Toth Bancadati - Cinema
Franco Aloisi
Genova, 16 novembre 1943
Nasce da padre siciliano e madre genovese, con Guido Scala e Carlo Chendi, decise di utilizzare un vecchio casolare dell’amico Bottaro, situato fuori città, come centro per la produzione di un cartoon a lungometraggio. L’idea era dovuta anche alla suggestione (a detta dello stesso Aloisi) che in quegli anni esercitò Walt Disney e il suo primo studio nel garage dello Zio Robert nel sobborgo di Burbank, Los Angeles; garage da cui ebbe poi inizio tutta la produzione della Disney.
Dopo l’esperienza della Scuola di Rapallo, interpretata in maniera del tutto personale (egli fu disegnatore e autore di testi), si trasferisce a Genova verso l’inizio del 1951, dove inizia una collaborazione con le Edizioni Alpe di Milano, per le quali crea personaggi come: Scimmiette Trik e Trak, Il Gorilla Napoleon e Robot Man, singolare anticipazione della vita bionica che interagisce con gli essere umani. Seguono, sempre nello stesso periodo: Re Pistacchio, pubblicato anche in Francia dall’editore Victor Broussard come Roy Pistarche ; Pietro e Genio; L’Incredibile Ernesto, Nicolino e Carmelino, questi ultimi personaggi siciliani, omaggio postumo al padre scomparso prematuramente. Comune denominatore di tutti i personaggi è la vena ironica e surreale, che sarà sempre un tratto distintivo di tutta la produzione di Aloisi, anche negli anni successivi. Nel 1963 Franco Aloisi lascia Genova per Roma e nella capitale avviene l’incontro con il mondo dello spettacolo. Sempre nel 1963 partecipa alla trasmissione televisiva Gran Premio nella squadra della Liguria.
Nel 1965 entra in RAI con trasmissioni radiofoniche, poi la televisione con le commedie e le serie televisive di Anton Giulio Majano La Donna dei Fiori e Mario Landi, e alcune importanti produzioni cinematografiche come Bronte : cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato di Florestano Vancini.
Dal 1976 Franco Aloisi decide di ritornare al mondo dell’illustrazione e delle arti figurative e apre uno studio in Toscana, dove tutt'oggi lavora, dedicandosi ad una pittura che, a detta critica, viene definita onirico perealista, con la produzione di oli su tela, serigrafie e sculture.