Afro Basaldella
( Udine, 4 marzo 1912 – Zurigo, 24 luglio 1976 )
Dopo la morte del padre, pittore e decoratore, Basaldella compì i suoi primi studi a Firenze e a Venezia, dove si diplomò in pittura nel 1931. Nel 1928, alla solo età di 16 anni, con i fratelli Mirko e Dino espose alla I° Mostra della scuola friulana d’avanguardia (Udine) e l’anno seguente alla XX Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa (Venezia). Sempre nel 1929, grazie ad una borsa di studio della Fondazione Marangoni di Udine, impegnata a promuovere e sostenere giovani artisti locali, si recò a Roma dove incontro Scipione ,Mario Mafai, e Corrado Cagli. Nel 1932 Basaldella trascorse un periodo a Milano, frequentando il fratello Mirko e lo studio di Arturo Martini. L’anno seguente espose a Milano alla Galleria il Milione. Nel primo dopoguerra, la pittura di Afro fu definita “Neocubista”. Nel 1950 grazie alla presentazione dell’amico Corrado Cagli, Afro si recò a New York, dove iniziò una collaborazione ventennale con la Catherine Viviano Gallery. Il diverso clima culturale, e la varietà della scena artistica americana, influenzarono profondamente Afro, e la sua opera si sviluppo di conseguenza, verso l’astrazione.
Sempre nel periodo 1949-1950, realizzò, insieme ad un autoritratto, Tenaglia e camera oscura, per l’importante collezione Verzocchi di Forlì, oggi alla Pinacoteca Civica di quella città.
Fu tra gli artisti che esposero nella mostra The New Decade : 22 European Painters ad Sculputors, presentata in varie città degli Stati Uniti. I suoi lavori furono inclusi nella Documentata I. a Kassel in Germania. A metà degli anni cinquanta, l’arte di Afro era conosciuta internazionalmente, e la sua autorevolezza, fu decretato anche in Italia,nel 1955 entra a far parte della commissione per gli inviti della VII Quadriennale di Roma, e l’anno successivo. Nel 1956 ottiene il premio per il migliore artista italiano alla Biennale di Venezia; sempre nello stesso periodo aderisce al Gruppo degli Otto, raccolto attorno al critico e storico dell’arte Lionello Venturi. In questi anni si consolida una sincera amicizia e stima con Alberto Burri. Nel 1957 Afro insegnò al Mills College di Oakland (California). Nel 1958 ottenne la commissione per dipingere il murale per la sede dell’Unesco a Parigi. Il Murale si intitolava “The Garden of Hope”, e fu incluso in una serie di lavori che comprendeva anche opere di Karel Apple, Arp Calder,Sebastian Matta, Mirò, Picasso, e Rufino Tamayo. Negli primi anni settanta Afro cominciò ad accusare problemi di salute. Morì nel 1976. L’anno dopo, Cesare Brandi pubblicò una monografia su di lui. Nel 1978 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli rese omaggio dedicandogli un’ampia retrospettiva.