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Alighiero Boetti

Torino 16 dicembre 1940 – Roma , 24 aprile 1994

 

 

Il Conte Alighiero Fabrizio Boetti nasce a Torino da Corrado Boetti, di professione notaio ed Adelina Marchisio, violinista diventata ricamatrice. Autodidatta, approda all’arte dopo aver abbandonato gli studi di Economia e Commercio dell’Università di Torino. Fra le sue letture preferite filosofia, alchimia e esoterismo, Hermann Hesse, Paul Klee, si appassiona fin da giovane alla matematica e alla musica. A diciassette anni scopre l’arte tantrica, gli acquarelli di Wols e poi tagli di Fontana visti alla Galleria di Torino. Il suo sguardo è già rivolto alle culture extra-europee, soprattutto orientali, Medio ed Estremo Oriente e Africane. Grande viaggiatore, subisce il fascino della figura di un suo antenato del XVIII secolo, il monaco domenicano Giovan Battista Boetti, missionario in terre caucasiche sotto il nome di Profeta Mansur. A Vent’anni dipinge paesaggio ad olio influenzato dal pittore russo Nicholas De Staë l. Studia e pratica incisione a Parigi. In Terra di Francia a Vallauris, dove l’artista si reca per comprare delle ceramiche da rivendere in Italia, conoscerà la sua futura moglie Annemarie Sauzeau, è il 1962. Fra il 1963 e il 1965 sperimenta con materiali quali il gesso, la masonite, plexiglas e congegni luminosi. Le sue prime opere sono disegni su carta a china di oggetti industriali per la registrazione come microfoni, cineprese o macchine fotografiche. Nel 1964 si sposa. Nel 1966 realizza i primi lavori tridimensionali; Catasta,Scala, Sedia, Ping Pong e Lampada annuale, realizzati con l’impiego di materiali industriali come l’eternit, il riferimento a oggetti di uso quotidiano privati del loro scopo, l’applicazione di gesti semplici come il raddoppiare, l’accumulare, il dilatare.

 

 

« Il 67 è stato un anno esplosivo,per me e per tutti. Era un momento di grande eccitamento anche a livello materiale: la scoperta, l’entusiasmo dei materiali, che hanno portato alla nausea. Era tutto ancora empirico allora ….. »

 

Il 19 gennaio esordisce con una personale alla Galleria Christian Stein di Torino e partecipa a tutte le collettive del gruppo Arte Povera, (Torino, Milano, Genova),Zig Zag, Dama, Legno e Ferro 8, Boetti formula le basi della sua attitudine con la materia. Manifesto 1967 è un opera volutamente ermetica, alcuni simboli di cui non ci è dato di capire il significato seguono il nome di alcuni artisti italiani vicini a Boetti. Visione panoramica per inquadrare una generazione, un movimento, quello poverista ma non solo, e il desiderio di aprirsi a nuove modalità. Si delinea un interesse più sincero verso la scrittura e la bidimensionalità piuttosto che per l’oggetto e la scultura. Nello stesso anno fa lunghi soggiorni nelle Cinque Terre e poi a dicembre la seconda personale alla Galleria La Bertesca di Genova. Nella primavera del 1968 spedisce ad una cinquantina di amici la cartolina postale Gemelli, dove attraverso un fotomontaggio l’artista mostra che tiene per mano un altro se stesso. Sul retro scrive frasi come “De-cantiamoci su “oppure “Non marsalarti”. 

Realizza opere utilizzando materiale con metallo, vetro, legno e cemento. Si susseguono a ritmo serrato le mostre: personali a febbraio nuovamente da Stein ad aprile a Milano da Franco Toselli.

 

« Nel ’68 io avevo esposto per la prima volta le colonne di carta nel medesimo giorno in cui all’Attico Pascali aveva esposto i bachi da setola che erano veramente la stessa identica cosa »

 

(A.Boetti, 1973)

 

Nel 1969 alla Kunstahalle di Berna inaugura la mostra collettiva “When Attitude Become” From curata da Harald Szeemann. L’apice toccato dal movimento dell’arte povera consentirà d’ora in poi ai suoi artisti, di percorrere ognuno il proprio percorso artistico a livello internazionale Boetti appuntò è uno dei più precoci a trovare una propria indipendenza artistica.

 

Il 19 aprile da Sperone presenta la nuova opera Niente da Vedere, niente da nascondere, una vetrata da appoggiare alla parete che invita alla contemplazione. Sempre avvolta da una meditazione Zen è l’esecuzione dell’opera Cimitero dell’Armonia e dell’invenzione (titolo dell’opere n 8 di Vivaldi che comprende i concerti delle Quattro Stagioni ) che consiste nel ricalcare a matita i quadretti di venticinque fogli 70 x 50 cm. Al termine dell’operazione viene annotata la durata della registrazione dei pochi suoni che avevano accompagnato al sua creazione. A Luglio nasce il primo figlio (Matteo). Colora ad acquarello e pastelli un planisfero politico utilizzando degli stati nella loro collocazione geografica. Nel 1970 la serie dei Viaggi postali inizia l’anno prima e si conclude. Inizia i primi lavori in cui i francobolli apposti sulle buste esaudiscono tutte le possibili combinazioni e permutazioni. “Ho usato i francobolli per i colori come un artista usa un pennello o i pastelli “. A maggio è a Lucerna nella mostra “Processi di pensiero visualizzati” a cura di J.c. Amman. Estate 70 è un rotolo di venti metri dove migliaia di bollini autoadesivi colorati sono disposti per precedenti ad esempio in Dama. Come il titolo ci suggerisce l’esecuzione di questo lungo rotolo fu il risultato di un’estate di lavoro trascorsa nella galleria milanese Toselli.

 

Alla fine dell’estate è l’idea di spingersi nella catalogazione di una parte della geografia molto controversa, la lunghezza dei grandi fiumi. Insieme alla moglie inizia un lungo lavoro che sfocerà appunto solo nel’77, nel libro in 500 esempi Classificando i mille fiumi più lunghi del mondo.

 

Realizza il video Ciò che sempre parla è il corpo, Boetti è ripreso nell’atto di scrivere questa frase con entrambe le mani in modo speculare. A novembre è la volta della mostra “Vitalità del negativo”, Palazzo delle Esposizioni di Roma a cura di Achille Bonito Oliva .

 

Nel 1971 termina l’opera in progress Dodici forme a partire dal 10 giugno 1967 che formalizza il crescente interesse per l’intreccio politico, geografica e dell’informazione.

 

Compie una serie di viaggi, il Guatemala, l’Oriente, inoltre parte per l’Afghanistan dove ci rimarrà più di un mese. Considerata dall’artista come una seconda patria vi si recherà frequentemente due volte all’anno fino al 1979. A Kabul nasce il suo primo ricamo su tessuto, ma Boetti inizia con la fine, 16 dicembre 2040, 11 luglio 2023: due pezze di stoffa riportano il centenario della sua data di nascita e quella presunta per la sua morte. Intrecciato a questo lavoro è quello dei telegrammi che prende inizio dopo il suo ritorno.

 

Il 4 maggio ’71 primo telegramma (“2 giorni fa era il 2 maggio 1971”) della sequenza che durerà tutta la vita dell’artista. La regola del raddoppio implica, per il 6 maggio, un secondo telegramma(“4 maggio fa era il maggio 1971), poi “ 8 giorni fa”, “16 giorni fa”…. Così i primi sei telegrammi sono concentrati nel primo anno, il settimo e l’ottavo nel ’72 …(“Alighiero e Boetti, una vita”, A.M. Sauzeau ).

 

A settembre riparte con la moglie per l’Afghanistan con il progetto dell’opera Mappa, il planisfero del mondo nel quale ogni nazione è tessuta con i colori della propria bandiera. Oggi conservata nel prestigioso Castello di Rivoli, questa prima storica versione fa parte della Collezione A.M. Sauzeau-Boetti. Il perimetro del tessuto di questi lavori è arricchito da un testo ricamato colorato con la firma, la data, il luogo di esecuzione e un’eventuale dedica o elementi narrativi, a volte in Italiano, a volte farsi dal persiano o afghano.

 

« Il lavoro della Mappa ricamata è per me il massimo della bellezza. Per quel lavoro io non ho fatto niente, non ho scelto niente,nel senso che: il mondo è fatto com’è e non l’ho disegnato io, le bandiere sono quelle che sono e non le ho disegnate io, insomma non ho fatto niente assolutamente: quando emerge l’idea base, il concetto, tutto il resto non è da scegliere. »

 

A. Boetti , 1974

 

 

Boetti intreccia anche rapporti con le persone del posto,non solo le giovani ricamatrici della scuola della signora Kandi, con le quali da vita ad una fiorente Factory afghana, ma improvvisandosi imprenditore alberghiero apre nel quartiere residenziale Sharanaw a Kabul il One Hotel. Gestito dal giovane Dastaghir Gholam che suggerisce anche il nome, lo stesso che scriverà il diario nomade e spedirà le lettere per l’opera 720 lettere a Kabul.

 

Nel 1972 inizia la realizzazione dei lavori a biro con Mettere al mondo il mondo e i ricami basati sulla quadratura di parole e frasi, come Ordine e disordine.

 

 

« Quel che la biro rappresenta per un occidentale, per un afghano è il ricamo, che come una memoria sovra individuale reca, in sé parti della biografia collettiva. »

 

( J.C. Amman “Dare tempo al tempo”)

 

 

In autunno si trasferisce a Roma, le finestre del suo studio danno sul campanile di Santa Maria in Trastevere. Inizia a firmarsi “Alighiero Boetti”, compiendo così la quadratura del suo nome e cognome,che diventa di 16 lettere, e contemporaneamente il suo sdoppiamento simbolico fra sfera privata, il nome e sfera pubblica, il cognome. Partecipa ad aprile alla collettiva “De Europa da John Weber a New York e in estate alla XXXVI Biennale di Venezia. Nasce la sua seconda figlia Agata. A dicembre Gian Enzo Sperone inaugura la sua nuova galleria a Roma in piazza dei Santi Apostoli.

 

Fra il 1973 e il 1974 le opere di Boetti proliferano in crescendo espandendosi sia per delega di mani e teste altrui, sia attraverso una personale realizzazione.

 

 

1970 Permutazione di Cinque Colori

 

1970/75 Cartoline ( Mole Antonelliana , Torino)

 

 

1970 11 luglio 2023 – 16 dicembre 2040, Estate 1970, il mio primo lavoro postale, MILLENOVECENSETTANTA, MILLENOVECENTOSETTANTA (pizzo), Strumento musicale (appeso nello studio), Ritratto fotografico di Giorgio Colombo.

 

 

1970/77 Classificando i mille fiumi più lunghi del mondo (libri), I Vedenti (ricamo)

 

1971 Strumento musicale,Mappa, Calligrafia, La stampa

 

 

1971 / 93 Serie di merli disposti ad intervalli regolari lungo gli spalti di una muraglia

 

1972/73 Mettere al mondo il mondo, i Vedenti , La notte da luce alla notte

 

1972 Senza Titolo (Acquolina in bocca), Senza Titolo (lavoro postale)

 

 

1973 24 lettere dall’Afganistan, i Sei Sensi (vedere,udire, odorare , gustare, toccare,pensare), Il dolce far niente,Senza titolo, Insicuro noncurante, Maschio e femmina, Omonimo, Ordine e disordine, The Kabul Times- Lunedì 9 aprile 1973, Ritratto di Giorgio Colombo, Sale e zucchero, Santiago del Cile-Venerdi 14 settembre 1973

 

1974/75 Barzellette

 

 

1974 Contatore, 4 differenze diffidenti 720 lettere dall’Afganistan, ABEEGHIIIILOORTT, Autodisporsi, Calendario, 1974, AIIEOOEI , Ciambella

 

( aprile 8 lunedì S. Alberto), Ciambello (Arazzo), Guatemala, Per nuovi desideri, Senza Titolo (lavoro postale), Immagine somiglianza,La metà e il doppio in quattro,Minimo e Massimo,Oggetti d’affezione, Ordine e disordine (vernice a spruzzo su carta) , Clino, Sita, Auro, Giovanna

 

1975 Bombe, Udire tra le parole, Ammazzare il tempo, Normale Anormale, Ordine e disordine, Pari e dispari, L’albero delle ore, Due mani, una matita, Storia naturale della moltiplicazione , Riso, Sagittario.

 

1976 Tracce del racconto, Alternando da uno a cento e viceversa, Collo rotto braccia lunghe, Gli anni della mia vita, Senza titolo , 1976 , Senza Titolo, 1976 (corriere della sera), Senza Titolo ( disegno a matita), Senza Titolo (domenica del Corriere), Ne testa ne coda, Immagine e somiglianza,Insicurononcurante, Faccine.

 

1977 /1994 Orologi

 

1977 Aerei, Gary Gilmore , Regno Animale

 

1978 Senza titolo (FAREQUADRARETUTTO) , Regno Musicale,Titoli Bianchi

 

1979 Da mille a mille, Fare quadrare tutto, Faccine colorate, Alternando da uno a cento e viceversa ( realizzati dai cittadini di Gavirate), I mille più lunghi del mondo (arazzo bianco), I mille fiumi più lunghi del mondo (arazzo verde), Sedici titoli, Segno e disegno, Il muro (Gavirate, 1979), Titoli,Torino 16 dicembre 1940-9 aprile 1973, Zoo .

 

1980 La natura, una faccenda ottusa, Afganistan, Aperto-Chiuso,Autoritratto sull’Etna (polaroid), Senza Titolo, 1980, Senza Titolo(31 gennaio 1980 per la nascita di Davide) Le quattro operazioni, MILLENOVECENTOSETTANTA (dieci anni dopo) Tra sé e sé .

 

1981 Dare tempo al tempo, Grenouilles, Senza titolo, 1981, Senza titolo,(aerei su pagine di giornali) Senza titolo(totem), TALVOLTALUNA TALVOLTASOLE , Dare tempo al tempo.

 

1982 Clessidra cerniera e viceversa,Da uno a dieci, I quattro moli (Pier Piet),Niente da vedere niente da nascondere,Ordine e disordine (mista su carta).

1983 Tutto, MILLENO VE CENT TOOT TANT TA QUATTRO,MILLENO VE CENT TOOT TAN TA QUATTRO ( n. I / III ), Novembre,Ottobre, Dicembre, Talvotasole, Talvoltaluna,

 

 

1984 Addizione, Nuotando al gerundio, Oggi è il primo giorno del mese di Agosto

 

1984 Sottrazione

 

1985/86 Orderand disorder

 

1985 Passepartout ovvero la chiave universale, Shakespeare and company MILLENOVE100OTTACINQUE (n. I/III) .

 

 

1986 – 1986 (libro di 144 xerox delle copertine), Per Giorgio, come autoritratto, Senza titolo (time images’85 ), Trenta sono i colpi di pennello .

  

1987 1000novecentoottantasette, 31 gennaio sabato, Calendario, 1987, Cartoline astratte, Cartoline etrusche e varie,Les Singes, Seguire il filo del discorso, Senza Titolo, 1987, Senza titolo, 1987 (acrobata), Senza titolo, 1987, (alfabeta), Senz titolo, 1987 (alighiero boetti via fratelli bandiera 10 Roma) , Senza titolo, 1987, (archeo….) Senza Titolo, 1987 (brace yourself), Senza titolo, 1987, (Davide Davide 1°aprile ), Senza titolo, 1987 (direzione italia), Senza Titolo, 1987 (discipline), Senza titolo, 1987 (dittico), Senza Titolo, 1987 (due colpi di rosso) , Senza Titolo, 1987 (forbes), Sena titolo, 1987 ( gennaio 27 martedì), Senza titolo, 1987 (il cangiante), Senza titolo, 1987 (la tigre fantasma), Senza titolo, 1987( la vita privata dell’impero romano) , Senza titolo, 1987,(le nouveau musee), Senza Titolo, 1987 (marzo 7 sabato), Senza titolo, 1987 (newsweek images’85), Senza titolo, 1987,Senza titolo, 1987 (piccola targa per ricordare…) , Senza titolo, 1987 (telegramma Fuchs).. Senza titolo, 1987 (tensione-astensione), Senza titolo, 1987( tigre nel cerchio), Senza titolo, 1987 (un mondo di particolari), Tra sé e sé, Pensando all’amico Giorgio… Seguire il filo del discorso, Les Singers.

 

 

1988 Pesi Etruschi, Polaroid, 1988, Fregio, 625 quadratini (Ricamo), 7 piccoli arazzi,A come Alighiero B come Boetti,Fregio, Cinque giugno millenovecentoottantotto, Cinque X, cinque venticinque, Senza titolo, 1988,Senza titolo 1988 (11-2-88 ore 12.15 ), Senza titolo, 1988 (Ausland), Senza titolo, 1988 (bank of America Jiri Georg Dokoupil), Senza titolo, 1988 (l’occhio inganna..), Senza titolo, 1988 (rato e mangia..), Senza titolo, 1988 (snakes under pressure), Senza titolo (Avere fame di vento ), Senza titolo (Avere sete di fuoco), Le infinite possibilità di esistere, Quattro agosto millenovenetotantotto, Ramanzam, Sciogliersi come neve al sole, Senza titolo (Oggi è il ventesimo giorno del sesto mese dell’anno millenovecentoottantotto..

 

Senza titolo, Il tesoro nascosto, Seicentoventicinque quadrini dai cento colori, Niente da vedere da nascondere(ricamo)

 

Nove luglio millenovecentoottantotto.

 

Oggidiciannovesimo giorno ottavo mese dell’anno mille nove 100 ottantotto..

 

Oggi è il diciannovesimo giorno sesto mese dell’anno millenovecentoottantotto al Pantheon .

 

1989/90 Le cose nascono dalla necessità e dal caso

  

1989 Attirare l’attenzione (per Davide Colombo, da mettere sulle quattro pareti di camera sua), Cieli ad alta quota, Fregio e Quando le parallele vanno ad incontrarsi e conoscersi per la prima volta, Quando le parallele vanno ad incontrarsi e conoscersi per la prima volta, Senza Titolo (Ordine e disordine),Oggi venticinquesimo quinto mese anno uno nove otto nove.

 

1990 Fregio, Sedia, Senza titolo (Donnine),Orme,Conoscere un Delfino (Pensando all’ottimo fotografo Giorgio Colombo a Milano), Tavole pitagoriche.

 

1991 Croazia e Slovenia, Kuwait time, Russia go home, Scriba, Omaggio a Morandi (trittico), Tempesto nel deserto, Tutto

 

1992/93 De bouche à oreille (lavoro postale)

  

1992 Il muro (Kunstmuseum, Luzern), Extra strong (Come I piccioni accanto al Pantheon l’inverno l’opposto il contrario…) , Vaso ( 100 % Make Up, design Alessandro Mendini and … ) 1990

 

1992 -93 De bouche à oreille (lavoro postale)

 

1992/93 Alternando da uno a cento e viceversa (50 kilims)

 

 

1993 Bug Bunny ( 25 tecniche miste per il Kunstmuseum di Luzern), Mi fuma il cervello, il ventitreesimo giorno del primo mese del novantatrè, De bouche à oreille (100 ricami), De Bouche à oreille (biro su carta) .

 

Bibliografia

 

 

Shaman sowman Alighiero e Boetti, Annemarie Sauzeau, Luca Sassella editore, Roma 2006

 

 

Alighiero Boetti, Quasi tutto, a cura di Giacinto Di Pietroantonio, Corrado Levi, Silvana Editoriale, Milano, 2004

 

 

Alighiero Boetti “Tutto libro”, a cura di Maura Picciau, Giorgio Maffei, Edizioni SACS, 2004

 

 

Francesco Franco, Nello Specchio cieco di Alighiero Boetti con Jorge Luis Borges, in La rappresentazione del volto nel Novecento , II edizione a cura di Francesco Franco Università degli Studi di Roma “ La sapienza” Roma 2004