa della prima pietra venne allestito un gigante apparato scenografico raffigurante Mussolini dietro ad una macchina da presa e la scritta: la cinematografia è l'arma più forte. Con la nascita della Repubblica Sociale Italiana, a Venezia nacque il Cinevillaggio (chiamato anche Cineisola), una struttura per la produzione cinematografica che fosse alternativa a Cinecittà (abbandonata dai fascisti a causa del conflitto), sorta a partire dall'autunno del 1943 per iniziativa del Ministero della Cultura Popolare della RSI, diretto da Ferdinando Mezzasoma. Negli studi del Cinevillaggio venne girato un ultimo film ascrivibile al filone propagandistico: Un fatto di cronaca, diretto da Piero Ballerini e interpretato da Osvaldo Valenti e Luisa Ferida (attori-simbolo del cinema fascista, in seguito fucilati dai partigiani perché accusati di collaborazionismo con i nazifascisti). A livello estetico e tematico il cinema di propaganda è virile, eroico, rivoluzionario (secondo i canoni fascisti) e celebrativo del regime e dei suoi ideali. Dei 772 film prodotti in Italia dal 1930 al 1943, sono classificabili come film di propaganda diretta o indiretta circa un centinaio, con una assoluta preminenza della propaganda indiretta su quella diretta.

 

Tra i principali film di propaganda si possono citare:

 

1933/ Camicia nera, di Giovacchino Forzano,

1934/ Vecchia guardia,di Alessandro Blasetti,

1937/ Condottieri, di Luis Trenker

1938/ Luciano Serra pilota, di Goffredo Alessandrini.

 

 

Le caratteristiche principali raffigurate nei film di Propaganda Fascista sono:

 

Raffigurare i cambiamenti positivi avvenuti con il fascismo Celebrare i valori del fascismo . Celebrare la marcia su Roma e l'ascesa del fascismo Raffigurare la grandezza dell'Italia e la dedizione alla patria.. Raccontare fatti storici inerenti alla Storia d'Italia, soprattutto il risorgimento narrare le biografie dei più importanti personaggi italiani della storia, per esaltare la grandezza e la superiorità del popolo italiano. Esaltare l'Impero Romano, evidenziando il nesso di continuità tra questo ed il regime fascista:

 

Esaltare il mondo rurale

Esaltare il colonialismo italiano per la sua missione civilizzatrice

 

Esaltare le operazioni militari e le azioni belliche compiute dalle varie forze armate italiane e dai volontari nelle varie guerre combattute dall'Italia fascista (Guerra civile spagnola, Guerra d'Etiopia, Occupazione italiana del Regno di Albania, Seconda Guerra mondiale)

 

Denigrare e ridicolizzare gli avversari del regime (Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica)

 

Vero e proprio manifesto del cinema di propaganda fascista fu Vecchia Guardia di Alessandro Blasetti del 1934, film incentrato sulla Marcia su Roma. Nonostante le ricorrenti caratteristiche di questi film, durante il periodo fascista sono state indubbiamente prodotte pellicole di valore diventati poi veri classici della cinematografia italiana. La dittatura di Mussolini si limitava al controllo esteriore del comportamento delle persone per schiacciare qualsiasi opposizione nei confronti del governo, dando invece un po’ più di spazio per sviluppare le proprie idee e opinioni personali. A differenza della Germania, in Italia, il governo era più tollerante verso gli intellettuali purché non incitassero il popolo contro il governo. Questo fenomeno si è indubbiamente ripercosso sulle produzioni cinematografiche del tempo. La vera propaganda stava quindi nei cinegiornali mostrati prima delle proiezioni, permettendo così ai film di avere maggior respiro e soffermarsi su temi diversi. Il cinema di propaganda fascista convisse con altri due filoni cinematografici: il primo era quello disimpegnato dei telefoni bianchi, il cui nome proveniva dalla presenza di telefoni bianchi in alcune sequenze di questi film, che delineavano il benessere sociale dei personaggi, in quanto all'epoca i telefoni di colore bianco erano assai più costosi rispetto a quelli di colore nero, dai prezzi più popolari (e dunque maggiormente diffusi). I film appartenenti a questo genere erano edulcorate commedie sentimentali, leggere e spensierate, d'ambientazione borghese, in cui gli argomenti preferiti erano la minaccia di un adulterio o di una separazione familiare (cose impensabili per l'Italia di quell'epoca). Una delle attrici iconiche rimasta legata a questo genere fu Assia Noris. Un altro genere cinematografico che viaggiava in parallelo a quello di propaganda era quello più accurato e ricercato del calligrafismo,caratterizzato da una maggiore complessità formale e di trame e ricco di citazioni artistiche, teatrali e letterarie (da cui il termine) e in cui veniva posta particolare attenzione e cura alle ricostruzioni scenografiche e alla perfezione delle inquadrature e dei movimenti di macchina. Uno dei maggiori esponenti di questo movimento cinematografico fu Mario Soldati regista e scrittore, consacrato al successo col film Piccolo mondo antico (1941), la pellicola più rappresentativa di questa corrente cinematografica, con protagonisti Massimo Serato ed Alida Valli. Molti registi hanno avuto la possibilità di iniziare a sperimentare durante il periodo fascista. Primo tra tutti il futuro maestro del realismo Roberto Rossellini con la Trilogia della guerra fascista, di cui fanno parte i suoi primi tre film:

 

1941/ La nave bianca 

1942/ Un pilota ritorna 

1943/ L'uomo dalla croce

 

 

In questi primi tre film erano già presenti elementi del neorealismo.

 

 

1937/ Sentinelle di bronzo 

1939/ La conquista dell'aria 

1940/ L'uomo della legione

1942/ M.A.S. 

1943/ Inviati speciali 

 

Marcello Albani

 

1943/ Redenzione

1944/ L'ultimo sogno 

 

Domenico M. Gambino

 

1938/ Lotte nell'ombra

1939/ Traversata nera 

 

Cesare Meano

 

1934/ Frontiere 

 

Enrico Guazzoni

 

1936/ I due sergenti 

1940/ Antonio Meucci 

1929/ Sole

1931/ Terra madre 

1934/ 1860 - Film 

1934/ Vecchia guardia

1935/ Aldebaran 

1938/ Ettore Fieramosca 

1943/ La corona di ferro

1943/ Quattro passi fra le nuvole

 

Mario Camerini

 

1936/ Il grande appello 

 

 Corrado D'Errico

 

1936/ Il cammino degli eroi 

 

Augusto Genina

 

1936/ Lo squadrone bianco

1940/ L'assedio dell'Alcazar 

1942/ Bengasi

  

 Carlo Campogalliani

 

 

1934/ Stadio 

1940/ Il cavaliere di Kruja 

1943/ Il treno crociato 

 

 Pier Luigi Faraldo

 

 

1941/ Sancta Maria 

 

Carmine Gallone

 

 

1926/ Gli ultimi giorni di Pompe

1937/ Scipione l'Africano 

1937/ Cristoforo Colombo 

1938/ Giuseppe Verdi 

1942/ Odessa in fiamme 

1943/ Harlem 

 

Francesco De Robertis

 

 

1941/ Uomini sul fondo 

1942/ Alfa Tau! 

1943/ Uomini e cieli 

1943/ Marinai senza stelle 

1944/ Vivere ancora 

 

 Piero Costa

 

 1944/ Aeroporto 

 

Giovacchino Forzano

 

1933/ Camicia nera 

1934/ Villafranca 

1935/ Campo di maggio 

1936/ Tredici uomini e un cannone 

1937/ Racconti d'autunno, d'inverno e di primavera 

 

 

Goffredo Alessandrini

 

1936/ Cavalleria 

1938/ Luciano Serra pilota 

1939/ Abuna Messias 

1942/ Noi vivi 

1942/ Addio Kira! 

1942/ Giarabub 

 

Luis Trenker

 

1937/ Condottieri 

 

 Mario Volpe

 

 1923/ Il grido dell'aquila 

 

Domenico Gaido

 

1927/ I martiri d'Italia

 

 Silvio Laurenti Rosa

 

1927/ I martiri d'Italia 

 

 

Piero Ballerini

 

Un fatto di cronaca

Walter Ruttmann

Acciaio

 

Esodo Pratelli

 

1943/ Gente dell'aria 

 

 Nunzio Malasomma

 

 

1939/ Cose dell'altro mondo 

 

Mario Baffico

 

1943/ I trecento della Settima 

1944/ Ogni giorno è domenica 

1944/ Trent'anni di servizio 

 

 Aldo Vergano

 

1938/ Pietro Micca - film

1942/ Quelli della montagna 

 

Marco Elter

 

1935/ Le scarpe al sole

 

  Oreste Biancoli

 

1940/ Piccolo alpino 

 

Gennaro Righelli

 

1932/ L'armata azzurra 

1939/ Il cavaliere di San Marco 

1943/ Orizzonte di sangue

 

 Edgard Neville

 

1939/ Carmen fra i rossi 

 

Guido Brignone

 

1935/ Passaporto rosso 

1938/ Sotto la croce del sud 

 

Flavio Calzavara

 

1939/ Piccoli naufraghi