Francesco Paolo Michetti
(Tocco da Casauria 4 agosto 1851 – Francavilla al Mare marzo 1929)
Francesco Paolo Michetti, nasce a Tocco da Casauria, provincia di Pescara, il padre Crispino, direttore musicale della banda del paese, morì prematuramente, a causa delle difficoltà economiche Francesco inizia a lavorare come apprendista presso la bottega di un fabbro. Dopo il matrimonio della madre, si trasferisce con tutta la famiglia a Chieti, dove studi all’Istituto Tecnico.
Nel 1868, ottiene una borsa di studio, dal Consiglio provinciale di Chieti, 30 lire al mese, che gli permette comunque di trasferirsi a Napoli, dove si iscrive all’Istituto di belle arti, e frequenta le lezioni di Domenico Morelli, che apprezza subito le sue doti. A Napoli entra in contatto Filippo Palizzi, Giuseppe De Nittis e Marco De Gregorio, ossia alcuni dei componenti della Scuola di Resina, amicizia che lo spinge ancor di più verso una pittura realistica e naturalistica, anche nella scelta dei soggetti, quasi sempre animali. Nel 1869, abbandona temporaneamente l’Accademia, e fa ritorno in Abruzzo. Due anni più tardi, parte per Parigi, dove grazie all’aiuto di De Nittis e Rotondo, stipula un contratto con il mercante d’arte Reutlinger, che prevedeva uno stipendio mensile e la partecipazione ai Salons parigini. Si esibisce al Salon del 1872, il Ritorno dell’erbaggio, Sonno dell’innocenza, La raccolta delle zucche, al Salon del 1875, La raccolta delle olive in Abruzzo, e a quello del 1876 con La processione del Venerdì Santo, Pastorelle abruzzesi, Matrimonio negli Abruzzi e il bozzetto la Processione del Corpus Domini. Le sue opere furono notate da Goupil, con il quale collaborerà in futuro. Nel 1974, tornato a Napoli, conosce Mariano Fortuny, incontro significativo per quanto riguarda il suo modo di fare pittura, la tavolozza cromatica è schiarita, abbondano i brani di virtuosismo, si stempera l’aspetto realistico, declinato verso il folkloristico e il pittoresco. Questi cambiamenti scatenarono i giudizi, in parte negativi della critica, Adriano Cecioni dopo l’Esposizione nazionale di belle arti di Napoli, Processione del Corpus Domini, lo considerò un copiatore di Fortuny, e la sua pittura falsa, bugiarda eciarlatane. Ma con l’esposizione di quest’opera ottiene il primo premio, una somma di 4.000 lire e la nomina a professore onorario dell’Istituto di belle arti di Napoli. Risiede a Francavilla a Mare, ormai economicamente indipendente, dove riceve amici come il musicista Francesco Paolo Tosti e lo scultore Costantino Barbella. Partecipa alle esposizioni nazionali del nuovo Stato Unitario, all’Esposizione di Firenze e Torino del 1880, e l’anno dopo alla mostra milanese. L’opera che segna la sua svolta professionale è Il Voto, grande tela di 7 metri di lunghezza per 2,50 di altezza, realizzata nel 1883 per la Mostra Internazionale di Belle Arti di Roma. Dipinto che rappresentava il momento finale della processione che si svolgeva a Miglionico, paesino abruzzese, in occasione della festa del patrono San Pantaleone, dove i fedeli assistevano al voto penitenziale, che consisteva nel leccare il pavimento del sagrato fino alla statua del santo, con il quale scatenò la critica che si divise in due schieramenti, da un lato i denigratori, oltre Cecioni, Nino Costa e Camillo Botto, che lo accusavano di tradire gli ideali del verismo, dall’altro D’Annunzio, Francesco Netti e Primo Levi che esaltavano la sua capacità di associare gli aspetti più realistici con un idealismo religioso. Nonostante le critiche, Il Voto fu acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione, 40.000 lire, somma che userà per acquistare un antico convento di fondazione quattrocentesca, ormai abbandonato di proprietà del Comune di Francavilla, il conventino, che diventa la sua abitazione e il suo atelier, e albergo per i suoi ospiti, tra cui D’Annunzio, che proprio qui comporrà Il Piacere e Il trionfo della morte.
Nel 1887, porta tredici opere dedicate a festività popolari e soggetti campestri, all’Esposizione di Venezia, dove curerà l’allestimento, in quanto egli stesso scrive alla commissione esaminatrice “l’operazione è alquanto delicata e, io sono geloso”. Opere acquistate dallo stato e dalla casa reale. Nel 1888 sposa Annunziata Cermignani, con la quale avrà tre figli. Nel 1891, arriva la commissione da parte del re Umberto I di Savoia, del proprio ritratto e di quello della consorte, la regina Margherita. L’ultimo ventennio dell’800, sarà ricco di esposizioni nazionali, Roma nel 1893, ed internazionali, Vienna 1888, Berlino 1891, Monaco 1891 e 1894, Anversa 1894, Dusseldorf e Londra 1904. È anche presente alla prima Biennale di Venezia del 1895, dove espone la grande tela La figlia di Iorio, opera la cui progettazione era stata lunga e laboriosa, nata a seguito di un episodio verificatosi nella piazza del Tocco a Casauria, al quale avevano assistito Michetti e D’Annunzio, dove un gruppo di uomini, al ritorno dal lavoro, probabilmente ubriachi, inseguivano e offendevano, per le strade del paese una donna perduta. Lavorando dapprima una quantità di schizzi, fotografie, esegue una prima stesura ad olio, che però abbandonerà a favore di una seconda versione rifatta a tempera, per ottenere un effetto cromatico e luministico, con contrasti di chiaroscuro più nitido. L’opera proprio per la cattiva riuscita della tempera usata, oggi è compromessa, ma resta inalterata la costruzione complessiva della scena, dove secondo le parole di D’Annunzio “non vi è ombra di esteticismo. Ma il genio michettiano si è rivelato nei suoi caratteri essenziali con più rigore, con più disdegno, con più asprezza, con più violenza. È una larga tela dipinta a tempera, severissima di disegno, sobria nel colore, semplice e fiera di sentimenti. L’anima della nostra vecchia terra d’Abruzzo v’è manifestata con una concentrazione mirabile.”
Dopo l’esposizione di Parigi del 1900, dove presenta due grandi opere intitolate “Le serpi e Gli storpi”, il periodo dei consensi si arresta. Il primo dipinto, ispirato alla festa di S. Domenico a Cocullo, in occasione della quale la statua del santo viene portata in processione ricoperta da serpenti; il secondo rappresenta il triste pellegrinaggio degli infermi che sperando in una grazia si dirigevano al santuario Casalbordino. Nonostante le sue aspettative, all’esposizione le tele restano invendute, decide quindi di ritirarle e tenerle nel proprio studio, solo nel 1927 saranno esposte alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e acquistate dal ministero della Pubblica Istruzione. Dopo la delusione parigina, non dipingerà opere di grande formato, ma piccoli dipinti, disegni, impegnandosi anche in illustrazioni librarie e bozzetti filatelici. Dal 1901 inizia a collaborare con poste italiane, presentando dei bozzetti filatelici, e nel 1905, l’amministrazione postale sceglie uno dei suoi disegni ed emette un francobollo da quindici centesimi, realizzato per la prima volta con la tecnica calcografica. Durante la sua vita, ha ottenuto diversi incarichi di prestigio e onorificenze ricevute da diverse istituzioni. Dopo la IX Esposizione internazionale d’arte di Venezia, dove presenta quindici paesaggi abruzzesi, farà più apparizioni a mostre pubbliche. Gli ultimi anni li dedica alla fotografia, concentrandosi alle nuove possibilità tecniche, dedica una serie alla mattanza dei tonni ad Acireale del 1907; inoltre dedica un lungometraggio ai volti d’Abruzzo, andato disperso.
Nel 1929 muore di broncopolmonite.
Bibliografia
Scultura e pittura d’oggi, di C. Boito, Torino, 1877
L’arte moderna, di R. De Zerbi, Firenze, 1877
Una visita all’esposizione nazionale di belle arti in Napoli, di A. Fiaschi, Napoli, 1877
Schizzi artistici sulla Esposizione di belle arti in Napoli, di P. Pennini, Messina, 1877
Vedi Napoli e poi…. Ricordi dell’Esposizione nazionale di belle arti, di P. Ferrigni, Napoli, 1877
I critici profani all’Esposizione nazionale di Torino, di I. Castiglioni, Firenze, 1880
Artisti abruzzesi, di V. Bindi, Napoli, 1883
Diz. Degli artisti italiani viventi, di De Gubernatis, Firenze, 1889
Dieci quadri delle Galleria Sciarra, fototipie, a cura di F. P. Michetti, con Cenni storici e critici raccolti da L. Vicchi, Roma, 1889
Nota su F. P. M., in Convito, G. D’Annunzio, 1896
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Ritratti d’artisti italiani: Michetti; Signorini…, ad nomen, Milano, 1911
Le serpi e gli storpi di F. P. Michetti, in Bolletino d’arte del ministero della
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A Francesco Paolo Michetti, di E. Moschino, Napoli, 1932 Francesco Paolo Michetti, di T. Sillani,Milano , 1932
Francesco Paolo Michetti, di E. Jacobitti, Pietrasanta, 1933
Francesco Paolo Michetti: commemorazione letta l’11 gennaio 1934 nella R.
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Pittori da me conosciuti,di A. Maresca di Serracapriola, Napoli, 1936 Michetti a Napoli, di A. Schettini, Napoli, 1951
Arte e artisti dell’Ottocento napoletano e Scuola di Posillipo, di D. Maggiore, Napoli, 1955
L’arte moderna dei neoclassici ai contemporanei, di E. Lavagnino, Torino, 1956
Dizionario bibliografico della gente d’Abruzzo, di R. Aurini, Teramo, 1958
Per un profilo di Michetti, in Mostra dei disegni, incisioni e pastelli di Francesco Paolo Michetti, R. De Logu, Francavilla al Mare, 1966
La pittura napoletana dell‟Ottocento, di A. Schettini, Napoli, 1967
Michetti fotografo (catalogo), di C. Vertelli, Milano, 1968
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La figlia di Jorio. Opera pittorica, di Francesco Paolo Michetti, di R. Ciglia, Pescara, 1977
Francesco Paolo Michetti, di F. Di Tizio, Pescara, 1980 Scritti critici, a cura di A. Galante, Roma, 1980
Storia della pittura italiana dell’Ottocento, di M. Monteverdi, Busto Arsizio, 1984
Francesco Paolo Michetti Mare e figure, di M. Venturosi, Francavilla a Mare, 1986
Il secondo „800 italiano. Le politiche del vero (catalogo), a cura di R. Barilli, Milano, 1988
La pittura in Italia. L’Ottocento, Milano, 1990
L’ultimo Michetti. Pittura e fotografia, di R. Barilli – A. Borgogelli – S. Weber, Città di Castello, 1993
Francesco Paolo Michetti: dipinti, pastelli, disegni, (catalogo), Napoli, 1999 Francesco paolo Michetti: il Cenacolo delle arti: tra fotografia e decorazione
(catalogo, Roma-Francavilla), Napoli, 1999
I volti di F. P. Michetti, in La rappresentazione del volto del Novecento: aspetti della ritrattistica delle arti visive, a cura di F. Franco, Roma, 2002
D’Annunzio e Michetti: la verità sui loro rapporti, di F. Di Tizio, Casoli, 2002
L’ultimo Michetti (1900 – 1929), di M. Miraglia, Roma, 2005
Una novella di D’Annunzio e un dipinto di Michetti, in Letteratura e arte, di C. Gibellini, 2005
F. P. Michetti: nella vita e nell’arte, di F. Di Tizio, Pescara, 2007
Il cantiere di restauro nella sala espositiva della grande tela “Il voto”di F. P.
Michetti, in Scritti in onore di Gianni Piantoni; testimonianze e contributi, a cura di S. Frezzotti – P. Rosazza Ferraris, Roma, 2007
Dipinti e sculture del XIX secolo dalle collezioni degli eredi di Nicola Biondi, Emilio e Dario Cecchi, F. P. Michetti e altre provenienze, Finarte Semenzato, Milano, 2008