Erulo Eroli
( Roma, 27 febbraio 1854 – Roma 13 dicembre 1916 )
Figlio del marchese Pio, guardia nobile e scultore specializzato nella lavorazione dell’avorio, appartenente al ramo romano di una famiglia di antica origine umbra, e della marchesa Beatrice Orlandi. Compiuti gli studi ginnasiali al S. Apollinare, si iscrisse al S. Michele dove apprese le tecniche di lavorazione della ceramica, della vetrata policroma a gran fuoco e dell’arazzo.
Nel 1875, considerata l’inesorabile decadenza del San Michele, chiuso a causa di mancanza di fondi, Erulo aprì uno studio di pittura alla passeggiata di Ripetta. Nel 1880 trasferì lo studio in via del Babuino all’interno di una galleria d’arte. Lo studio acquistò ben presto fama internazionale, e venne frequentato da personaggi illustri dell’aristocrazia, dell’altro clero, del mondo politico, culturale. Eurolo, potè contare sull’apprezzamento dei Savoia, in particolare della Regina Margherita, che gli procurò importanti commissioni. Nel 1883, presentato da Ettore Roesler Franz e Onorato Carlandi, entrò nella Società degli acquarellisti, di cui fu presidente dal 1909 al 1911, promuovendone il potenziamento con la riforma dello statuto. Nel 1892 fu ammesso all’Associazione artistica internazionale e nel 1903 fondò, insieme ad altri pittori, l’Unione degli Artisti con scopo di tutelare la categoria nei confronti della committenza pubblica. Dal 1904 mantenne stretti rapporti con il gruppo dei XXV della campagna romana ed espose assiduamente con la Società degli amatori e cultori di belle arti. Malgrado il successo ottenuto, ottenendo grandi riconoscimenti ufficiali, ha ottenuto scarsa considerazione da parte della critica. Erulo realizza opere con soggetto storico-militare, affrontando con pari impegno la tematica storico-religiosa, fu ritrattista, paesaggista e autore di numerose scene di genere con personaggio popolari e caratteristici. Nel 1883 l’Esposizione di Belle Arti di Roma fu l’occasione per la sua prima comparsa in pubblico con il grande dipinto ad olio La Palestra a Lissa che, per il soggetto, fu acquistato dall’Accademia Navale di Livorno. Nel 1885 e nel 1886, con la Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, espose rispettivamente Pancrazio alle fiere.
Nel 1891 Erulo partecipa con successo all’Esposizione Nazionale di Palermo con i Vespri Siciliani. La tela, di notevoli dimensioni, entrò nelle raccolte della locale Galleria civica d’arte moderna. Il decennio successivo si rilevò intenso per attività e riconoscimenti; nel 1894 ebbe una medaglia d’oro per i tessuti all’Esposizione Universale di Anversa e l’acquisto del dipinto ad olio “Giovan nudo allo specchio” da parte di Re Fuad per il Palazzo Reale del Cairo. Nel 1897, la grande pala Sacra Famiglia o Ecce Agnus Dei in stile preraffaellita, premiata con medaglia d’oro nel 1898 alla mostra sacra di Torino.
Nel 1899 l’acquarello di argomento sociale“La malaria” ,esposto a Dresda, fu acquistato dalla Galleria Nazionale di Dresda. L’incarico più prestigioso fu nel 1902, per il comune di Roma per i 25 arazzi per l’addobbo esterno dei palazzi capitolini, ora al Museo di Roma di Palazzo Braschi. Nel 1902 sposa la vedova del fratello Alberto, Virginia Bartolini, le nipoti Ada ed Emma, collaborano all’attività dell’arazzeria. Tra il 1904 e il 1905 il pittore dipinse ancora due soggetti storico – religiosi Il sogno della moglie di Ponzi Pilato e Translatio Sebastiani post martyrium”, acquistati da mos. De Oca. Nel 1905 partecipa all’Esposizione Mariana Lateranense di Roma con l’acquarello Sanctus Sanctus ed Ecce Agnus Dei, che ottenne la medaglia d’oro. Dal 1907 al 1911 restaura arazzi antichi per conto dello Stato senza interrompere l’attività di pittore; a questo periodo risalgono Ad Anita dieci anni dopo, esposto a Santiago del Cile nel 1910. La passione patriottica del pittore trova ancora modo d’esprimersi nella rievocazione dell’Impresa di Milano a Dardanelli, del 1912 e nell’illustrazione della terzina della Canzone d’oltremare, dedicata da Gabriele D’Annunzio ai marinai d’Italia ( presso l’Accademia navale di Livorno).
Nel 1914 gli vennero commissionati cinque arazzi, oggi dispersi, con le Storie di Tito e Vespasiano per la residenza estiva della casa reale di Romani a Sinaya, completati dopo la sua morte.
Bibliografia
Zambrotta, voce Eroli, Erulo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Treccani
De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1889, p. 187
L. Callari, Storia dell’arte contemp. It. Roma 1909, pp. 286, 416
M. Biancale, L’arte dell’arazzo e i fratelli Eroli, in Rass, dell’istruzione artistica, (1938), 3-4, pp. 95
Luciani, Erulo Eroli, pittore, in L’Urbe, ( 1988 )
T. Zambrotta, L’arredo della piazza del Campidoglio: Gli arazzi di Erulo Eroli, in La capitale a Roma 1870 -1945, Roma 1991, pp. 14