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Eduardo Scarpetta

Napoli, 12 marzo 1853 – 29 novembre 1925

 

 

 

Figlio di un funzionario statale, Domenico Scarpetta (che tentò più volte di avviarlo agli studi e alla sua carriera) e di Emilia Rendina, il suo nome di battesimo fu Odoardo Lucio Facisso Vincenzo. Nel 1868, all’età di quindi anni decise di entrare in una compagnia teatrale.

Riuscì a farsi presentare dall’attore Andrea Natale all’ impresario Alfonso Ventura, il quale lo scrittura come generico nella compagnia di Antonio Petito di cui divenne capocomico nel 1879. 

Dal 1870 comincia il suo successo personale con l’interpretazione di Felice Sciosciammocca. 

Lo stesso Antonio Petito scritturò Scarpetta conformando su di lui il personaggio di Felice Sciosciamocca che accompagnava Pulcinella nelle sue farse.

Petito scrisse infatti che Scarpetta alcune farse cui le più note sono: Feliciello mariuolo de 'na pazza  “Felice Sciosciammocca credulone guaglionee n’anno”, che Scarpetta porterà in scena insieme ad alcuni copioni che lui stesso, ormai esperto, aveva preparato. Dopo la morte di Petito, Eduardo Scarpetta lascia il San Carlino. Dopo un brevissimo periodo trascorso a Roma nella compagnia di Raffaele Vitale, prende in affitto un baraccone sul Molo, il Metastasio, dove rappresenta alcuni suoi lavori. Nel 1878 accetta di far ritorno al San Carlino, sapendo che al suo fianco avrebbe recita in sottordine il pulcinella Cesare Teodoro; qui ottiene un grande successo con la commedia “ Don Felice maestro di calligrafia ” meglio conosciuta come Lu curaggio de nu pompiere napulitano”. L’anno successivo viene scritturato per una tournèe a livello nazionale. Nel 1880 ottenne un prestito di 5.000 lire dall’avvocato Severo e, grazie alla sua tenacia, riesce, a riaprire e rinnovare il vecchio e glorioso teatro San Carlino, dove debutta il 1° settembre con la commedia “Presentazione dei una Compagnia Comica”.

Egli stesso, nelle sue memorie racconta che il “il pubblico sorpreso ed ammirato dall’affiatamento della compagnia, dalla naturalezza della recitazione, dalla inappuntabile proprietà del vestiario rise ed applaudi fragorosamente”.

Iniziò così una stagione di grandi successi, che lo portano ben presto a diventare un idolo. Diventato ormai un capocomico di successo, nato da una famiglia modesta, possiede ora un palazzo in Via Dei Mille, costruito dallo stesso architetto del Teatro Bellini, Vincenzo Salvietti, carrozze e cavalli. Sposato dal 1876 con Rosa De Filippo, aveva poi intrecciato una relazioni con la nipote di costei, Luisa De Filippo. Il 15 maggio del 1889 ottenne un memorabile successo con “ Na Santarella ” al Teatro Sannazzaro di Via Chiaia.  

Tutta Napoli, elegante e mondana, accorre al piccolo teatro e con gli incassi della commedia, che gli apre definitivamente le porte della capitale, si fece costruire una villa sulla collina del Vomero, chiamata appunto a Villa Santarella, dove sulla facciata principale campeggiava la scritta “Qui rido io !” che qualche anno dopo  vendette perché la moglie aveva paura di abitarci da sola quando il marito era un tournèe. 

Il suo successo più grande, Miseria e nobiltà ”, che in seguito ebbe tre trasposizioni cinematografiche, fu scritto unicamente per permettere la partecipazione alla commedia del figlio dodicenne Vincenzo, che nella prima rappresentazione recitò nel ruolo di Peppiniello. La Fondazione del Teatro Salone Margherita, il primo grande varietà napoletano, costruito nei sotterranei della nuova Galleria Umberto I, cominciò a minare le fortune del commediografo, che in risposta ala nuova moda si ripresentò al pubblico con un suo Cafè-chantant, ma il colpo di grazie gli arrivò nel 1904, quando fu protagonista suo malgrado di una delle più clamorose vicende teatrali dell‟epoca: quella riguardante la parodia de La figlia di Iorio, di Gabriele D‟Annunzio, che gli procurò un cocente insuccesso. Moltissime sono le critiche di questi anni, soprattutto da parte di Salvatore Di Giacomo, e Roberto Bracco, Unica voce in sua difesa fu quella di Benedetto Croce. Nel 1909, deluso ed amareggiato, si ritirò dalle scene, dopo aver preso parte alla parodia “Regina del Mare“ composta dal figlio Vincenzo al quale egli impone di essere suo continuatore nel ruolo di Sciosciammocca. 

Nel 1920 scrisse un saggio sui caratteri innovatori dell’arte di Raffaele Viviani. Eduardo Scarpetta sposa Rosa De Filippo, (Sorella di Luca De Filippo) Il 16 marzo 1876 da cui ebbe due tre figli: Domenico (riconosciuto da Scarpetta ma probabilmente nata da una relazione di Rosa con il Re Vittorio Emanuele II); Maria ( nata dalla relazione di Scarpetta con la maestra di musica Francesca Giannetti e successivamente adottata ); Vincenzo. Dalla relazione con Luisa De Filippo, nipote della moglie Rosa, ebbe Eduardo, Peppino e Titina. Dalla relazione con Anna De Filippo, sorellastra, di Rosa De Filippo, ebbe Ernesto Murolo, poeta, autore napoletano, padre del cantante Roberto Murolo; Eduardo De Filippo in arte Eduardo Passarelli. Scarpetta Morì all’età di 72 anni .

 

Opere

 

1875 / Gelusia ovvero Ammore sposalizio e gelusia

1876/ Ov’è mammà?

1876 / ‘ Na commedia ‘ e tre atte

1876 / Quinnice solde so cchiù assaie di seimilalire

1876 / E’ buscia o verità

1877 / Felice maestro di cale grafia ovvero Lu curaggio de nu pompiere napulitano

1879 /  Feliciello e Feliciella

1879 / La collana d’oro

1880 / L’Accademia disturbata

1880 / Le treccia dell’Imperatore

1880 / La presentazione de ‘na compagnia ovvero Felice direttore di compagnia

1880 / Tetillo

1880 / Mettiteve a fa l’amore cu me !

1880 / Li Pescivennole napulitane

1880 / Tric Trac

1880 / Lu pescecane

1880 / Nu zio cuccio è ‘ nu nepote scem

1880 / Duje marite ‘mbruglione

1880 / Bazzicotto

1880 / Il non plus ultra della disperazione ovvero la Battaglia del Rigoletto; i Duelli Lu Pagnottino

1881 / Lo scarfalietto

1881 / Vi’  che m’ha fatto frateme

1881 / Tetillo ‘nzurato

1881 / Le Bravure di Don Felice

1881 / La posta in quarta pagina

1881/ Tre pecore viziose

1881 / L’amico ‘è papà 

1881 / ‘No pasticcio

1881 / La casa numero settembre

1882 / Il romanzo di un farmacista povero

1882 / A’ fortuna ‘e Feliciello

1882 / Nun la trova a mmaretà 

1882 / La nutriccia

1882 / Fifì

1882 / ‘ No quartino e lu quinto piano

1882 / ‘Nu frongillo cecato

1883 / Amore e polenta

1883 / Na paglia ‘e Firenze

1883 / Na furnaa de paura

1883 / Na Tombola e’ duemila lire

1883 / S’ha da dì o no? 

1883 / La Signora Piripipì 

1883/ Nu casino sotto a lui Vesuvio

1884 / ‘Na cappa sciaquata

1884 / La calamita

1884 / Nu brutto difetto 

1884 / Na matassa ‘mbrugliata

1885 / ‘Na capa sciquata

1855 / Li nepute de lu Sinneco

1885 / Lu marito de Nannina

1866 / ‘ O viaggio e’ nozze

1887 / ‘Nu bastone ‘e fuoco 

1888 / Miseria e nobiltà

1888 / O viaggio e’ nozze

1887 / Nu turci napolitano

1889 / Lu miedico de li femmene ovvero il dottore Suricillo

1889 / na Santarella

1889 / Girolino e Pirolè

1890 / Pazzie di Carnevale

1890 / Il matrimonio  di Stella 

1890 / Casà Bignè

1890 / ‘ Na stampa e doje figure

1891 / Il Capitano Saetta

1892 / Guerra agli uomini

1892 / Cocò

1893 / ‘na Mugliera scrunosa

1893 / Lu Cafe Chantant

1893 / Li Cafune a Napule

1893 / Lyli e Mimì

1894 / ‘Mu ministro mmezzo a li guaie

1894 / Li mariuole ovvero la Contessa tre cape

1894 / Farfariello

1895 / Na bona guagliona

1895/ La casa vecchia

1896/ La Bohème

1896 / I  Tre soci 

1896 / L’albergo del silenzio

1897 / Le due stelle 

1897 / Casa Pipiton

1897 / La belle sciantose

1897 / Zeitallo. Vidov e nzurato

1897 / Na mascaratura inglesse

1898 / Nu cane bastardo 

1899/ Madama Ficcarelli

1899 / Na creatura sperduta

1899 / A cmmerera nova 

1899/  Duje chiappar ielle

1899 / ‘ Na figliola romantica

1900 / ‘ A figlia e’ don Gennaro

1900 / A nanassa

1901 / Cani e gatti

1901 / Tutti in viaggio

1901 / Il debutto di Gemma

1902 / A’ Mosca

1902 / Madama Rollè

1902 / Madama Sangenella

1902 / ‘O Balcone ‘e Rusinella

1903 / ‘na mugliera africana

1903 / Nu figlio a pusticcio

1903 / Il processo fiaschella

1903 / Li mnale lengue

1904/ Nu core d’angelo

1904 / Il figlio di Iorio 

1905 / La gheisha

1907 / ‘na mugliera zetella

1907 / ‘na brutta pazzia

1908 / O Meiedeco d’è pazze

1909 / La coda del diavolo

1915/ Tre epoche

1923 / Nu disastro ferroviario

1924 / Woronoff

 

Film 

 

1911/ Tutto per mio fratello

1914 / Miseria e nobiltà ,regia di Enrico Guazzoni

1914/ La nutrice, regia di Alessandro Boutet 

1914/ Un antico caffè napoletano, regia di Gino Rossetti

1915/ Tre pecore viziose, regia di Gino Rossetti

1915/ Lo scaldaletto, regia di Gino Rossetti

1940/ Miseria e nobiltà, regia di Corrado D’Errico 

1943 / Ti conosco bene mascherina !, regia di Eduardo De Filippo

1951/ Sette ore di guai, regia di Vittorio Metz e Marcello Marchesi

1952 / Agenzia matrimoniale, regia di Giorgio Pàstina

1953/ Un turco napoletano, regia di Mario Mattoli

1954/ Miseria e nobiltà, regia di Mario Mattoli 

1954/ Il medico dei pazzi, regia di Mario Mattoli

 

 

Bibliografia

 

1950/ Mario Scarpetta, Felice Sciosciammoca mio padre, Napoli, Morano

1961/ Mario Mangini, Eduardo Scarpetta e il suo tempo, prefazione di Eduardo De Filippo, Napoli, Montanino

1974/ Eduardo De Filippo, Quattro Commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta, Torino

1982/ Eduardo Scarpetta, Cinquant’anni di Palcoscenico; memorie; introduzione di Renato Carpentieri; prefazione di Benedetto Croce, Roma, Savelli

1990/ Eduardo Scarpetta, Il teatro di Scarpetta, Napoli, Bellini

1992/ Eduardo Scarpetta, Scarpetta Tutto il teatro, a cura di Romualdo Marrone, prima edizione, Roma, Newton Compton

1999/ Salvatore Tolino, Mostra Storica permanente della Poesia, del Teatro e della Canzone Napoletana, Istituto Grafico Editoriale Italiani 

2000/ Tiziana Paladini, “ Scarpetta in giacca e cravatta ”, Napoli,Luca Torre

1999/ Salvatore Tolino, Mostra Storica permanente della Poesia, del Teatro e della Canzone Napoletana, Istituto Grafico Editoriale Italiani

2009/ Antonio Pizzo, “Scarpetta e Sciosciamocca. Nascita di un buffo”, Roma Bulzoni