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FELICE CASORATI 

Novara, 4 dicembre 1883 – Torino, 1 marzo 1963

 

 

Casorati discente da una famiglia che aveva dato all’Italia matematici e scienziati di fama. Il padre fu ufficiale di carriera e pittore. Felice Casorati trascorse l’infanzia a Milano, Reggio Emilia, Sassari, e Padova. Si dedicò agli studi musicali con un’intensità tale da rimanere vittima di un esaurimento nervoso all’età di diciotto anni. Durante un periodo di riposo a Praglia, sui colli Euganei, cominciò a dipingere, eseguendo la prima opera pittorica. Nel 1907 si laureò in Giurisprudenza nell’università di Padova, decidendo tuttavia di dedicarsi alla carriera artistica. Ritratto di Signora, un’elegante immagine della sorella Elvira, fu ammesso dalla giuria alla Biennale di Venezia nel 1907.  A Napoli dal 1908 al 1911, studiò l’opera di Pieter Brueghel il Vecchio, nella collezione del Museo Nazionale. Le sue opere furono esposte alla Biennale del 1909 e del 1910; in questa seconda occasione rimase fortemente impressionato dalla sala dedicata Gustav Klimt. Lo stile simbolico e decorativo della Secessione Viennese influenzò in maniera determinate le successive opere di Casorati . Dal 1911 al 1915 visse a Verona e nel 1914 insieme ad altri pittori fondò la rivista  “La via lattea” . Durante gli ultimi anni della sua vita fu vicino agli artisti di Cà Pesaro, Arturo Martini, Gino Rossi, Umberto Moggioli, Pio Semeghini, il cui orientamento europeo lo introdusse ai recenti sviluppo artistici di Parigi e Monaco. Felice Casorati svolse il servizio militare nell’esercito, alla morte del padre nel 1917 si trasferì con la famiglia a Torino, divenendo ben presto una figura centrale nei circoli intellettuali della città. Strinse rapporti di amicizia con il compositore Alfredo Casella e con Piero Gobetti, aderendo nel 1922 al gruppo della “Rivoluzione Liberale”. Nel 1923, in conseguenza dell’amicizia con l’antifascista Gobetti, subì un arresto e alcuni giorni di carcere; dopo quell’episodio evitò di entrare in conflitto aperto con il regime. A Torino nel 1921 Casorati aprirà una scuola di pittura per giovani artisti, un’esperienza completamente nuova e lontana da ogni sistematicità d’accademia, allievi con cui esporrà nel 1929 alla mostra “Casorati fra i discepoli”. Nelle opere della maturità, nel periodo post bellico, come il Ritratto di Silvana Cenni del 1922 e Meriggio del 1923, al dettaglio decorativo si sostituì la meditazione di una forma essenziale, influenzata dalle costruzioni spaziali matematiche della pittura quattrocentesca e, in particolare dall’atmosfera di immobilità tipica dell’opera di Piero della Francesca.

 

Nel 1923 nel studio di Via Mazzini a Torino aprì una scuola per giovani artisti.

 

Nel 1924 Casorati tenne una personale alla Biennale, accompagnata da un autorevole saggio di presentazione in catalogo di Lionello Venturi.

 

Nel 1930 sposò Daphne Maughman,che frequentava la sua scuola.

 

Nel 1925 fu uno dei fondatori della Società delle Belle Arti di Antonio Fontanesi, allo scopo di promuovere giovani artisti italiani e stranieri dell’ottocento e contemporanei, nello stesso lavora con Alberto Sartoris al teatrino di Casa Gualino.

 

 

Nel 1935 lo Studio Casorati ed Enrico a Paulucci ospitò la prima mostra collettiva d’arte astratta italiana, comprendente opere di Licini, Melotti e Fontana. Casorati vinse il premio per la pittura alla Biennale di Venezia nel 1938. Ricevette riconoscimenti ufficiali anche alle grandi esposizioni.

 

 

Nel 1952 tenne una personale alla Biennale, insieme ad Ottone Rosai, riceve il premio speciale della Presidenza.

 

 

Opere

 

Persone, 1910, olio su tela

 

L’attesa

 

Angelo della notte

 

Una donna, 1919

 

Ritratto di Riccardo Gualino, 1922

 

Silvana Cenni, 1922

 

Meriggio 1923

 

Mani, oggetti, testa 1945 – 1950