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Andrea Appiani

( Milano, 31 maggio 1754 – 8 novembre 1817 )

 

Proveniente da una modesta famiglia, studiò a Milano dal 1769 alla scuola dell’Ambrosiana con Carlo Maria Giudici, all’Ospedale Maggiore anatomia con Gaetano Monti, poi con il De Giorgi studia Leonardo, Raffaello e il Luini ; dal 1776 frequenta l’Accademia dei Belle Arti di Brera con Giuliano Traballesi e con Martin Knoller, approfondendo le tecniche dell’affresco. Risale al 1777 la sua prima opera documentata, gli affreschi nella parrocchiale di Caglio. Dal 1779 al 1782 si occupa di scenografia a Milano con i fratelli Bernardino e Ferdinando Galliari, e dal 1783 al 1784 è a Firenze per frequentare la scuola di Domenico Chelli. Nel 1789 riceve dall’arciduca d’Austria Ferdinando la commissione di affrescare la Storia di Amore e Psiche per la Rotonda delle Serre nella Villa Reale di Monza ; l’Appiani ha ormai una personalità ben definita; adotta la grazia della pittura greca e la morbidezza leonardesca. Nel 1790 e nel 1791 viaggi per studio a Roma, Parma, Bologna, Firenze e a Napoli, anche in vista della stesura dei suoi affreschi milanesi in Santa Maria presso San Celso, iniziati il 10 giungo 1793 e conclusi nel 1795, dopo quelli della Rotonda della Villa Arciducale a Monza, dipinti al suo ritorno da Roma verso, il 1792. Dal 1795 al 1800 affresca il Palazzo milanese Sannazzardo-Prina; nel novembre 1795 è a Parma dove viene introdotto a corte. Il 9 giugno 1796, dopo l’entrata dei francesi a Milano, il 15 maggio 1796, il “Corriere Milanese” descrive il suo ritratto di Napoleone alla battaglia di Lodi. In questo stesso anno è nominato “Commissario superiore”, incaricato di scegliere le opere d’arte lombarde e venete da spedire a Parigi. Nel 1797 fa parte del Corpo Legislativo della Repubblica Cisalpina e viene incaricato di prepararne la Festa Federativa il 9 luglio 1797. Dal ritorno degli austriaci a Milano,il 28 aprile 1799, a quello di Napoleone, il 2 giugno 1800, l’Appiani lavora molto poco; il 18 ottobre 1800 è nuovamente nominato Commissario alle opere d’arte. Il 7 maggio 1801 il “Journal des debats” da notizia del suo arrivo a Parigi e il 19 maggio il governo lo incarica, con Jacques – Louis David, di occuparsi del progetto del Foro Bonaparte. Il 4 giugno 1801 è insegnante all’Accademia di Brera e il 16 gennaio 1802 viene nominato Commissario degli Spettacoli; il 17 aprile redige un inventario della collezione arcivescovile dalle quale, il 3 marzo 1811,sceglierà 23 dipinti che faranno parte, con altri, delle nuova Pinacoteca di Brera, inaugurata il 5 agosto 1811. Il 16 giugno 1802 è membro della giuria nel Concorso della Riconoscenza, vinto da Giuseppe Bossi; il 12 luglio scrive un rapporto sui motivi del degrado dell’Ultima Cena di Leonardo e il 15 ottobre è membro dell’Istituto Nazionale della Repubblica Italiana; nel gennaio 1803 va a Bologna e a Parma, dove copia gli affreschi del Correggio nella Camera di San Paolo. Il 7 maggio 1803 è membro della Classe de Littèrature et Beaux-Arts dell’Istitut de de France; Il 20 giugno finisce, nel Palazzo Reale di Milano, i primi 15 episodi dei Fasti, una serie di monocromi a tempera iniziati nel 1801.Il 26 giugno 1803 si inaugura l’Arena di Milano,progettata da Appiani, Bargigli e Sanquirico. Il 23 gennaio 1804 una commissione composta da Vincenzo Monti, Giuseppe Bossi e Giuliano Traballesi esamina ì cartoni dell’Apoteosi di Napoleone come Giove trionfatore e della Caduta dei Giganti, che Appiani fece copiare da Francesco Valentini e portò in dono a Napoleone. L’11 novembre 1804 è a Parigi, per l’incoronazione di Napoleone a imperatore dei francesi e il 26 maggio 1805, a Milano, insieme con lo scultore Luigi Canonica, partecipa alla cerimonia di incoronazione di Napoleone come Re d’Italia; due settimane dopo, il 7 giugno 1805, è nominato primo pittore del Re d’Italia. Il 31 agosto 1805 Eugenio di Beauharnais gli commissiona la preparazione delle stampe dei Fasti,iniziati da Giuseppe Longhi nel 1807 e completati solo nel 1817; il 27 luglio 1806 ringrazia il principe Eugenio per l’ottenuta nomina di Cavaliere della Corona Ferrea. Al 1808 datano gli affreschi nel Palazzo Reale di Milano, andati in gran parte distrutti durante la seconda guerra mondiale: sopravvivono il ciclo comprendente l’affresco con l’Apoteosi di Napoleone e le quattro Virtù che sono ora a Villa Carlotta, a Tremezzo, sul lago di Como. Tra il 1808 e il 1810, partecipa alla decorazione degli interni della Villa Melzi d’Eril a Bellagio. Il 28 agosto 1808 attesta di aver dipinto in quel solo anno 16 ritratti di Napoleone e della famiglia Beauharnais; tra l’agosto e il settembre 1811 dipinge il Parnaso nella Villa Reale di Milano (oggi Galleria d’Arte Moderna ) ed entra a far parte dell’Accademia romana di San Luca. Nel 1812, dopo la disfatta napoleonica in Russia, interrompe a Palazzo Reale l’affresco della Caduta dei Giganti. Il 28 aprile 1813 è colpito da infarto che lo lascia paralizzato,impedendogli per il resto della sua vita di lavorare, lasciando incompiute le opere per il Palazzo Reale. Muore nella sua casa milanese di corso Monforte nel 1817. Fu sepolto a San Gregorio fuori Porta Orientale. Massone già del 1785, quando fu iniziato nella Loggia “La Concordia” di Milano, costituita nel 1783 dal conte Johan Joseph Wilczek. Durante il periodo napoleonico, sotto il Grande Oriente d’Italia, fece parte della Loggia “Amalia Augusta” di Milano, poi fu Maestro Venerabile della Loggia “Royale Josephine”, sempre milanese. Negli stessi anni fu anche guardasigilli del Grande Capitolo generale della massoneria italiana. 

Alla costituzione del Grande Oriente d’Italia in Milano fu nominato Grande Ufficiale in esercizio.  Ha realizzato numerose tracce artistiche massoniche nelle sue opere a Palazzo Reale di Milano.

 

 Bibliografia

 

C.Maltese, Storia dell’arte Italiana, 1785 -1943 -1960

 

M. Gregori, il conte Sommariva e l’Appiani, in “Paragone” 23, 1972

 

F.Antal, Riflessioni intorno al Classicismo e Romanticismo,Torino,1975 S. Pinto, Andrea Appiani, in Storia dell’arte Italiana,V,1982

 

R.P. Ciardi, Appiani commissario per le arti belle, in “Prospettiva”,1983

 

M.E. Tittoni, Mito e storia nei “Fasti di Napoleone” di Andrea Appiani, Roma, 1986

 

AA.VV:, Andrea Appiani. Arte e cultura a Milano nell’illuminismo e nell’Età napoleonica, catalogo della mostra, Milano,1990