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Giovannino Guareschi

 Fontanelle di Roccabianca 1 maggio 1908 – Cervia, 22 luglio 1968

 

 

Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi, nacque a Fontanelle, frazione di Roccabianca, il 1°maggio 1908, in una famiglia della classe media. Il padre, Primo Augusto Guareschi, era commerciante, mentre la madre Lina Maghenzani, era la maestra elementare del paese. Finite le scuole superiori, si iscrisse all’Università di Parma.

 

Riuscì a entrare nel Convitto “Maria Luigia” di Parma l’antico Collegio dei Nobili, che offriva vitto e alloggio agli studenti universitari in difficoltà economiche, che venivano occupati come istitutori e assistenti dei convittori. Qui conobbe, nel 1922, Cesare Zavattini. L’incontro fu decisivo per lo sviluppo della sua tecnica e della sua arte. Nel 1925 l’attività del padre fallì e Guareschi non potè più continuare gli studi. Dopo aver provato alcuni lavori saltuari entrò alla Gazzetta di Parma, come correttore di Bozze, chiamato da Zavattini, caporedattore del quotidiano. Nel 1931 iniziò come aiuto cronista al quotidiano il Corriere Emiliano, con un contratto di collaborazione fissa. Alla fine dell’anno andò a vivere da sol, Borgo del Gesso. Aveva ventitré anni.  

In poco tempo diventò cronista, poi capo-cronista. Nel 1934 partì per il servizio militare a Potenza, dove frequentò il corso allievi ufficiali. Finito il corso, nel 1936 viene trasferito a Modena, dove a maggio fu promosso sottotenente di complemento.

Terminato il servizio militare, Guareschi si trasferì a Milano,andando a vivere con la fidanzata Ennia Pallini in un monolocale in via Gustavo Modena. Nel 1938 la coppia trovò un appartamento più grande in via Ciro Menotti. 

Nel 1936 Giovanni Guareschi trova lavoro presso una testata giornalistica,il quindicinale “Bertoldo” rivista satira edita da Rizzoli e diretta da Cesare Zavattini.  Il primo numero uscì il 14 luglio 1936, giorno dedicato a San Camillo de Lillis, si trattava di una rivista pungente contro il regime e diretta da strati sociali medio – alti, in concorrenza con il popolarissimo bisettimanale “Marc’Aurelio ”. 

Durante la seconda Guerra Mondiale, Giovanni Guareschi sotto l’effetto di una sbornia, a causa della disperazione della notizia (poi rivelatasi falsa) della scomparsa del fratello sul fronte russo, insultò e inveì a lungo contro Benito Mussolini e venne arrestato a causa di una delazione fatta da un convinto fascista che lo voleva far passare per le armi. Di conseguenza, riconosciutegli le attenuanti, nel 1943 venne condannato al richiamo nell’Esercito si congedò come ufficiale di artiglieria. Quando venne firmato l’armistizio con le truppe Alleate egli si trovava in caserma ad Alessandria. Rifiutò come molti altri di disconoscere l’autorità del Re e fu arrestato, imprigionato nella Cittadella di Alessandria e quindi inviato nei campi di prigionia tedeschi di Częstochowa a Wietzendorf e Sandbostel per due anni, assieme ad altri soldati italiani, dove compose la Favola di Natale, racconto musicale di un sogno di libertà nel suo Natale da prigioniero. In seguito descrisse il periodo di prigionia nel Diario Clandestino. La profonda fede cattolica, l’attaccamento alla monarchia e il fervente comunismo fecero di Guareschi uno dei più acuti critici del Partito Comunista Italiano. Famosissimo per le sue vignette intitolate “Obbedienza cieca, pronta, assoluta”, dove sbeffeggiava i militanti comunisti che lui definiva trinariciuti (la terza narice aveva un duplice scopo, serviva a far defluire la materia cerebrale e a far entrare direttamente le direttive del partito), i quali prendevano alla lettera le direttive che arrivavano dall’alto, nonostante i chiari errori di stampa, poi corretti con la frase,“Contrordine compagni”. Per la celebre prima vignetta del compagno con tre narici, Togliatti lo insultò con un appellativo di “tre volte idiota moltiplicato per tre” definendolo l’uomo più cretino del mondo durante un comizio a La Spezia. Per tutta risposta Guareschi scrisse su Candido di ritenerlo un ambito riconoscimento

Nel 1948  durante le elezioni politiche si impegnò molto affinchè fosse sconfitto il Fronte Democratico Popolare, che in un racconto definisce “Fronte Pecorale Democratico”. Molti gli Slogan come “Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stanlin, No” e lo scheletro di un soldato dietro i reticolati russi che dice “100.000 prigionieri italiani non sono tornati dalla Russia, Mamma, votagli contro anche per me.”

Uscirono dalla sua mente fervida. Guareschi criticava anche la Democrazia Cristiana che a suo parere non seguiva i principi cui si era ispirata. Alla fine della guerra Guareschi fece ritorno in Italia e fonda con Giovanni Mosca e Giaci Mondaini, una rivista indipendente con simpatie monarchiche, Candido settimanale del Sabato. Condirettore della rivista con Giovanni Mosca fino al 1950, Guareschi rimane unico direttore fino al 1957 anno in cui subentrò Alessandro Minardi. Nella rivista, insieme ad altre famose penne della satira italiana, curava numerose rubriche tra cui quella a firma Il Forbiciastro, che spigolava nella cronaca italiana. Guareschi irriducibile monarca non lo nascondeva. In occasione del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 sostenne apertamente la monarchia e denunciò i brogli che secondo lui avevano ribaltato l’esito del voto popolare. Nel 1950 fu condannato con la condizionale a otto mesi di carcere nel processo per vilipendio al Capo dello Stato, Luigi Einaudi. Alcune vignette su Candido avevano messo in risalto che Einaudi, sulle etichette del vino di sua produzione (Nebbiolo), permetteva che venisse messo in evidenza la sua carica pubblica di senatore, Guareschi non era l’autore materiale della vignetta, l’autore fu Carletto Manzoni, ma fu condannato come direttore responsabile del periodico. Nel 1954 fu condannato per diffamazione su denuncia di Alcide De Gasperi. Guareschi era venuto in possesso di due lettere del politico trentino risalenti al 1944. In una di esse il futuro presidente del Consiglio, che all’epoca viveva a Roma, avrebbe chiesto agli Alleati anglo-americani di bombardare la periferia della città allo scopo di demoralizzare i collaborazionisti tedeschi. Secondo Guareschi le missive erano autentiche. Prima di pubblicarle, aveva sottoposto le lettere addirittura a una perizia calligrafica affidandosi a un’autorità in materia il dottor Umberto Focaccia.  Al processo affermò di aver agito in buona fede. Focaccia, perito dello stesso Tribunale di Milano, affermò in aula di aver effettuato un “lungo, attento e scrupoloso esame di confronto con molti altri scritti sicuramente autentici del De Gasperi”.  Nel 1968 gli fu riproposta la direzione del Candido da parte di Giorgio Pisanò, ma morì prima di poter rincominciare a causa di un attacco cardiaco. I suoi funerale, svoltisi sotto la bandiera con lo stemma sabaudo, furono disertati da tutte le autorità. Giovanni Guareschi è stato sepolto nel piccolo cimitero di Roncole Verdi.

 

Opere

1941/ Qua la mano Don Camillo, La teologia secondo Peppone, 14 racconti di Giovannino Guareschi commentati da Michele Brambilla, Giovanni Lotto, Giovanni Lugaresi, Alessandro Maggiolini, Giorgio Torelli.

1941/ Il destino si chiama Clotilde,Romanzo d’amore e di avventura con un’importante digressione la quale per quanto d’indole personale, si innesta mirabilmente nella vicenda e la corrobora rendendola vie più varia e interessante, Milano, Rizzoli.

1944/ Il marito in collegio. Romanzo ameno, Milano, Rizzoli

1946/ La Favola di Natale, Milano, Edizioni Riunite

1947/ Italia provvisoria, Album del dopoguerra, Milano, Rizzoli

1948/ Lo Zibaldone, Storie assortite vecchie, e nuove, Milano, Rizzoli

 

1948/ Mondo Piccolo, Don Camillo, Milano, Rizzoli

1949/ Diario clandestino, 1943 – 1945, Milano, Rizzoli

1952/ Mondo piccolo, Don Camillo, ritorno, Rizzoli

1953/ Mondo piccolo, Don Camillo e il suo gregge, Milano, Rizzoli

1954/ Corrierino delle famiglie, Milano, Rizzoli

1963/ Mondo piccolo, Il compagno Don Camillo, Milano, Rizzoli

1967/ La calda estate del Pestifero, Bologna, Il Borgo

1968/ Vita in famiglia, Milano, Rizzoli

 

1968/ L’Italia in graticola, Milano, Edizioni del Borghese

1969/ Mondo piccolo, Don Camillo e i giovani d’oggi, Milano, Rizzoli

1980/ Gente così, Mondo piccolo, Milano, Rizzoli

1981/ Lo spumarino pallido. Mondo piccolo, Milano, Rizzoli

1982/ Il decimo clandestino. Piccolo mondo borghese, Milano, Rizzoli

1983 / Noi del Boscaccio, Piccolo mondo borghese, Milano, Rizzoli

1986/ L’anno di Don Camillo, Milano, Rizzoli

1989/ Ritorno alla base, Milano, Rizzoli

1993/ Chi sogna nuovi gerani?, Autobiografia, Milano, Rizzoli

 

1995/ Vita con Giò, Vita in famiglia & altri racconti, Milano, Rizzoli

1994/ Il breviario di Don Camillo, Milano, Rizzoli

1996/ Ciao Don Camillo, Milano, Rizzoli

1996/ Don Camillo e Don Chichì, Don Camillo e i giovani d’oggi, Milano, Rizzoli

1999/ Don Camillo il vangelo dei semplici, 12 racconti a cura di Giovanni Guareschi commentati da Giacomo Biffi, Giovanni Lugaresi, Giorgio Torelli, Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro, Milano,Ancora

2000/ Attenti a quei due, Milano, Ghisetti e Corvi

 

2001/ Bianco e Nero. Giovannino Guareschi a Parma, 1929 – 1938, Milano, Rizzoli

La scoperta di Milano, Rizzoli

Osservazioni di uno qualunque, Milano, Rizzoli

La figlia del Maresciallo, Fotofumetto di Candido, Milano, Rizzoli