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Filippo Liardo

( Leonforte 1° maggio 1834 – Asnières 19 febbraio 1917 )

 

 

Filippo Liardo, figlio di Salvatore e Rosalia Pappalardo, nacque a Leonforte, presso Castrogiovanni, l’odierna Enna. A vent’anni si trasferisce a Palermo e studia da Salvatore Lo Forte, a questo periodo risalgono i due disegni Ritratto di ecclesiastico e una Scena biblica, e il ritratto di Anton Maria Gargiotta.  Nel 1860 partecipa alla conquista di Palermo, unendosi ai 1000 di Garibaldi, e si distinse, dopo la battaglia di Volturno, e fu promosso. Rimase poi a Napoli a studiare all’Accademia. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, a Firenze si tenne la grande esposizione italiana agraria, industriale e artistica. Luogo di confronto interculturale, dove il pittore partecipò con Ritratto a mezzo busto e uno Studio del Mugnone, Da queste due opere, si nota come Liardo fosse entrato in contatto con il gruppo dei pittori della Suola di Piagentina, trovandosi coinvolta dalle nuove idee degli artisti dell’ambiente fiorentino, attratto dal tema della storia vissuta e sofferta, e dal modo di vedere la natura. Le opere di questo periodo, sono testimonianza dell’impegno di cogliere gli aspetti paesaggistici e luministici, come la Valle dell’Arno, continuando ad esercitarsi sui testi artistici della tradizione locale, gli Uffizi e la Chiesa di S. Maria Novella, e partecipa all’Esposizione organizzata dalla Società promotrice di belle arti di Firenze. Per la seconda volta nel 1862, partecipò al tentativo che avrebbe dovuto portare alla liberazione di Roma. Dallo scontro sull’Aspromonte, tra i garibaldini e le truppe inviate dal re Vittorio Emanuele II, rimane la testimonianza di un suo dipinto, che ritraeva Garibaldi ferito. Torna a Firenze, e partecipa alla Società promotrice di belle arti di Torino con Poverella alla porta laterale del duomo di Pisa e Studio di animale, e l’anno dopo, a quella di Napoli con Una povera donna, Campagna presso Firenze e L’Arno fuori porta S. Croce a Firenze. Nel 1864, presenta all’esposizione di belle arti della Società promotrice, a Palermo Il lago di Lucerna e Paese ai dintorni di Firenze.

 

Nel 1866 presenta al Salon di Parigi, e alla mostra della Società promotrice di belle arti di Palermo con La leggitrice. Prende anche parte alla terza guerra d’indipendenza contro l’Austria, partecipazione documentata da una serie di disegni, oltre che da una lettera di Raffaello Sernesi, indirizzata a Telemaco Signorini, diceva di averlo visto a Salò; in questo periodo inizia anche la sua collaborazione col periodico francese Le Monde illustrè, al quale inviava i disegni che venivano poi pubblicati per illustrare episodi del conflitto. Nel 1867 si trasferisce a Parigi, dove continua la sua attività di grafico per alcuni periodici. Fa ritorno a Palermo nel  ’69, per un’esposizione al palazzo municipale con Paesaggio e Ritratto del Padre, e nel ’70 all’esposizione della Società promotrice de belle arti di Parma con un ritratto e quattro tavole. A parte qualche altro breve soggiorno in Italia, ormai la sua dimora fissa è Parigi, dove partecipa costantemente a Salons, nel 1880 con La récolte des neiges, nel 1881 con disegni a penna, nel 1882 con Une rencontre e nel 1883 con L’inondation du quai d’Arsnières e con un autoritratto a pastello.Dopo la partecipazione all’Esposizione nazionale artistica di Venezia e ad altre mostre nei Salons, nel 1904, torna, anche se per breve tempo, in Sicilia. Muore, in miseria, ad Asnières, il 17 febbraio 1917.

 

 

Bibliografia 

 

Mostra retrospettiva della pittura catanese organizzata da”Il Popolo di Sicilia”, castello Ursino, Catania, 1939

 

Liardo Filippo, in Dizionario biografico degli italiani, di Maria Viveros, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 2005

 

Filippo Liardo (Leonforte 1834 – Asnières 1917), un pittore tra verità di storia e “verità di natura, di Luisiùa Paladino, Edizione Regione Siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana, 2015

 

Filippo Liardo, in Il Vapore, di G. Sanfilippo1858

 

Viaggio attraverso l’Esposizione italiana del 1861, Yorick figlio di Yorick, Firenze, 1861

 

Esposizione di belle arti della Società promotrice in Palermo, in Giornale di antichità e belle arti, di G. B. F. Basile, 1864

 

Nos pentres dessinèes par eux-mèmes, di A. M. De Belina, Parigi, 1883 La vita a Parigi (1887), Milano, 1888

 

Caricatristi e caricaturati al caffè Michelangiolo, di T. Signorini, Firenze, 1893 Un pittore in esilio, in Giornale di Sicilia, di F. Colnago, 1917

 

Notizie storiche sulla vetusta Tavaca e sulla moderna Leonforte, di G. Mazzola, Nicosia, 1924

 

“Macchiaioli”, inediti, in Vita artistica, di E. Cecchi, 1927

 

Filippo Liardo pittore garibaldino, in Catania, rivista del Comune, di S. Fiducia, 1932

 

Un garibaldino pittore: Filippo Liardo, in Giornale di Sicilia, di M. Accascina, 1935

Ottocento siciliano: pittura, Roma, 1939

 

Un pittore siciliano che parlava francese, in La Sicilia, di S. Fiducia, 1954 Il fotografo di Garibaldi, in Il Tempo, di G. Peirce, 1957

 

Filippo Liardo pittore garibaldino, in Il Giornale d’Italia, G. Peirce, 1961 Filippo Liardo pittore alternava il fucile alla matita, in Gazzetta dell’Italia, 1961

 

L’arte moderna, E. Lavagnino, Torino, 1961

 

L’Ottocento dei macchiaioli e Diego Martelli, B. M. Bacci, Firenze, 1969

 

Filippo Liardo pittore garibaldino, D. Di Gravio, Bari, 1970 Lettere dei macchiaioli, a cura di L. Vitali, 1978

 

Ottocento e Novecento in Sicilia, in Storia della Sicilia, di F. Grasso, Palermo, 1981

 

Pittori siciliani dell’800, I. Mattarella, Palermo, 1981

 

Filippo Liardo garibaldino. Dal romanticismo all’impressionismo, di A. Randisi, Caltanissetta, 1990

 

La pittura in Italia L’Ottocento, di G. Barbera, Milano, 1991

 

In fila per copiare quadri, in Gazzetta di Parma, di F. Razzetti, 1992