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Carlo Levi

Torino, 29 novembre 1902 – Roma, 4 gennaio 1975

 

 

Nasce da Ercole Raffaele e Annetta Treves, un’agiata famiglia ebraica della borghesia Torinese, e fin da ragazzo dedica molto tempo alla pittura, che coltiverà con gran passione per tutta la vita, raggiungendo anche importanti successi. Sua sorella maggiore è la neuropsichiatra infantile Luisa Levi. Dopo aver terminato gli studi secondari presso il liceo Alfieri, si iscrive alla facoltà di medicina all’Università di Torino. Durante il periodo universitario grazie allo zio l’onorevole Claudio Treves conosce Piero Gobetti che lo invita a collaborare alla sua rivista La rivoluzione liberale e lo introduce nella scuola di Felice Casorati intorno alla quale gravita l’avanguardia pittorica torinese. Levi inserito in questo contesto multiculturale, ha modo di frequentare personalità come Cesare Pavese, Giacomo Noventa, Antonio Gramsci, Luigi Einaudi. Nel 1923 soggiorna per la prima volta a Parigi, dove viene a contatto per la prima volta con le opere dei Fauves, di Amedeo Modigliani e di Chaim Scutin, leggendovi un incitamento alla ribellione contro la retorica fascista e la cultura ufficiale italiana. Durante questo viaggio, scrive anche il primo articolo sulla sua prima pittura nella rivista l’Ordine Nuovo. Si laurea in medicina all’Università di Torino, ma non eserciterà mai la professione di medico, preferendo alla medicina, l’arte e il cinema, il giornalismo, e la pittura. L’amicizia con Felice Casorati lo avviarono all’attività artistica. Dopo molti soggiorni a Parigi dove aprì anche uno studio, la sua pittura viene influenzata dalla Scuola di Parigi,dove subisce un ulteriore, cambiamento stilistico. Con il sostegno di Edoardo Persico e Lionello Venturi, alla fine del 1928 prende parte al movimento pittorico cosiddetto dei sei pittori di Torino, insieme a Gigi Chessa, Nicola Galante, Francesco Menzio, Enrico Paulucci, e Jessie Boswell. Nel 1931 si unisce al movimento antifascista di Giustizia e libertà, fondato da tre anni prima da Carlo Rosselli.

Per sospetta attività antifascista, nel marzo 1934 Levi viene arrestato, e l’anno successivo, il 15 maggio 1935 su segnalazione dello scrittore Dino Segre fu colpito da un secondo arresto, e venne condannato al confino nel paese lucano di Grassano e successivamente trasferito nel piccolo centro di Aliano, in provincia di Matera. Da questo esperienza nascerà il suo romanzo più famoso, Cristo si è fermato a Eboli. Tale romanzo nel 1979 verrà anche adattato per il cinema e la televisione da Gillo Pontercorvo e Francesco Rosi, con Gianmaria Volontè nei panni di Carlo Levi. Nel 1936 il regime fascista, sull’onda dell’entusiasmo collettivo per la conquista etiopica, gli concede la grazie e lo scrittore si trasferisce per alcuni anni in Francia, dove continua la sua attività politica. Rientrato in Italia, nel 1943 aderisce al Partito d’azione e dirige insieme ad altri Azionisti La Nazione del Popolo, organo del Comitato di Liberazione della Toscana. Nel 1945 Einaudi pubblica Cristo si è fermato a Eboli, scritto nei due anni precedenti. In esso Levi denuncia le condizioni di vita disumane di quella popolazione contadina, dimenticata alle istituzioni dello Stato, alle quali neppure la parola di Cristo sembra essere mai giunta. La risonanza che avrà il romanzo mette in ombra la sua attività di pittore: ma la stessa pittura di Levi viene influenzata dal suo soggiorno in Basilicata sotto il fascismo chiamata Lucania, diventando più rigorosa ed essenziale e fondendo la lezione di Modigliani con sobrio, personale realismo. Sempre nel 1945 Carlo Levi intreccia una relazione amorosa, che sarà trentennale con Linuccia Saba, l’unica figlia di Umberto. Levi continuerà nel dopoguerra la sua attività di giornalista, in qualità di direttore del quotidiano romano Italia libera, partecipando a iniziative e inchieste politico-sociale sull’arretrattezza del Mezzogiorno d’Italia, e per molti anni collaborerà con il quotidiano La Stampa di Torino. Nel 1954 aderisce al gruppo neorealista e partecipa alla Biennale di Venezia con apprezzabili dipinti, in chiave realista con la sua narrativa. Dopo Cristo è si è fermato a Eboli, di grande interesse con le parole sono pietre, del 1955, sui problemi sociali della Sicilia. Il futuro ha un cuore antico, Tutto il miele è finito e L’orologio pensosa e inquieta cronaca degli anni della ricostruzione economica italiana.

Nel 1963, per dare peso alle sue inchieste sociali sul degrado generalizzato del paese, e mosso dal desiderio di contribuire a modificare una politica stratificata su un immobilismo di conservazione di certi diritti acquisiti anche illegalmente, passa dalla teoria alla pratica e, convinto dagli altri vertici del partito comunista, incomincia a svolgere politica attiva. Candidato a un seggio senatoriale, viene eletto per due legislature Senatore della Repubblica, come indipendente del Partito comunista italiano. Nel gennaio 1973 subisce due interventi chirurgici per il distacco della retina.  In stato temporaneo di cecità riuscirà a scrivere Quaderno a cancelli, che sarà pubblicato postumo nel 1979 senza la parte finale recentemente recuperata dallo studioso D. Sperduto, e a tracciare 146 disegni. Muore a Roma il 4 gennaio 1975. 

La salma dello scrittore torinese riposa nel cimitero di Aliano, dove volle essere sepolto per mantenere di tornare, fatta agli abitanti, lasciando il paese. In realtà Levi tornò più volte in terra di Basilicata nel secondo dopoguerra. Ne sono testimonianza le numerose foto custodite nella pinacoteca dedicatagli nel comune di Aliano che lo ritraggono nelle varie località della provincia di Matera assieme ai suoi amici personali e assieme agli stessi personaggi protagonisti del libro.

 

 

Opere letterarie

 

 

1945/ Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi

1946/ Paura della libertà, Torino, Einaudi

1949/ Sceneggiatura de Il grido della Fersen, Lewis F.Gittler e Giorgio Prosperi

1950/ L’orologio, Torino, Einaudi

1955/ Le parole sono pietre, Tre giornate in Sicilia, Torino Einaudi. Premio Viareggio.

1956/ Il futuro ha un cuore antico. Viaggio nell’Unione Sovietica, Torino Einaudi

1959/ La doppia notte dei tigli, Torino, Einaudi

1960/ Un volto che ci somiglia. Ritratto dell’Italia, Torino Einaudi

1964/ Tutto il miele è finito, Torino, Einaudi

1922-1974/ Coraggio dei miti. Scritti contemporanei-Mezzogiorno,emigrazione, rinnovamento. 

1975/ Scritti e discorsi nel senato e nella Filef, Roma, Federazione Italiana lavoratori emigrati e famiglia

1975/ La soglia del deserto. Un inedito, in “Il calendario del popolo”, A. 31 n. 363

1979/ Quaderno a cancelli, Torino, Einaudi

1993/ Bosco di Eva. Poesie inedite 1931 – 1972, Roma Mancosu

2000/ Le mille patrie. Uomini, fatti, paesi d’Italia, Roma Donzelli

2000/ Carlo Levi inedito: con 40 disegni della cecità, a cura di Donato Sperduto,Milazzo, Spes

2000/ Roma fuggitiva. Una città e i suoi dintorni, Roma,Donzelli

 

Opera pittura 

 

Donna con frutta,casa della cultura, Palmi

Lucania’61, composta da cinque pannelli, che Levi dipinse per rappresentare la Basilicata alla Mostra delle Regioni nell’esposizione Italia ’61 Tenutasi a Torino in occasione della celebrazione per il centenario dell’Unità d’Italia.

1935/ Nuotatore, Olio su tela 50 x70 Due uomini che si spogliano

1962/ 20 pitture di Carlo Levi, presentate da Antonio Del Guercio, Editori Riuniti, La Nuova Pesa, Roma