Carmelo Pompilio Realiano Antonio Bene (Carmelo Bene)
(Campi Salentina, 1°settembre 1937 - Roma, 16 marzo 2002)
I genitori di Carmelo, Umberto Bene, Amelia Secolo gestivano una fabbrica di tabacco. Sua madre, una fervente cattolica e praticante, lo manderà a servire un'infinità di messe, sia a Campi Salentina che a Lecce. Una vocazione che abbandona piano piano, sino a diventare allergico a qualsiasi rito religioso. Frequenta le scuole medie e il liceo classico presso l'Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina, ma conclude gli studi classici nel Collegio Argento dei Padri Gesuiti di Lecce. Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Roma senza frequentarla, tranne inizialmente per quel che riguarda le lezioni di anatomia. Si iscrive allo stesso tempo al primo anno dell'Accademia Sharoff. Intanto da Lecce gli arriva la cartolina di precetto e parte così per la visita di leva, svolgendo mansioni ritenute da Carmelo inutili, e cosi si finge omosessuale, evitando così il servizio di leva. Nel 1957 si iscrive all'Accademia nazionale d'Arte drammatica “Silvio D'Amico” , ne frequenta i corsi per un solo anno, ritenendoli inutili.
Carmelo Bene scrive:
“Il metodo per risvegliare i sentimenti era l'Accademia Sharoff, quello per addormentarli la Silvio D'Amico”.
A Roma conduce una vita frivola, mantenuto dai genitori in parte, per riuscire a vivere lavora d'astuzia. Spesso viene fermato e arrestato dalla polizia.
Nel 1959 debutta in teatro con Caligola di Albert Camus, per la regia di Alberto Ruggiero. Fa rientro a Campi Salentina per sposare, contro il volere del padre, l'attrice fiorentina Giuliana Rossi, di qualche anno più grande di lui. Il padre, per impedire questo matrimonio, farà internare Carmelo in manicomio ma riuscirà lo stesso a sposare Giuliana. Carmelo e Giuliana si sposano a Firenze il 23 aprile del 1960 e da questa unione nasce un figlio, Alessandro che morirà giovanissimo a causa di un tumore. A Firenze avviene anche l'incontro letterario fondamentale della sua vita, Carmelo legge L'Ulisse di James Joyce, che lo affascina talmente da sconvolgerne il modo di pensare sottraendogli gli ultimi residui di esistenzialismo. Nel 1960, dopo aver lasciato Firenze e vissuto un periodo a Genova, conosce Aldo Bribanti e Sylvano Bussotti, con il quale cura le musiche dello Spettacolo – concerto Majakovskij che si tiene a Bologna. Diventato regista di se stesso, nel '61 dirige la seconda serie di repliche del Caligola. Negli anni successivi, realizza il primo Amleto. Costituisce il “Teatro Laboratorio”, con Manlio Nevasti (in arte Nistri), Luigi Mezzanotte e Alfiero Vicenti; tra il 1961 e il 1963, chiuso a casa del fattaccio del «del piscio» sulla platea e sull'ambasciatore argentino attribuito a Carmelo Bene, ma probabilmente gesto fatto dal pittore argentino Alberto Greco. Al Teatro Laboratorio si allestiscono gli spettacoli cabaret con titoli significativi come Addio Porco, una specie di happening, goliardata o presa in giro che serviva a raccogliere denaro, attirando gente snob e ricca a caccia di emozioni. Lo spettacolo Cristo 63 scatena più d'uno scandalo, fino ai tafferugli con la polizia. Carmelo Bene racconta:
«La sera della prima successe un parapiglia infernale. Questo Greco, poco assuefatto al bere, si briaca di brutto. L'Apostolo Giovanni (il Greco) cominciò ad andare in escandescenza. In ribalta si alza la veste, mette il lembo fra i denti e comincia a orinare nella bocca dell'ambasciatore d'Argentino, della consorte in visone e dell'addetto culturale. Nel frattempo, si faceva passare le torte destinate al dessert e le spappolava in faccia al quel diplomatico e signora. Fui condannato in contumacia, e poi assolto per non aver commesso il fatto.»
Lo stesso evento si ripete successivamente in una villa sulla Cassia Antica messa appositamente a disposizione da un gallerista con il solo scopo di far rivivere quel fatidico fattaccio, comprensivo di tafferugli, e questa volta furono i Re Magi che si misero a orinare addosso alle signore impellicciate.
Carmelo trae successo solo grazie agli scandali, come ricorda lui stesso nella sua autobiografia. Giuliana Rossi (animatrice culturale) descrive Carmelo Bene come un irresponsabile, cinico, sprezzante verso il prossimo, ma fascinoso e accattivante. Dopo la chiusura del Teatro Laboratorio, Carmelo Bene si imbatte casualmente, in un'edizione laforguiana, che gli farà concepire i suoi Amleto. Legge The Monk di Matthew Gregoy Lewis, che porterà in scena il 12 ottobre del 1966 al Teatro delle Muse. Nel 1963, viene allestito l'Edoardo II tratto da Marlowe, che in una sua replica all'Arlecchino, vede fra gli spettatori la compagnia degli attori del Living Theatre, di passaggio a Roma, con i quali Bene stringe amicizia. Lavora contemporaneamente all'Ubu Roi di Alfre Jarry che porterà al Teatro dei Satiri e alla Salomè di Oscar Wilde, al Teatro delle Muse. Carmelo Bene inizia una relazione con l'attrice Lydia Mancinelli, la quale recita in La Storia di Sawney Bean su testo di Roberto Lerici. Nel 1964 debutta al Teatro delle Muse la prima di Salomè di Oscar Wilde con la partecipazione di Franco Citti nella parte di Jokanaan. Lo spettacolo è osannato da Ennio Flaiano e da Alberto Arbasino, ma duramente criticato da Giuseppe Patron Griffi. Dopo il sequestro e la chiusura definitiva del Teatro Laboratorio, Carmelo Bene si dedicata all'allestimento del Teatro Carmelo Bene. Tra il 1965 e il 1966, Carmelo Bene scrive i romanzi Nostra Signora dei Turchi e Credito Italiano, portati poi a teatro. Viene portato in scena al Teatro delle Muse Il Rosa e il Nero, rivisitazione di The Monk di Matthew Gregory Lewis. Risale a questo periodo una testimonianza della trasmissione televisiva Avvenimenti 30, la voce fuori campo del cronista commenta:
«Un giovanotto magro, nervoso, venuto dalle Puglie per inventare a Roma un suo personalissimo teatro. Si chiama Carmelo Bene. Non ha ancora trent'anni. Ha già scritto un romanzo Nostra Signora dei Turchi. Ha diretto come attore, autore, regista, una decina di spettacoli. Dieci spettacoli, dieci polemiche clamorose. E' un istrione? Oppure un genio? E' un mistificatore? Su questi giudizi e la critica si danno Battaglia. »
Nel 1967 Pier Paolo Pasolini lo invita a partecipare al suo film Edipo Re, e lo stesso anno riceve da Nelo Risi, la proposta di interpretare Pinocchio al fianco di Brigitte Bardot, fatina e Totò, Geppetto. Progetto che però non andò a buon fine a causa della morte di Totò. La sua esperienza di regista inizia con Nostra Signora dei Turchi. Recita anche in Umano di Mario Schifano, seguono Capricci, Don Giovanni, Salomè e Un Amleto di Meno con il quale conclude la sua apparizione cinematografica. Conosce Salvador Dalì ed Emilio Villa che contribuiscono a segnare la sua esperienza artistica. Sfumano molti progetti televisivi commissionati dalla RAI, Don Chisciotte, La Serata a Colono. Partecipa come attore nei film Necropolis di Franco Brocani e Storie dell'Anno Mille, di Franco Indovina. Tornato a teatro con lo spettacolo Nostra Signora dei Turchi ottenendo un grande successo. Nel 1970 partecipa come attore in Glauber Rocha Claro, in Faust-Marlowe-Burlesque e in Giulietta di Shakespeare. Nel 1977 viene messo in onda il Riccardo III televisivo, mentre il suo S.A.D.E. al Teatro Manzoni, viene sospeso per oscenità. Ottiene un discreto successo in Francia, con i suoi spettacoli teatrali dove conosce Jean-Paul Manganaro. Alla fine degli anni '70 inizia il suo percorso artistico-concertistico, si esibisce alla Scala di Milano con Manfred, un concerto accompagnato dalle musiche di Robert Shuman. Realizza a Torino con Cosimo Cinieri un Otello televisivo, ma il restauro e il montaggio viene realizzato nel 2001. Nel 1981, alla Torre degli Asinelli di Bologna Carmelo Bene legge la Divina Commedia davanti a un pubblico di centomila persone. Nel 1992 scrive Sono Apparso alla Madonna titolo che gli viene suggerito da Ruggiero Orlando durante una delle sue sbornie. Nel 1993 rappresenta al Teatro Lirico di Milano Il Macbeth, e l'Egmont in piazza Campidoglio a Roma. Nel 1984 rappresenta l'Adelchi al Teatro Lirico di Milano; la seconda edizione di Otello avviene nel 1995 al Teatro Verdi di Pisa, e nel 1986 al Teatro Comunale di Firenze rappresenta Lorenzaccio. Il 12 settembre del 1987 Carmelo Bene si reca a Recanati per recitare I Canti di Leopardi. Ottiene clamorosamente la nomina di Direttore Artistico della Sezione del Teatro della Biennale di Venezia, nomina che gli procurerà non poche polemiche seguite da querele, ricorsi in merito a una faccenda di appropriazione indebita di opere d'arte. Nonostante gli acciacchi e gli interventi chirurgi continuano le apparizioni televisive sia a Mixer Cultura e al Maurizio Costanzo Show. Nel 1992 Carmelo Bene spende 200 milioni di Lire per far pubblicare delle inserzioni propagandistiche sul Messaggero e La Repubblica, dove attacca il Ministero dello Spettacolo e il Teatro Stabile, questo evento clamoroso fu avvertito dagli addetti ai lavori come una calunnia e un danno da parte degli interessati addetti ai lavori, tanto che seguirono querele, con una richiesta di risarcimento danni di due miliardi di Lire da parte del Teatro di Roma, rivolte contro i quotidiani e non contro Carmelo Bene.
Carmelo Bene scrive sui i giornali :
«Oggi lo Stato dello Spettacolo è in mutande: per sopravvivere ad ogni costo, minaccia contributi e sovvenzioni (a una marea di indiscriminata di sfaccendati che quasi nessuno escluso può giovare al teatro in un solo modo: togliendosi di mezzo = disoccuppandosene)»
Dopo pochi mesi di matrimonio con Raffaella Baracchi, viene denunciato per percosse inflitte alla moglie incinta. Il 16 marzo del 2002 Carmelo Bene muore a Roma, il suo corpo fu cremato e il suo funerale non fu pubblico, la sua lapide riporta solo il suo nome e cognome e le date di nascita e morte. Durante la veglia funebre ci fu un alterco verbale tra la Luisa Viglietti (compagna di Carmelo Bene negli ultimi nove anni di vita) e la Baracchi, la quale si era presentata alla veglia con la figlia Salomè insieme al suo legale. Successivamente alla tumulazione ufficiale delle ceneri nel cimitero di Otranto sono seguite una serie di contrasti sulla loro collocazione tra la moglie Raffaella Beracchi e la sorella Maria Luisa insieme a Luisa Viglietti. Nel 2009 Maria Luisa Bene sorella di Carmelo annuncia ai media di non credere alla morte naturale del fratello :
“Io, Maria Luisa Bene avendo piena consapevolezza delle mie condizioni di salute, rendo noto di non intendere lasciare questa terra senza che il mondo sappia che mio fratello, Carmelo bene,nominato chevaliere des lettres et des arts dal governo Mitterand è morto per mano altrui”.
L'ipotesi dell'omicidio è stata accolta dal generale scetticismo di collaboratori e persone vicine all'attore. Tra gli illustri esponenti che gli rendono omaggio troviamo Montale, Pasolini, Moravia, Flaiano.
Carmelo Bene si dichiarava allievo di se stesso e come scrive Piergiorgio Giacche “Bene chi conosce e il suo teatro, sa che la singolarità è assoluta” . Tra le poche influenze troviamo: Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, De Sade, Dino Campana, Tommaso Landolfi, Antonio Puzzuto, Elesa Morante, Emilio Villa, Gian Ruggero Manzoni, Oscar Wilde, James Joyce, Thomas Eliot, Franz Kafka, Vladimir Majakovskij, Charles Baudelaire, William Shakespeare, Cristopher Marlowe, Joh Donne, Jules Laforgue, Edgar Allan Poe, San Juan de La Cruz, Pier Paolo Pasolini, Buster Keaton, Totò, Jean Genet, Jao Cèsar Monteiro, Ettore Petrolini, Peppino De Filippo, Eduardo De Filippo, Antonin Artaud, Living Theatre, Bertolt Brecht, Samuel Beckett, Friedrich Nietzsche, Emil Cioran, Jacques Lacan, Michel Foucault, Gilles Deluze, Sigmund Freud, Thomas Hobbes, Ferdinando De Saussure, Pierre Klossowski, Leopold Von Sacher-Mosoch, Salvador Dalì, Francis Bacon, Giorgio De Cherico, Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini, Maria Callas. Inoltre, sebbene fuori dal campo dell'arte e della filosofia, hanno contribuito alla sua formazione la famiglia, l'ambiente nativo, le influenze sospese tra probabile storia e l'immaginario come San Giuseppe da Copertino, Lorenzaccio, La non Storia dei Santi, per ultimo anche le settimane trascorse in manicomio dove incominciò a rendersi conto del “linguaggio istituzionale normale” e quello “scombinato o impeccabile dei pazzi, delle vere macchine demolitrici”. La macchina attoriale è la conseguenza del grande attore che si è svestito delle umani capacità espressive corporee, per indossare una veste amplificata sia sonora che visiva, comunque sempre vincolata a soggiacente alla phonè. L'amplificazione è un'estensione organica ulteriore dove la voce non è più caratterizzata dalla sua fisicità, ma dal meccanismo sonoro. Così come non si possiede un corpo ma si è il corpo, allo stesso modo si è o si diventa amplificazione, equalizzazione. Inoltre afferma che l'importanza del testo nella scrittura di scena è del tutto uguale a qualsiasi altro oggetto che si trova sulla scena, più o meno significativo. Nonostante sia incomprensibile, il suo teatro abbia avuto un successo di vasta portata popolare. Infatti come sostiene lo stesso Bene, il Grande Teatro, come per la musica, è comprensibile a tutti, anche a persone che parlano lingue diverse, in quanto la Babele linguistica viene risolta con la phonè, ossia il rumore, che comprende anche la musica e il dire.
Sostiene che “... osceno vuol dire appunto, fuori dalla scena, cioè visibilmente invisibile di sè...” mentre definisce il porno come l'eccesso del desiderio, e più precisamente, l'annullamento del soggetto; nell'Eros c'è desiderio, e la conseguente ricerca febbrile del suo sempre frustrato e reiterato appagamento. Non c'è margine che possa arginare il comico dal tragico o viceversa: si è in balia della trasgressione. Perciò, nel teatro di Carmelo Bene, il soggetto soltanto può essere assoggettato a questa variabilità, fondante e non l'Io che è rappresentativo svolgendo un ruolo istituzionale e di controllo, anche quando sembra voglia trasgredire.
Carmelo Bene descrive il comico, o meglio, il così da lui definito ipercomico, come “quanto di più asociale e libertino si possa concepire, sa mai fosse concepibile”, infatti definisce gli attori come Benigni, Dario Fo, Charlie Chaplin, lo stesso Totò, Peppino De Filippo, ben lontani dalla gelida lama e dal freddo cadaverico del comico, definendoli dei buffi, delle macchiette.
Nel periodo Elisabettiano i ruoli femminili venivano recitati da maschi, e Carmelo Bene depreca l'abbandono di questa consuetudine, a favore dell'avvento, fatale, della donna sulla scena, e qui ora uomini e donne sono relegati ai loro ruoli specifici, smarrendo entrambi il femminile. Non si è più nel porno; resta il rapporto duale maschio-femmina, la caratterizzazione del loro genere e sessualità. Non c'è più il gioco, la trasgressione. E così si fa sul serio o si scherza, ma non si gioca più. Carmelo Bene inoltre considera la donna poco o nulla femminile, e si vede così costretto ad accollarsi il femmine che alla donna manca. Spesso Carmelo Bene è accusato dalle femministe di maltrattare le donne al teatro, alle quali ribatte fornendo l'esempio dell'Otello che è il suo più grande omaggio fatto alla donna, in quanto assente. Il degenere, nel Teatro Beniano è tutto ciò che contraddice e non rispetta i luoghi comuni del teatro convenzionale, e in questo caso le acquisizioni accademiche essenziali del bagaglio di informazione attoriale, possono servire se minate e disattese, alla macchina attoriale, per crearsi handicap irrinunciabili. Gilles Deleuze definisce Carmelo Bene come colui che ha vinto la sfida del modale, e quindi il suo teatro viene di conseguenza ad essere considerato, e ormai accettato dagli studiosi più seri e preparati, non un modo di fare teatro, ma un superamento dei modi. I suoi presupposti si possono rintracciare nel suo decennale lavoro ossessivo maniacale di attivo destrutturatore del linguaggio teatrale, cinematografico, prosodico, ecc. E' lo stesso Bene a fornire questo bilancio:
squartamento del linguaggio e del senso nella di scrittura scenica
disarticolazione del discorso succubo del significante
togliere di scena
demolizione della finzione scenica
sartoria e scenotecnica-linguaggio
rinnovamento radicale del poema sinfonico
la lettura attoriale come ricordo del morto orale pre-scritto
superamento d'Artadu e della lingua degli angeli mistico-espressionista
la sospensione del tragico
il cinema come immagine acustica
neotecnica televisiva, discografica e radiofonia/determinante premessa alla strumentazione fonica ampliata
campionatura dei suoni e ri-conversione della voce
l'amplificazione a teatro
la macchina attoriale (tritalinguaggio-rappresentazione -soggetto-oggetto- Storia)
Il depensamento è, semplificando, l'opposto del pensare, riconosciuto come forma di meditazione o come lavoro interno, che conduce ad una non scelta tra gli infiniti doppi. Fa parte della tipica insolenza del sud, della classe per cosi dire, ignorante, così come non si è nati per propria volontà, similmente si è succubi del linguaggio che dispone di noi, e di cui non ne disponiamo attivamente; infatti Carmelo Bene dice, facendo proprio quanto già ribadito da Lacan: “quando crediamo di essere noi a dire, siamo detti”. Contrariamente alla grammatica della lingua, nel linguaggio il soggetto è colui che subisce, che è assoggettato.
Teatrografia
1959
Caligola
1960
Spettacolo–Concerto Majakovskij
1961
Caligola (II edizione)
Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde
Tre Atti Unici di Marcello Barlocco
Gregorio: cabaret dell'Ottocento
Pinocchio, da Carlo Collodi
Amleto, da William Shakespeare
1962
Spettacolo – concerto Majakovkij (II e III edizione)
1963
Addio Porco (II edizione)
Cristo '63
Edoardo II
I Polacchi (Ubu Roi)
1964
Salomè, di Oscar Wilde
La storia di Sawney Bean, di Roberto Lerici
Manon, dal romanzo dell' Abbè Prèvost
1966
Faust o Margherita, di Carmelo Bene e Franco Cuomo
Pinocchio, da Carlo Collodi
Il Rosa e il Nero, da Il Monaco di Matthew Gregory Lewis
Nostra Signora dei Turchi (I edizione) con L. Mancinelli
1967
Salomè, di Oscar Wilde (II edizione) con L. Mancinelli, R.B. Scerrino
Amleto o le conseguenze della pietà filiale, da Shakespeare a Laforgue (II edizione)
Salvatore Giuliano, vita di una rosa rossa, di Antonio Massari
1968
Arden of Feversham, di anonimo elisabettiano. Rielaborazione di Carmelo Bene e Salvatore Siniscalchi
Spettacolo–concerto Majakovskij (IV edizione)
Don Chisciotte, di Cervantes. A cura di Carmelo Bene e Leo de Berardinis
1973
Nostra Signora dei Turchi (II edizione)
1974
La Cena delle Beffe, da Sem Benelli
Amleto, di Shakespeare e Jules Laforgue (III edizione)
S.A.D.E. Ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria Salentina (I edizione)
1976
Faust-Marlowe-Burlesque, di Aldo Trionfo
Romeo e Giulietta, di Shakespeare
1977
S.A.D.E. Ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della Gendarmeria Salentina (II edizione)
Riccardo III da Shakespeare
1979
Otello, o la deficienza della donna, di Shakespeare
Manfred, poema drammatico di George Gordon Byron
1980
Spettacolo-concerto Majakovskij (V edizione)
Hyperion, suite dall'opera per flauto e oboe di Bruno Maderna, con testo di Friedrich Holderlin
1981
Lectura Dantis per voce solista. Musiche di Salvatore Sciarrino
Lectura Dantis e Eduardo recita Eduardo, recital di Carmelo Bene e Eduardo De Filippo
Pinocchio, storia di un burattino, da Carlo Collodi
1982
Canti Orfici, poesia e musica per Dino Campana
1983
Macbeth, due tempi di Shakespeare
Egmont, un ritratto di Goethe
...Mi Presero gli Occhi..., da Friedrich Holderlin e Giacomo Leopardi
1984
L’Adelchi di Alessandro Manzoni in forma di concerto, uno studio di Carmelo Bene e Giuseppe Di Leva
1985
Otello di Shakespeare
1986
Lorenzaccio, al di là di Alfred De Musset e Benedetto Varchi
1987
Canti, di Giacomo Leopardi
Hommelette for Hamlet, operetta inqualificabile da Jules Laforgue (IV edizione)
1989
La Cena delle Beffe
Pentesilea la Macchina attoriale - Attorialità della Macchina, momento n. 1 del progetto-ricerca achilleide
1990
Pentesilea la Macchina attoriale - Attorialità della Macchina, momento n. 2 del progetto-ricerca achilleide
1994
Hamlet Suite, spettacolo-concerto (V edizione)
Canti Orfici, poesia della voce e voce della poesia
1996
Macbeth - Horror Suite (II edizione)
1997
Adelchi (II edizione)
Voce dei Canti di Giacomo Leopardi
1998
Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza (IV edizione)
1999
Gabriele D'Annunzio, concerto d'autore (poesia da “La figlia di Iorio”)
2000
In-Vulnerabilità d'Achille, impossibile suite tra Ilio e Sciro, spettacolo-sconcerto in un momento.
2001
Lectura Dantis
Televisione
1973
Storie dell'anno mille
1974
Bene! Quattro diversi modi di morire in versi. Trasmesso in due parti il 27 e 28/10/1977, Rai 2
Amleto (da Shakespeare a Laforgue)
1977
Riccardo III (da Shakespeare) secondo Carmelo Bene, trasmesso il 7/12/1981- Rai 2
1979
Manfred - versione per concerto in forma d'oratorio, trasmesso il 12 /9 /1983, Rai 2
1984
L'Adelchi, di Alessandro Manzoni (in forma di concerto), trasmesso il 9/9/1985, Rai 2
1987
Carmelo Bene e i canti di Giacomo Leopardi, trasmesso il 12/9/1985 – Rai 3
Hommelette for Hamlet, operetta inqualificabile (da J. Laforgue), trasmesso il 25/11/1990, Rai 3
1996
Macbeth horros suite di Carmelo Bene da William Shakespeare, trasmesso da Rai 2
Lectura Dantis, Rai 2
Canti Orfici, Rai 2
1997
Carmelo Bene - In-vulnerabilità d'Achille (tra Sciro e Ilio)
1998
Carmelo Bene e la voce dei Canti, dai Canti di G. Leopardi, Trasmesso in sette puntante di 30 minuti su RAI 2
1999
Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza, trasmesso da RAI 2
2001
Carmelo Bene in Carmelo Bene - quattro momenti su tutto il nulla, RAI 2
2002
Otello o la deficienza della donna di William Shakespeare secondo Carmelo Bene, in onore di Carmelo Bene proiettato
2003
Lorenzaccio, al di là di Alfred De Musset e Benedetto Varchi
Radio
1973
Le interviste impossibili:
- Giorgio Manganelli incontra De Amicis
- Giorgio Manganelli incontra Tutankamon
- Giorgio Manganelli incontra Nostradamus
- Giorgio Manganelli incontra Dickens
- Giorgio Manganelli incontra il Califfo di Bagdad
- Guido Ceronetti incontra Jack lo squartatore
- Guido Ceronetti incontra Attila
- Oreste Del Buono incontra Leopold Von Sacher Masoch
- Masoch Oreste Del Buono incontra Dostoevskij
- Vittorio Sermonti incontra Marco Aurelio
- Alberto Arbasino incontra Ludwig II di Baviera
- Nelo Risi incontra Jean-Paul Marat
- Italo Calvino incontra Montezuma
Cassio governa Cipro, di G. Manganelli
Nostra Signora dei Turchi
1974
In luogo imprecisato; di G.Manganelli
Amleto; da Shakespeare e Laforgue
Pinocchio, due parti del romanzo omonimo di Carlo Lorenzini Collodi
1975
Salomè di Oscar Wilde
Tamerlano il Grande di C. Marlowe
1976
Romeo e Giulietta di Shakespeare
1979
Cuore, di E. de Amicis
Manfred, da Byron – Schuman
Otello, di Shakespeare
Huyperion
1983
Egmont, da Goethe – Beethoven
1984
L' Aldelchi
1997
Lectura Dantis di Dante Alighieri
1998
Carmelo Bene e la voce dei Canti di Giacomo Leopardi
Pinocchio, ovvero lo spettacolo della provvidenza di C. Collodi
1999
Gabriele D'Annunzio – La figlia di Iorio da G. D'Annunzio
Pinocchio, ovvero lo spettacolo della provvidenza; riduzione e adattamento da Caro Collodi di Carmelo Bene
2000
In-Vulnerabilità d'Achille, da Stazio, Omero e Kleist
Libri di Carmelo Bene
Pinocchio Manon e proposte per il teatro, Milano, Lerici, 1964
Nostra Signora dei Turchi, Milano,Sugar 1966
Credito Italiano V.E.R.D.I., Milano, Sugar, 1967.
L'orecchio mancante, Milano, Feltrinelli, 1970
A Boccaperta, Torino, Einaudi, 1976
Il Rosa e il nero, Torino, 1977
Dramaturgie
Sovrapposizioni, Feltrinelli, Milano 1978
Pinocchio, Giusti, Firenze, 1978
Manfred, Giusti, Firenze 1980
Pinocchio o lo spettacolo della provvidenza, La Casa Usher, Firenze, 1981
Otello, o la deficienza della donna, Feltrinelli, Milano, 1981
La voce di Narciso, Il Saggiatore, Milano, 1982
Sono apparso alla Madonna, Longanesi, Milano 1983
L' Adelchi o della volgarità del politico, Longanesi, Milano, 1984
Lorenzaccio, Nostra Signora Editrice, Roma, 1986
La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato ( o dello spettacolo fantasma prima e dopo C.B), Marsilio, Venezia 1990
Il teatro senza spettacolo, Marsilio, Venezia 1990
A Boccaperta, Linea d'ombra, Milano 1993
Vulnerabile invulnerabilità e necrofilia in Achille - Poesia orale su scritto incidentato, Nostra Signora Editrice, Roma, 1993
Discorso su due piedi (il calcio) Bompiani, Milano, 1998
Sovrapposizioni, Quodlibet, Macerata, 2002
Un dio assente, Edizioni Medusa, Milano, 2006
Volumi su Carmelo Bene
Alberto Arbasino, Grazie per le magnifiche rose, Feltrinelli, Milano, 1965
F. Quadri, Il Teatro di Carmelo Bene, in: Il teatro degli anni sessanta. Tradizione e ricerca, pp. 309 – 327, Einaudi, Torino, 1982
Oreste del Buono, Il comune spettatore, Garzanti, Milano, 1979
Dante Cappelletti, La sperimentazione teatrale in Italia tra norma e devianza, ERI ed. Roma, 1981
Gianfranco Dotto, il principe dell'assenza (Carmelo Bene), Giusti, Firenze, 1981
Enrico Ghezzi, Cosa (mai) dette, Bompiani, 1996
Bibliografia
Carmelo Bene – Giancarlo Dotto, Vita di Carmelo Bene, Milano – Bompiani RCS 2005
Carmelo Bene – Gilles Deluze, Sovrapposizioni, Quodlibet, Macerata, 2002
Antonio Attisani – Marco Dotti, Bene crudele. Cattivario di Carmelo Bene, Nuovi Equilibri, Roma.