Toth Banca Dati - Cinema




 

 Cronache di Poveri amanti

 

 

Anno: 1954

Durata: 115 min 

Colore: B/N

Genere: Drammatico 

Regia: Carlo Lizzani

Produttore: Cooperativa Spettatori – produttori cinematografici 

Fotografia: Gianni di Venanzo

Montaggio: Enzo Alfonsi

Musiche: Mario Zafred 

Scenografia: Peck G. Avolio 

 

Interpreti e personaggi

 

Anna Maria Ferrero : Gesuina

Cosetta Greco: Elisa

Antonella Lualdi: Milena

Marcello Maestroianni: Ugo

Wanda Capodagli: La Signora

Bruno Berellini: Carlino

Irene Cefaro: Clara

Adolfo Consolini: Corrado

Giuliano Montaldo: Alfredo

Gabriele Tinti : Mario

Eva Vanicek: Bianca

 

 

Doppiatori originali :

 

Maria Pia di Meo : Gesuina

Dhia Cristina: Milena

 Pino Locchi: Mario

Manlio Busoni: Corrado

 

 

 

Trama

 

Firenze, primavera del 1925, il giovane tipografo Mario si trasferisce nel quartiere di Santa Croce, in Via del Corno, per stare più vicino alla sua innamorata, Bianca,diventando così a sua volta un “ cornacchiaio” e ritrovandosi a condividere le vicende quotidiane degli abitanti di quel piccolo mondo popolare negli anni foschi dell’ascesa del fascismo. Il suo padrone di casa e il maniscalco Corrado, detto Maciste noto antifascista ed ex Ardito del Popolo come il suo amico Ugo, venditore ambulante di frutta e verdure, un tempo a sua volta fortemente impegnato in politica, ma ora dedito soprattutto a donne e divertenti. La piccola via ospita anche un paio di convinti fascisti: il ragioniere Carlino Bencini, legionario fiumano, impiegato delle assicurazioni, e il suo collega,amico e coinquilino Osvaldo. Fra gli altri vicini: il ciabattino Staderini, Ristori, proprietario dell’alberghetto che ospita alcune prostitute, fra cui Elisa, amante di Nanni, l’ammonito, Clara, amica di Bianca tormentata dal fidanzato perché acconsenta a sposarlo. Alfredo Campolmi, proprietario della pizzicheria e fresco sposo di Milena. Immobile a letto ma costantemente informata di quanto accade nella via grazie alla servetta Gesuina, la Signora tesse una fitta rete di relazioni e lega tutti a sé attraverso i prestiti che concede. La quieta convivenza in via del Corno è drammaticamente spezzata quanto Alfredo, appena sposato e deciso a far prosperare la sua attività, rifiuta di dare il contributo alla sezione locale del Partito Fascista e subisce un brutale pestaggio, che lo lascia così pesantemente segnato nel corpo da doversi ricoverare in sanatori e cedere la pizzicheria.

 

Regia e sceneggiatura

 

La trasposizione cinematografica del romanzo di Pratolini avrebbe dovuto essere originariamente diretta da Luchino Visconti, che però dovette abbandonare il progetto poiché non fu possibile reperire i mezzi finanziari necessari per realizzare il film di grandi dimensioni produttive da lui immaginato. Sergio Amidei, produttore e detentore dei diritti, cedette gratuitamente a Lizzani la sceneggiatura, che richiese tagli sia per ragioni finanziarie che di autocensura, in particolare nel personaggio dell’usuraia. Pratolini si dimostrò soddisfatto del lavoro compiuto. Il set di via del Corno venne costruito in teatro di posa, ma all’aperto, in modo da poter sfruttare la luce naturale ed avere una fotografia simile a quelli degli esterni girati a Firenze. abbandonare il progetto poiché non fu possibile reperire i mezzi finanziari necessari per realizzare il film di grandi dimensioni produttive da lui immaginato.