CARLO BERTOCCI

Castell’Azzara ( Prov.Grosseto), 21 maggio 1946

 

Nel 1973 si laurea in Architettura, presso la Facoltà di Firenze con una tesi sull’arte concettuale seguita dallo storico Eugenio Battisti, con il quale collabora nel Dipartimento di Storia dell’Architettura della stessa università. Nel 1974 esordisce con una personale alla Galleria Schema di Firenze con opere non pittoriche di impronta concettuale, ma sul finire degli anni settanta incomincia a dedicarsi alla pittura di immagine. All’inizio degli anni ottanta viene inserito dal critico Italo Mussa nel movimento artistico detto Pittura Colta. Seguono mostre personali e collettive, nazionali e internazionali cui ha partecipato anche sotto le denominazioni di Anacronismo e Ipermanierismo altri termini con i quali Maurizio Calvesi in primis e Italo Tomassoni hanno indicato quel fenomeno che all’interno del Post Modern si è caratterizzato con il ritorno alla pittura degli anni ottanta. Nel 2004 il Senato della Repubblica Italiana acquisisce un suo dipinto per la collezione permanente di Palazzo Madama; nello stesso anno realizza il ritratto di Giovanni Spadolini per la galleria dei presidenti del Senato. Nel 2008 realizza il ritratto del Presidente del Senato Franco Marini. Nel marzo 2017 gli viene dedicata una sala nella mostra legata alla figura di Italo Mussa al Castello di Belgioioso (Pavia).

L'arte di Carlo Bertocci, dopo una fase legata all'arte concettuale, si inserisce, tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta del secolo scorso, nel ritorno alla pittura figurativa rinnovata nei contenuti e nella spinta comunicativa. In particolare il lavoro di Bertocci viene inserito dal critico Italo Mussa nell'ambito della Pittura Colta. Mussa ritiene, che Bertocci sia uno degli esponenti più sensibili e raffinati di quell'area espressiva della pittura. A Carlo Bertocci non trema certo la mano e lo sguardo _ scrive Mussa nella monografia dedicata all'artista edita da De Luca nel 1987 quando dipinge". Architetture, figure, simboli sono al centro della pittura di Bertocci che, come scrive Mussa è "antieroica", "rifugge da ogni ridondanza citazionista" e, soprattutto, "manifesta la dignità del bello reale". Per Mussa l'opera di Bertocci rappresenta al meglio la capacità dei pittori colti di alimentare una nuova iconografia che si pone in evoluzione comunicativa rispetto allo storico e ricco patrimonio iconografico e stilistico legato alla Pittura Metafisica di De Chirico, Carlo Carrà, Casorati e De Pisis.